Pulivo sempre le mie Birkenstock ma si rovinavano subito, poi il calzolaio mi ha svelato il segreto per farle durare nel tempo e funziona: come nuove

Chi ha un paio di Birkenstock che ama davvero sa di cosa parlo. Le infili al volo anche solo per andare a prendere un caffè e ti sembrano perfette con tutto, dal jeans stinto alla maxi gonna.
Ma il problema arriva puntuale dopo qualche mese: il plantare cambia colore, la pelle si secca, il sughero si crepa ai bordi. Le lavi, le ripulisci, le coccoli, ma niente. È come se ogni volta peggiorassero un po’. Eppure non riesci a smettere di usarle, perché una volta che le hai rotte a dovere diventano quasi un’estensione del piede. Una seconda pelle. Solo che più cerchi di farle durare, più sembra che si stiano autodistruggendo.
A me succedeva così. Mi ostinavo a pulirle con metodi trovati online o sentiti in giro, convinta di fare il massimo. Finché un giorno, nel retro di una bottega di quartiere, un calzolaio mi ha spiegato dove stavo sbagliando. Non si è messo a parlarmi di scienza dei materiali o trattati sul cuoio, mi ha solo fatto notare dettagli a cui non avevo mai fatto caso. Gesti piccoli, ma che fanno davvero la differenza. E lì ho capito: non era questione di pulizia, ma di approccio.
Come prendersi cura delle Birkenstock senza rovinarle
La prima cosa che facevo appena tornavo da una camminata lunga o una giornata sotto il sole era buttare le Birkenstock in lavatrice con l’idea di igienizzarle per bene. Ero convinta fosse il modo più rapido e sicuro per mantenerle presentabili. Il risultato però non era quello sperato. Il sughero, dopo qualche ciclo, iniziava a gonfiarsi, deformandosi. Il plantare, da morbido e accogliente, diventava rigido, quasi fragile. Il cuoio perdeva elasticità. Una volta asciutte, sembravano pulite, ma non erano più le stesse.
Col tempo avevo anche preso l’abitudine di lavarle sotto l’acqua corrente con una spugna ben imbevuta. Non una volta ogni tanto, ma spesso. Pensavo che l’acqua non potesse far male. E invece il calzolaio mi ha fatto notare una cosa: il sughero è un materiale vivo, assorbe, si dilata, e poi si ritira. Troppa acqua lo manda in tilt. Serve solo un panno umido, niente immersioni. Meglio ancora se si usa un detergente delicato, tipo quelli per la pulizia della pelle, e lo si passa solo sulle parti davvero sporche. A quel punto capisci che la differenza non la fa la quantità di prodotto, ma la precisione con cui lo usi.
Un’altra cosa che facevo senza pensarci troppo era usare prodotti forti. Candeggina per togliere le macchie più ostinate o sgrassatori per eliminare quell’odore di piedi vissuti che certe estati possono lasciare. Ma sono prodotti troppo aggressivi. Il cuoio cambia tono, si secca, e col tempo la superficie si spacca. E non solo. Anche la suola inizia a mostrare segni strani, come se avesse perso compattezza. Sono danni che non si vedono subito, ma dopo un mese te ne accorgi eccome. Sarebbe meglio usare detersivi delicati.
La parte più sorprendente però riguarda l’asciugatura. Le lasciavo fuori sul balcone, al sole diretto, pensando di fare la cosa giusta. Ma la combinazione tra raggi UV e calore diretto è tra le peggiori. Il cuoio si irrigidisce, il sughero si spacca e le cuciture iniziano a tirare nei punti sbagliati. In realtà dovrebbero asciugare all’ombra, in un posto ventilato. Il calzolaio mi ha consigliato qualcosa di molto semplice: tenerle in una stanza arieggiata, appoggiate su un panno asciutto, mai vicino a fonti di calore.
Ultimo passaggio, che non avevo mai considerato, è quello del sigillante. Ce ne sono di specifici per il sughero, facilmente reperibili anche online. Una passata ogni due mesi basta per mantenere il bordo compatto e protetto dall’umidità. Se poi si vuole proprio fare le cose per bene, si può passare con delicatezza anche un foglio di carta vetrata fine sui bordi. Aiuta a eliminare piccole imperfezioni e prepara la superficie per il trattamento.
Da quando ho cambiato routine, le mie Birkenstock sembrano altre. Non solo durano di più, ma si mantengono meglio anche esteticamente. E la cosa bella è che non serve molto: basta smettere di trattarle come fossero infradito qualsiasi e iniziare a vederle per quello che sono, calzature ben costruite, che con la giusta cura possono accompagnarti per anni, sia in estate che in inverno.
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