Sergey Brin ammette l’errore: “Con Google Glass mi sentivo Steve Jobs”

Dicembre 27, 2025 - 16:10
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Quando Sergey Brin ripensa a Google Glass, lo fa oggi con una lucidità che all’epoca forse mancava. Il cofondatore di Google ha raccontato pubblicamente di aver vissuto il lancio degli smart glasses come una sorta di “momento Steve Jobs”, una convinzione che lo spinse ad accelerare tempi e ambizioni, portando sul mercato un prodotto non ancora maturo. Un’ammissione rara nel mondo della Silicon Valley, dove i fallimenti vengono spesso edulcorati o archiviati in fretta.

Brin ha condiviso questa riflessione durante un intervento alla Stanford University, in occasione del centenario della scuola di ingegneria. Davanti a studenti e ricercatori, il manager ha scelto Google Glass come esempio emblematico di ciò che può andare storto quando l’entusiasmo supera la prudenza. Il riferimento ironico a stunt spettacolari, come il celebre lancio con paracadutisti e dirigibili, nascondeva una lezione molto concreta: prima di stupire il pubblico, un prodotto deve essere “completamente cotto”.

Google Glass venne presentato nel 2012 come un assaggio di futuro. Un paio di occhiali intelligenti, senza lenti tradizionali, capaci di mostrare informazioni, scattare foto e registrare video direttamente dal punto di vista di chi li indossava. Non era il primo esperimento nel campo degli smart glasses, ma fu senza dubbio il più visibile. E proprio questa esposizione contribuì a renderne evidente ogni limite. Il design ingombrante, la presenza di una fotocamera da 5 megapixel sempre pronta all’uso e un prezzo di 1.500 dollari, pari a circa 2.120 euro attuali, alimentarono diffidenza e critiche.


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Redazione Redazione Eventi e News