Cuffiette o vecchi smartphone abbandonati nel cassetto? Amiu raccoglie i piccoli Raee al Salone Orientamenti

Genova. In tutte le case esiste oramai un cassetto con vecchi dispositivi elettronici inutilizzati: smartphone, tablet, e-reader, cuffie, telecomandi e cavi di vario tipo, solo per fare qualche esempio. Una miniera abbandonata di materie prime critiche che possono trovare una seconda vita, a patto di smaltire correttamente questi rifiuti, noti come Raee.
Secondo le stime AMIU, nelle case delle famiglie genovesi sono custoditi oltre un milione di piccoli Raee, come telefonini, caricabatterie e accessori elettronici non più in uso. Spiega Roberto Spera, Direttore Generale di Amiu: «Questi oggetti contengono terre rare e materiali preziosi e rappresentano una risorsa strategica per l’economia circolare».
In occasione del Salone Orientamenti in programma ai Magazzini del Cotone da martedì 18 a venerdì 21 novembre 2025, AMIU e ILC hanno ideato la campagna “PICCOLI RAEE, GRANDE RACCOLTA – ACCENDI IL VALORE SPEGNI LO SPRECO”, che prevede l’allestimento di uno speciale punto di raccolta differenziata presso lo stand dei consumatori modulo 7 piano terra, dove visitatori, espositori e stakeholder potranno conferire i loro piccoli rifiuti elettronici con un gesto semplice, quanto importante.
Durante l’intera manifestazione potrai dare nuova vita ai tuoi vecchi dispositivi elettronici, ecco l’elenco dei piccoli RAEE che puoi portare al salone Orientamenti: Tablet (Ipad, Ipod, e-reader, ecc), cellulari e smartphone, cuffiette, telecomandi e caricabatterie e macchine fotografiche digitali
Per ogni piccolo RAEE consegnato al Salone Orientamenti i cittadini riceveranno un premio. Contrastare la dispersione di questa tipologia di rifiuti è fondamentale per il recupero di preziose materie prime seconde. In Italia esistono impianti d’eccellenza, che rispettano tutti gli standard Ue, dedicati a questo processo, ma fanno fatica a lavorare a regime, proprio a causa di volumi di conferimento non sufficienti. Per migliorare questa situazione, l’idea è quella di creare punti di raccolta di prossimità, vicini ai cittadini e alle comunità, in modo da facilitare la diffusione di questa buona pratica.
“La campagna “Piccoli RAEE, GRANDE RACCOLTA” anticipa la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, che vuole accendere i riflettori sul ruolo strategico dei piccoli RAEE: la prevenzione e corretta gestione dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche rappresenta un’occasione per rendere visibile e praticabile il cambiamento verso modelli più sostenibili” dichiara Furio Truzzi, Presidente dell’Istituto Ligure per il Consumo.
“Per quanto riguarda i piccoli RAEE, cioè i piccoli elettrodomestici per la casa, la cucina, la cura della persona e l’elettronica di consumo in media ogni anno viene avviato solo il 15/20% del quantitativo che potremmo arrivare a raccogliere – sottolinea Roberto SPERA direttore generale AMIU – Buona parte dei volumi mancanti finisce nell’indifferenziata o nelle altre frazioni di rifiuti, oppure rimane inutilizzata nei nostri cassetti perché sono poco ingombranti, limitando così la possibilità di recuperare i molteplici materiali, tra cui le materie prime critiche, di cui sono costituiti e per i quali il nostro Paese dipende totalmente dalle importazioni”.
Dopo Orientamenti l’iniziativa la “PICCOLI RAEE, GRANDE RACCOLTA” proseguirà dal 22 al 30 novembre, presso il Centro del Riuso di via Bologna 110 rosso per la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti.
In generale, rafforzare la filiera nazionale del riciclo diventa quindi una priorità strategica.
Un’analisi di The European House Ambrosetti, evidenzia che se l’Italia raggiungesse il target europeo del 65% di raccolta dei Raee (rispetto all’attuale 37%), entro il 2030 si potrebbero recuperare 312mila tonnellate in più di rifiuti elettronici.
Da questi sarebbe possibile estrarre circa 17mila tonnellate di materie prime critiche, pari al 25% delle importazioni cinesi del 2021. Il risparmio stimato ammonterebbe a 2,5 milioni di tonnellate di CO2 e a 487 milioni di euro in benefici ambientali e sociali, oltre a 31 milioni di euro di minori importazioni.
Lo studio sottolinea che il 38% del Pil italiano è legato a produzioni industriali che dipendono da materie prime critiche, rendendo il Paese vulnerabile alle oscillazioni di mercato.
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