Produzione 2024 carne bovina +6,3% ma resta elevata dipendenza da estero
Milano, 13 nov. (askanews) – Nel 2024 la produzione italiana di carne bovina ha raggiunto circa 659 mila tonnellate, in recupero rispetto a un anno prima con una crescita che si è attesta al 6,3%. Il grado di autoapprovvigionamento, tuttavia, è crollato al 37%, mentre il fatturato tra allevamento e industria ha superato i 13 miliardi di euro. A completare il quadro, il settore ovicaprino che vanta un valore complessivo superiore ai 900 milioni di euro tra carne e latte, confermando la propria importanza per il presidio territoriale e ambientale delle aree interne con un patrimonio ovino nazionale in lieve aumento e con le importazioni di carni ovine in crescita di circa il 5% su base annua.
A tracciare il quadro dei mercati bovino e ovino i dati Clal presentati in occasione della tavola rotonda “Il futuro della zootecnia italiana: tra sfide economiche, nuova Pac e ricambio generazionale”, promossa da Assocarni. La filiera bovina italiana ha confermato la propria capacità di adattamento in un contesto europeo in contrazione. Dopo mesi di volatilità, il mercato si sta stabilizzando, ma permangono criticità strutturali legate alla bassa autosufficienza – ancora sotto il 40% – e alla dipendenza dai ristalli esteri.
“Il mercato resta complesso ma mostra segnali di stabilità grazie al lavoro di tutta la filiera. Ora serve consolidare questi risultati con politiche di lungo periodo e relazioni più equilibrate con la distribuzione – ha dichiarato Serafino Cremonini, presidente di Assocarni – Con il Ddl ‘Coltiva Italia, il Governo ha ascoltato l’appello degli allevatori e produttori italiani, scegliendo di investire in modo mirato sulla linea vacca-vitello: è la via per ridurre la dipendenza dai ristalli esteri e rafforzare la sovranità alimentare del nostro Paese”.
Il Ddl Coltiva Italia prevede una dotazione complessiva di 1,05 miliardi di euro per l’intero settore dell’agricoltura, inclusa la zootecnia. All’interno di questo budget, 300 milioni di euro sono destinati al comparto bovino: il 70% alla linea vacca-vitello e il 30% all’impiego di seme sessato. Il confronto tra produzione e distribuzione ha messo in evidenza la necessità di un nuovo patto di filiera, fondato su accordi stabili, indicatori di costo condivisi e una comunicazione trasparente su origine, benessere animale e sostenibilità.
Nella seconda parte dei lavori, dedicata al dialogo con il mondo politico e parlamentare, è emersa la volontà condivisa di preservare la competitività del settore zootecnico nel quadro della prossima Pac 2028-2034, evitando il rischio di una rinazionalizzazione delle risorse e valorizzando la specificità dei sistemi di allevamento italiani. È stata inoltre ribadita la necessità di posticipare di dodici mesi l’applicazione del Regolamento europeo sulla deforestazione, per evitare distorsioni tra Stati membri, e di garantire reciprocità negli standard e controlli efficaci nell’ambito dell’accordo Mercosur.
Per concludere, Assocarni ha ringraziato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per la costante attenzione dimostrata nei confronti del comparto zootecnico italiano e, da ultimo, per la posizione assunta sul Regolamento europeo sulla deforestazione, che comporterà costi e complessità significative per gli operatori.
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