Nuovo stop Corte dei Conti a Ponte sullo Stretto: convenzione irregolare con società
lentepubblica.it
Il progetto del Ponte sullo Stretto torna nuovamente nell’occhio del ciclone. A distanza di poche settimane dal precedente blocco, la Corte dei Conti ha imposto un ulteriore freno all’iter amministrativo dell’opera.
Stavolta si giudica irregolare anche il terzo atto aggiuntivo che disciplina i rapporti tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la Stretto di Messina S.p.A., la società concessionaria incaricata della realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. Un nuovo alt che riaccende il dibattito su trasparenza, governance e sostenibilità amministrativa di una delle opere più discusse della storia italiana.
La decisione dei magistrati contabili è stata comunicata attraverso una nota ufficiale, diffusa al termine della camera di consiglio del 17 novembre 2025. La Sezione centrale di controllo di legittimità ha stabilito di non ammettere al visto – e dunque di non registrare – il decreto ministeriale n. 190 dell’1 agosto 2025, firmato congiuntamente dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, in attuazione del decreto-legge del 31 marzo 2023 dedicato proprio alla ripresa del progetto del Ponte.
Quel decreto avrebbe dovuto approvare il terzo atto aggiuntivo alla convenzione originaria del 30 dicembre 2003, un documento fondamentale per aggiornare il quadro dei rapporti istituzionali con la società concessionaria dopo anni di sospensioni, riattivazioni e modifiche normative. La Corte dei Conti, invece, ha nuovamente bloccato il percorso, impedendo che l’atto acquistasse efficacia. Questo stop si aggiunge al precedente rifiuto del visto sulla delibera Cipess di fine ottobre, che riguardava sia lo stanziamento delle risorse economiche sia l’approvazione del progetto esecutivo dell’opera.
Un percorso amministrativo segnato da ostacoli
L’intervento della Corte dei Conti non rappresenta un fulmine a ciel sereno. Negli ultimi mesi, l’intera procedura relativa al Ponte sullo Stretto è stata oggetto di attenzione costante da parte degli organi di controllo, che hanno espresso perplessità su diversi aspetti: dall’impianto normativo che sostiene la realizzazione dell’infrastruttura, alla modalità di assegnazione dei fondi, fino alla complessità della convenzione con la Stretto di Messina S.p.A.
La mancata registrazione degli atti, inoltre, non si limita a un rilievo formale. Senza il visto, i provvedimenti non possono entrare in vigore, paralizzando di fatto l’avanzamento del progetto. Si tratta di un meccanismo che la Corte utilizza solo in presenza di criticità significative, tali da rendere l’atto potenzialmente illegittimo o dannoso per l’erario.
Nel caso specifico, i magistrati contabili sembrano aver individuato elementi di incoerenza o incompletezza che non consentono di procedere con serenità. Poiché la convenzione definisce ruoli, responsabilità e oneri economici tra Stato e concessionaria, qualsiasi irregolarità rischia di incidere pesantemente sul futuro dell’opera, soprattutto considerando le risorse ingenti in gioco.
Il contesto politico e finanziario
Il Ponte sullo Stretto è da sempre molto più di un semplice progetto infrastrutturale. È un simbolo politico, un nodo di identità territoriale e un terreno di scontro tra visioni differenti di sviluppo. Negli ultimi anni, i vari governi hanno via via rilanciato o accantonato l’opera, contribuendo a creare un percorso normativo complesso, fatto di decreti, contro-decreti, delibere e modifiche legislative.
La riattivazione del progetto nel 2023 ha generato entusiasmo tra i sostenitori dell’opera, che vedono nel ponte un’occasione di rilancio per il Sud, ma ha allo stesso tempo sollevato dubbi sulla reale fattibilità tecnica, ambientale ed economica. Gli organi di controllo hanno più volte richiesto chiarezza sui costi aggiornati, sulla sostenibilità finanziaria della concessione e sulle possibili ricadute sui conti pubblici.
È in questo quadro che si inserisce il nuovo intervento della Corte dei Conti. L’organo contabile ribadisce, con la sua decisione, la necessità che ogni passaggio amministrativo rispetti rigorosamente la normativa vigente, soprattutto quando si tratta di un’opera di tale portata. L’attenzione sembra concentrarsi non tanto sulla bontà dell’idea in sé, ma sulla regolarità del percorso istituzionale che dovrebbe portare alla posa della prima pietra.
Effetti sull’avanzamento dell’opera
Il nuovo stop rischia di rallentare ulteriormente un processo già caratterizzato da tempi lunghissimi. Ogni blocco del visto infatti impone una revisione degli atti, con conseguenti rinvii e possibili riscritture. Il Ministero dovrà ora chiarire o correggere i punti sollevati dai magistrati contabili prima di poter tentare nuovamente la strada della registrazione.
Questo meccanismo rischia di alimentare incertezza tra gli attori coinvolti e di compromettere la credibilità del progetto agli occhi dell’opinione pubblica e degli investitori. Inoltre, la convenzione tra Ministero e concessionaria è un tassello imprescindibile per l’erogazione dei fondi e per l’avvio delle procedure operative: senza un accordo valido, ogni ulteriore step rimane congelato.
Il testo della nota della Corte dei Conti
The post Nuovo stop Corte dei Conti a Ponte sullo Stretto: convenzione irregolare con società appeared first on lentepubblica.it.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




