I gip sono passacarte della procura: accolgono il 94% delle richieste dei pm

Novembre 19, 2025 - 04:40
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I gip sono passacarte della procura: accolgono il 94% delle richieste dei pm

Li si attendeva da tanto e finalmente, grazie alla testardaggine del deputato di Forza Italia Enrico Costa, è possibile sapere quale sia il tasso percentuale di accoglimento e rigetto delle richieste dei pubblici ministeri ai giudici per le indagini preliminari in relazione a: richieste di autorizzazione allo svolgimento di intercettazioni, nonché proroga delle stesse; richieste di proroga dei termini delle indagini preliminari; richieste di archiviazione, anche a seguito di opposizione della persona offesa. Lo si apprende dalla risposta del Ministro della Giustizia Carlo Nordio ad una sua interrogazione parlamentare. In particolare per l’anno 2024, i Gip hanno accolto: il 94% delle richieste dei pm di procedere a intercettazioni telefoniche o ambientali; il 99% delle richieste di proroga di intercettazioni; il 95% delle convalide dei decreti di urgenza; l’85% della richiesta di proroga dei termini delle indagini.

Molto critico il commento di Costa:I presupposti per l’autorizzazione di intercettazioni da parte del GIP sono molto puntuali. Va ravvisata l’esistenza di gravi indizi di reato e l’intercettazione deve essere assolutamente indispensabile per la prosecuzione delle indagini. Significa che ci deve essere il controllo che la notizia di reato non sia fumosa e che l’indagine non possa proseguire senza le intercettazioni, che la legge consente solo in caso di assoluta indispensabilità. Il vaglio del GIP è tutt’altro che burocratico e deve vertere su questi elementi. Il tasso ‘bulgaro’ di accoglimento dimostra che il Gip non fa il suo lavoro e si limita a timbrare le richieste della Procura. Uno scandaloso appiattimento, che incide sensibilmente sulla spesa pubblica, visto che il costo annuo delle intercettazioni ha superato i 270 milioni di euro. A questo punto non resta che ribattezzare il Gip: Giudice Inutile Passacarte”.

Purtroppo rispetto alle richieste di applicazione, revoca, modifica o sostituzione di misure cautelari e convalide di arresto o fermo il Ministero non disporrà dei dati fin quando non sarà operativo il Datalake, un sistema di data management in cantiere dal 2022. Per quanto concerne le archiviazioni sempre nel 2024 444.430 sono state quelle richieste dal pm e 385.633 quelle concesse dal gip. Questo dei dati statistici rappresenta anche un vecchio pallino dei penalisti italiani che hanno sempre sostenuto che grazie alla riforma della separazione delle carriere il gip smetterebbe di essere un semplice passacarte del pm. Sono senza dubbio utili come basilare contributo di trasparenza e come argomento ‘scientifico’ da utilizzare a favore o contro qualsiasi tipo di ragionamento sulle tematiche riguardanti le dinamiche processuali.

Sulla questione si è espresso con l’Unità anche Marcello De Chiara, vice presidente dell’Anm, e già gip e gup al Tribunale di Napoli: “l’onorevole Costa ancora una volta utilizza il suo tempo per colpevolizzare i magistrati. Mai un intervento o un’iniziativa concreta che serva realmente a rendere più efficace la risposta alla domanda di giustizia, come se la vera emergenza del Paese non fosse la diffusa crisi della legalità, ma piuttosto i magistrati che la difendono”. Per De Chiara “l’assunto di una magistratura giudicante appiattita su quella requirente non si fonda infatti sulla percentuale delle sentenze di assoluzioni, che l’onorevole Costa volutamente omette di indicare, ma piuttosto sulla percentuale di accoglimento delle richieste in tema di intercettazioni, la quale, però, è una logica conseguenza di vicende procedimentali del tutto fisiologiche e conformi alle regole del processo penale”.

Per il magistrato, infatti, “l’orizzonte cognitivo del giudice chiamato a provvedere sulla richiesta di intercettazione è limitato alle sole ragioni dell’organo inquirente, ma non ricomprende anche le contrarie argomentazioni della difesa e nemmeno le ulteriori circostanze fattuali di cui solo la persona sottoposta ad indagini è a conoscenza. Solo quando verranno meno le esigenze di segretezza delle indagini, la difesa avrà il tempo e le procedure necessarie per veicolare le circostanze provenienti dall’indagato e per dare dunque alla cognizione del giudice quel crisma di effettivamente pienezza che solo l’effettivo contraddittorio può garantire”.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia