La prima volta di Glenn Martens da Maison Margiela: sfilata dark a volto coperto

Lug 11, 2025 - 12:30
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La prima volta di Glenn Martens da Maison Margiela: sfilata dark a volto coperto

La Settimana dell’Alta Moda di Parigi ci ha regalato un atteso passaggio di testimone: la prima collezione Maison Margiela Artisanal disegnata da Glenn Martens. La sfilata ha avuto l’effetto di una scossa elettrica: in un sotterraneo parigino, sulle note degli Smashing Pumpkins, hanno sfilato modelli con i volti coperti da maschere e abiti scultorei ispirati al Medioevo e all’arte fiamminga.

Il debutto di Glenn Martens da Maison Margiela

Non era un compito facile quello che attendeva Glenn Martens, stilista belga 42enne. Il suo predecessore, John Galliano, ha segnato un’epoca con la sua visione e aveva salutato il marchio con i fuochi d’artificio: la sfilata sotto il Pont d’Alexandre III con le modelle-bambole, è stata delle più applaudite e citate del 2024. Renzo Rosso, presidente del gruppo OTB (di cui fa parte Margiela) ha pescato nel suo vivaio di talenti scegliendo Martens, già apprezzato designer di Diesel.

Molti hanno fatto notare i parallelismi tra Martens e il fondatore Martin Margiela: entrambi laureati ad Anversa, entrambi passati dalle mura di Jean Paul Gaultier, entrambi con un approccio anti convenzionale ai materiali e alle silhouette. L’obiettivo (centrato) era quello di portare Maison Margiela nella contemporaneità, con un approccio nuovo che coniugasse creatività, originalità e esigenze di mercato.

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Maison Margiela Artisanal 2025 (courtesy of brand)

Anche Parigi torna al Medioevo

La prima collezione Artisanal disegnata dal direttore creativo Glenn Martens parla alla contemporaneità partendo da lontano. Precisamente dal Medioevo, di nuovo fonte di ispirazione per la moda. La collezione si ispira infatti all’architettura e all’atmosfera medievale delle Fiandre, riprendendo lo slancio verticale dell’architettura gotica nella costruzione degli abiti. Le forme scolpite e le pose sono quelle della statuaria religiosa, così come i colori e le stampe evocano le ombreggiature della pittura fiamminga. Torna il corsetto – un dovuto omaggio a Galliano, probabilmente – e l’elemento della maschera, fondamentale nel dna del brand. Modelli e modelle hanno sfilato a volto coperto, enfatizzando l’atmosfera carica di tensione dello show.

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Maison Margiela Artisanal 2025 (courtesy of brand)

La sfilata Maison Margiela Artisanal 2025

Il cambio di passo è evidente dalla primissima uscita: modelle avvolte nella plastica trasparente, volto compreso. La sensazione di fastidio, di inquietudine – di soffocamento, perfino – è evidente, e chiarisce l’intenzione del designer: scombinare le regole dell’Alta Moda, fare una sfilata che non somigli a nessun’altra sfilata. E così arrivano i jeans, le stampe con la pittura colata, l’effetto patchwork e invecchiato ad arte. L’ispirazione fiamminga è evidente negli abiti natura morta, con stampe floreali, e nei gilet e con piume in rilievo, che strizzano l’occhio alla selvaggina, alla caccia e agli uccelli impagliati.

Le creazioni scultoree, che giocano su forme e volumi esagerati, mostrano l’abilità artigianale nell’uso dei tessuti – cuore della Maison -ma il lavoro sui jeans, sui gilet e sulle giacche invecchiate porta la firma originale di Glenn Martens, in continuità con il suo lavoro da Diesel. Tra trench coat, blazer, corpetti e cinturoni in pelle compare anche l’iconico Tabi, lo stivaletto con le dita separate simbolo del brand, reincarnato stavolta in una versione in plastica con la zeppa e in un paio di stivali con la punta ad artiglio.

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Maison Margiela Artisanal 2025 (courtesy of brand)

Se i materiali riciclati diventano couture

È una nuova idea di ricchezza e opulenza, forse l’unica possibile in un’economia avviluppata su stessa e in un mondo riempito di scarti. Nella Couture secondo Glenn Martens entrano a pieno diritto i materiali di recupero: tessuti di rivestimento riciclati, giacche di pelle vintage, abiti di seconda mano comprati a pochi dollari e bigiotteria, cucita insieme in un abito effetto crochet. Molte delle maschere sono state realizzate a partire da scatole di metallo compresse e modellate.

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Maison Margiela Artisanal 2025 (courtesy of brand)

Martin Margiela copriva il volto dei modelli in modo che il pubblico potesse concentrarsi sugli abiti. Glenn Martens lo fa di nuovo, ma stavolta la sensazione è di profonda inquietudine, cupa. Sono abiti per la fine del mondo. L’Haute Couture spesso rappresenta l’evasione dall’attualità, una forma di escapismo attraverso abiti da sogno. La sfilata di Maison Margiela, no: non vuole essere né rassicurante, né tradizionale, né lusinghiera. E per questo ha meritato gli applausi delle star in prima fila a Parigi: oltre al gotha del giornalismo di moda erano presenti Cardi B, l’attrice Philippine Leroy-Beaulieu e Natasha Poly.

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