L’Ue appesa a Pedro Sanchez: se salta lui in Spagna i socialisti potrebbero scaricare il Ppe
Bruxelles – Se cade il governo a guida socialista in Spagna, e l’attuale premier Pedro Sanchez esce di scena, per la legislatura europea si pone l’interrogativo sul proseguimento. I malumori, all’interno di partito, e soprattutto, gruppo socialista in Parlamento europeo, non sono pochi e sono ancora più forti dopo il dietro-front dell’esecutivo comunitario sulla legge contro il green-washing. Della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e della sua famiglia politica, il Ppe, ci si fida sempre meno, e la questione spagnola rischia di provocare la scintilla che l’Ue non può permettersi.
Fin qui i socialisti hanno collaborato con i popolari. Qualcuno sostiene che sia mancato il coraggio di andare allo scontro, ma i ben informati sostengono che si sia trattato di politica pura e semplice. Raffaele Fitto per il ruolo di vicepresidente esecutivo non è piaciuto, ma si è ottenuto in cambio Ribera alla Transizione pulita, e dunque a guardia del Green Deal caro ai socialisti, e un mandato per Antonio Costa alla testa del Consiglio europeo. Sanchez è stato in qualche modo l’ago della bilancia, un elemento di garanzia, riconoscono a Bruxelles. Ora che il leader socialista è in crisi per lo scandalo corruzione che ha investito il suo partito e il numero tre del Psoe, si guarda agli sviluppi dello Stato membro, da cui dipendono gli equilibri europei.
Se i socialisti socialisti spagnoli dovessero ritrovarsi all’opposizione in patria, sono pronti a fare lo stesso in Europa: questa la sintesi estrema, complice anche la condotta del Ppe e ripensamenti, come quelle sulla lotta al greenwashing, che riguardano legislazioni oggetti di accordi già raggiunti e rimessi in discussione. Il vaso colmo potrebbe dunque tracimare davvero.

C’è dunque un avvertimento, l’ultimo, per von der Leyen e il Ppe: tenere la barra a dritta, smettere di flirtare con estrema destra ed euroscettici, oppure i popolari si assumeranno la responsabilità della deriva delle legislatura europea. Nel momento di rinnovata forza politica del Ppe Pedro Sanchez dunque ha un peso, e con lui il socialismo europeo. Se salta lui, rischia di saltare l’Ue.
Teresa Ribera, la commissaria spagnola indicata Sanchez, prova a gettare acqua sul fuoco. Il mandato politico “che abbiamo ricevuto come collegio dei commissari e il sostegno alla presidente della Commissione europea sono la guida principale che dobbiamo seguire“, sottolinea la vicepresidente esecutiva per la Transizione ecologica. Che precisa: “Questo mandato è sostenuto dalle forze pro-europee che comprendono i Verdi, i Socialdemocratici, i Liberali e il Partito Popolare europeo, che hanno sottolineato l’importanza del motore verde per costruire la competitività e l’equità sociale”. In tal senso “penso che questo sia ciò che stiamo cercando di fare e ciò che abbiamo fatto”.
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