Stefano Mordenti ha fissato la sua direzione | Recensione Album “Dove Andrò”

Per raccontare il nuovo album di Stefano Mordenti, cantautore pop/rock/new wave attivo nel panorama indipendente italiano da più di vent’anni, conosciuto anche con il nome d’arte MOR, si parte dalla fine, precisamente dal brano “Dove andrò” che dà anche il titolo al progetto.
La ricerca personale è un percorso fatto d’incertezze perché a volte è difficile scegliere dove ci porterà la vita o quali diventeranno le nostre strade da percorrere. Le sonorità creano un viaggio musicale e visivo nell’incertezza del futuro e nella ricerca di sé stessi, tra oscurità, verità e desiderio di rinascita. Il brano nasce dalla voglia di andare via non per fuggire, ma per cercarsi in parole e suoni che possano raccontare un viaggio, reale e simbolico.
Queste le sue parole: “Il video ha una sua estetica volutamente imperfetta, in stile VHS anni ’90, con qualità SP. Volevo dare l’impressione di un ricordo, di qualcosa di fragile e vissuto, come un nastro consumato dal tempo che però custodisce ancora emozioni fortissime. È come se ogni fotogramma fosse una pagina del mio diario emotivo. La figura centrale del video sono io, ripreso in ambienti cupi, essenziali, quasi metafisici. La mia voce attraversa questi spazi oscuri, come se cercasse un’eco, una risposta. Ogni tanto, appaiono delle maschere con volti di demoni: rappresentano tutte le paure che ho incontrato lungo il cammino. Le colpe non dette, i pensieri che graffiano, le ombre che a volte mi hanno fatto sentire perso. Quelle maschere sono simboli, ma anche presenze reali, perché ciò che ci abita dentro, prima o poi, prende forma”
Nel perdersi e nel ritrovarsi però esiste un prezioso alleato, che all’improvviso si può trasformare anche in un nemico che agisce in maniera subdola, cambiando non solo il senso delle cose, ma anche l’idea stessa della realtà. Tra le canzoni che l’artista ha scritto e registrato in questi anni di carriera, si coglie l’esigenza di raccontarsi attraverso la musica, con la maturità di chi sa che anche gli sbagli sono utili per capirsi. Inoltre la speranza vive anche dentro la difficoltà e così, dentro una storia che finisce, ci può essere il seme di una nuovo orizzonte pronto a diventare ancora più luminoso del precedente.
La malinconia si può trasformare in rabbia, il non detto può lasciare il segno mischiando pensieri che si cerca di lasciare andare in silenzio, però anche nei momenti no può succedere un miracolo che cambia il cielo e tutto quello che succede poi. Nelle relazioni è importante essere sinceri e rendersi partecipi senza giocare troppo d’astuzia, anzi è consigliato avere una fiducia esagerata ed il giusto ottimismo.
Devi sapere che io ci sarò, il ritornello di “Dove sono le tue risate”, descrive l’amore come atto non solo di coraggio, bensì un sentimento più grande, a tratti perché no mistico e divino, sposandosi così in un atto di fede. Anche il brano “Come cambia il vento” si sofferma sulla bellezza delle possibilità, basta spostarsi e si modifica il punto di vista.
Nel corso della sua carriera, Stefano Mordenti ha collaborato con figure di rilievo del panorama musicale italiano come Fabrizio “Simoncia” Simoncioni (Litfiba, Ligabue, Negrita), Ettore Diliberto (Custodie Cautelari) e Gianluigi “Cabo” Cavallo (ex Litfiba). Ha registrato in studi noti a livello nazionale, come il DPoT Studio di Prato e Hukapan, storica sede di produzione di Elio e le Storie Tese, ed è stato edito da realtà editoriali come Lungomare, Universal/Virgin e Milano Music Play. Per onorare la sua gavetta e passione musicale, ha scelto di inserire nel disco anche la cover di Tziganata, brano dei Liftiba, avallata e aprezzata anche dallo stesso Ghigo Renzulli fondatore della band. Questa canzone si inserisce sia stilisticamente in relazione alle altre tracce, ma anche a livello di tematiche perché racconta la storia di Eva, una ragazza che balla contro il proprio destino, diventandone allo stesso tempo protagonista.
Dove andrò quindi diventa una domanda e allo stesso una risposta, un gesto che impone di seguire e scegliere un percorso, senza dover essere per forza integralisti, lasciandosi quindi trascinare dagli eventi, in maniera però attiva e non passiva.
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