La Luiss inaugura l’Osservatorio sul rischio geopolitico. Massolo: “Offre una chiave di lettura”
Il sistema internazionale sta attraversando una prolungata fase di transizione e frammentazione, caratterizzata da incertezza strategica e dalla mancanza di un ordine chiaro. Oggi il potere si esercita attraverso la discontinuità e l’ambiguità, e la nozione di “governance globale” è più un’aspirazione che una realtà. Stati e attori privati devono navigare queste complessità minimizzando i rischi e massimizzando le opportunità. L’ambizione del nuovo Osservatorio sul rischio geopolitico “è quella di rispondere ad una necessità: fornire una chiave di lettura precisa e quantitativamente misurabile per orientare le aziende e le istituzioni nelle loro scelte”, in un momento in cui il rischio geopolitico “è molto forte” e influisce sulle decisioni “complicandole”, ha spiegato il presidente di Mundys e direttore dell’Osservatorio sul rischio geopolitico (Gro), Giampiero Massolo, in occasione della presentazione della nuova iniziativa scientifica istituita presso la Luiss, all’interno del centro di ricerca Franco Fontana sul cambiamento strategico. Questo pomeriggio la Luiss Guido Carli ha inaugurato l’Osservatorio sul Rischio Geopolitico, con l’obiettivo di offrire un quadro rigoroso, flessibile e operativamente efficace per interpretare gli sviluppi geopolitici e tradurli in una business intelligence tempestiva. Il rischio geopolitico, oggi, “comporta l’analisi contemporanea di molti elementi che si sovrappongono l’uno all’altro”, ha aggiunto Massolo. Quindi, l’idea dell’istituzione di Gro “è quella di fornire una chiave di lettura e dare una bussola”, con l’obiettivo che tutto questo “si possa tradurre in un indice numerico quantificato paese per paese”, ha spiegato Massolo. “Manca un punto di riferimento; le sfide che vengono dalle singole aree di crisi sono tali per cui non è semplice adeguare le decisioni di investimento” di imprese e istituzioni, “con chi fare affari, business o commerciare, se non si ha un punto di riferimento chiaro”, ha concluso Massolo.
Il chief institutional affairs and external communication officer di Intesa Sanpaolo, Stefano Lucchini, ha mostrato sintonia con la linea tracciata da Massolo, ricordando che oggi la velocità delle trasformazioni “è esponenziale”, quindi “non si può più prescindere dal contesto geopolitico, che si tratti di investimenti all’estero, di finanziamento, di pianificare politiche economiche o strategie di impresa nel breve-medio termine”. Lucchi ha spiegato che l’adesione alla nuova iniziativa si basa “su tre ragioni: la prima, le proposte dell’ambasciatore Massolo – che dirigerà il nuovo Osservatorio – sono sempre orientate al bene comune; la seconda, perché la Luiss fa parte da molti anni della cultura di Intesa Sanpaolo: è il luogo della formazione che rispecchia i valori di impegno sociale che contraddistinguono Intesa Sanpaolo e dove, tra l’altro, si sono laureati i nostri vertici”. Infine, l’Osservatorio “è in linea con l’identità storica delle banche: investire nel sapere e diffondere la conoscenza, per comprendere il cambiamento”, ha concluso. In questo contesto frammentato, la capacità di comprendere, anticipare e misurare il rischio geopolitico diventa essenziale. Affidarsi solo all’esperienza o alle procedure diplomatiche o istituzionali non basta più; lungimiranza, realismo e adattabilità sono vitali per Stati, istituzioni pubbliche, organizzazioni internazionali e attori privati. Le stesse aziende, in particolare quelle con una significativa esposizione internazionale, hanno la necessità di orientarsi tra rischi in rapida evoluzione che sfuggono ai modelli previsionali convenzionali.
Al centro del lavoro del Gro si trova l’Indice di Rischio Geopolitico (Gri), uno strumento quantitativo sviluppato internamente, fondato sul giudizio di esperti e calibrato attraverso un modello sistematico. Il Ggri offre una visibilità quasi in tempo reale sulle dinamiche geopolitiche che interessano paesi e regioni di prioritario interesse per il business italiano. Permette ai decisori di anticipare i cambiamenti, rivalutare l’esposizione, ottimizzare i flussi commerciali e modulare le strategie di investimento di conseguenza. Si tratta di uno strumento che si distingue per la sua precisione metodologica e orientamento strategico: integra fattori di rischio strutturali, situazionali e attuali in un quadro coerente, cogliendo sia le sfide presenti sia le dinamiche evolutive della politica internazionale. In particolare, l’indice differenzia tra tipi di esposizione aziendale – commercio e investimenti diretti esteri (Ide) – e adatta i suoi output a quattro settori chiave dell’economia italiana: bancario e finanziario, energia, difesa e manifatturiero. Il Gri, dunque, colma il divario tra analisi geopolitica e strategia aziendale, traducendo dinamiche globali complesse in indicazioni operative, permettendo alle aziende italiane di operare con maggiore lungimiranza, resilienza e fiducia. In conclusione, il Gro si propone di offrire loro una bussola, reattiva al cambiamento e fondata sulla comprensione delle dinamiche globali. Il Gri, invece, non mira ad evitare completamente il rischio, ma a riconoscerlo per tempo, comprenderne la natura e agire di conseguenza.
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