La guerra: Mancini, ‘senza memoria faremo le stesse cose’

Lug 17, 2025 - 16:30
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La guerra: Mancini, ‘senza memoria faremo le stesse cose’

di Francesco Cirillo

Molte società moderne hanno compreso e sfruttato la memoria storica per i propri fini e obiettivi in politica internazionale. La Repubblica Popolare Cinese, con il fine di sfruttare le umiliazioni avvenute tra il 1849 e il 1949 (anno della nascita dello Stato cinese comunista), punta alla riunificazione e unità della Cina sotto la bandiera del Partito, con l’obiettivo di risanare e riparare ai torti del cosiddetto “Secolo delle Umiliazioni”, sfruttando la memoria collettiva.
Come in Cina anche in Russia l’attuale leadership autoritaria di Vladimir Putin ha costruito una narrativa e una propaganda sulla memoria del sacrificio dei russi durante il secondo conflitto mondiale sotto la bandiera dell’Unione Sovietica per sconfiggere la Germania hitleriana e liberare i campi di concentramento nell’Europa orientale e in Polonia, come Auschwitz. Questa memoria dell’URSS e della sua grandezza è stata sempre sfruttata dal Cremlino per tentare di legittimare le proprie operazioni militari: dalla Georgia nel 2008, alla Crimea nel 2014, alla Siria nel 2015, fino all’Ucraina nel 2022.
Non bisogna dimenticare anche l’abuso della memoria dell’Olocausto, che viene sfruttato da diverse fazioni: sia per negarne l’esistenza, sia per utilizzarlo come leva per giustificare le proprie azioni in politica internazionale, sia per continuare a chiedere di pagarne un debito morale.
Sono tuttavia gli Stati Uniti a detenere il record dei bombardamenti, perpetrati spesso in barba al dritto internazionale, con una scusa o con l’altra: 30 paesi attaccati e distrutti dal 1945 ad oggi, dal Nicaragua alla Serbia, dalla Libia all’Iraq, dalla Corea del Nord all’Afghanistan.
Ecco che la memoria storica diventa strumento di potere. In questo contesto abbiamo chiesto un breve commento al professore Stephen (Steve) Mancini, che insegna come Assistant Professor alla Robert Morris University ed è regista. Recentemente ha realizzato un docufilm storico dal titolo “Fedeltà Soldati Prigionieri”, che narra la storia fino ad ora sconosciuta di Camp Letterkenny, situato presso la città di Chambersburg in Pennsylvania: si tratta del campo di prigionia americano dove giunsero circa 1200 prigionieri militari italiani dopo la disfatta della Campagna d’Africa.

– Qual è il ruolo della Memoria per evitare di dimenticare il dramma della Guerra?
“Senza la memoria, credo in due cose: mostriamo la irriverenza delle persone che hanno fatto molto per la nostra libertà e siamo condannati di fare queste cose di nuovo”.

– Come si può trovare un modo per raccontare i drammi connessi alla guerra in una società, come quella attuale, che mira a dimenticare o ad attuare una damnatio memoriae sul passato?
“Abbiamo bisogno di provare. Se è importante a noi, può essere importante agli altri, ma se non proviamo, veramente non sarà importante agli altri”.

– What is the role of Remembrance to avoid forgetting the drama of the War?
“Without the memories, I believe 2 things: we disrespect the memory of those who did much for our freedom, and if we don’t remember, we will repeat those mistakes!

-How is it possible to find a way to recount the dramas connected with the war in a society, such as the present one, that aims at forgetting or implementing a damnatio memoriae on the past?
“If we try to continue to present history, we show it is important to the others. If we do not try, we really show it is not important, so we must try.”

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Redazione Redazione Eventi e News