Ricerca quantistica: il chip di Princeton promette processori molto più potenti

Il nuovo qubit in tantalio-silicio di Princeton dura oltre un millisecondo e supera i limiti dei transmon. Un forte passo avanti verso il vantaggio quantistico.

Novembre 17, 2025 - 09:46
Novembre 17, 2025 - 09:47
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Ricerca quantistica: il chip di Princeton promette processori molto più potenti
Primo piano di un chip quantistico in laboratorio, sollevato con pinzette sotto luce blu

Il nuovo chip quantistico di Princeton apre la strada a un reale progresso verso il vantaggio quantistico

Il mondo del calcolo quantistico potrebbe essere a un punto di svolta grazie a un’importante innovazione sviluppata da un gruppo di ricercatori dell’Università di Princeton. Il team ha progettato un nuovo tipo di qubit basato su una combinazione di tantalio e silicio, capace di mantenere la propria coerenza quantistica per più di un millisecondo. Un risultato che supera nettamente le prestazioni dei migliori dispositivi attualmente in uso.

Un qubit più stabile e resistente ai difetti

Uno dei principali ostacoli nello sviluppo di computer quantistici realmente affidabili è la fragilità dei qubit, soggetti a disturbi, instabilità e perdite energetiche. Il nuovo progetto di Princeton affronta proprio queste criticità, puntando su una struttura che riduce significativamente i difetti superficiali e limita le perdite provenienti dal substrato – due problemi che da anni affliggono i qubit transmon tradizionali.

Grazie a una progettazione più pulita e a una scelta mirata dei materiali, i ricercatori sono riusciti a ottenere un qubit molto più stabile e duraturo, aprendo la possibilità di eseguire calcoli complessi per tempi più lunghi e con un numero ridotto di errori.

Compatibile con i processori quantistici attuali

Un elemento centrale dell’avanzamento è la sua semplicità di integrazione. Il nuovo qubit in tantalio-silicio può essere inserito senza difficoltà nelle architetture già esistenti, come quelle usate da Google e da altri colossi della tecnologia. Questo significa che i futuri processori quantistici potranno diventare più potenti senza dover rivoluzionare completamente le infrastrutture attuali.

Secondo i ricercatori, la possibilità di adottare questo nuovo approccio su larga scala potrebbe accelerare in modo significativo il percorso verso il cosiddetto “vantaggio quantistico”, cioè il punto in cui un computer quantistico supera definitivamente le prestazioni delle macchine classiche.

Un passo avanti verso il futuro del calcolo

Sebbene ci sia ancora molto lavoro da fare prima di vedere computer quantistici pienamente operativi e commerciali, la scoperta di Princeton rappresenta un progresso concreto in un campo spesso dominato da promesse futuristiche. La maggiore durata dei qubit e la facilità di integrazione rendono questa tecnologia una candidata seria per le prossime generazioni di processori quantistici.

Se queste prestazioni verranno confermate anche in sistemi su scala maggiore, potremmo assistere a un salto tecnologico paragonabile a quello del passaggio dai primi transistor ai microprocessori moderni. Inoltre, l’approccio basato su materiali più stabili potrebbe aprire la strada a nuove famiglie di qubit altamente performanti. Non è escluso che altri laboratori adotteranno rapidamente questa tecnologia, accelerando ulteriormente la competizione globale nel settore del quantum computing.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia