TOR BELLA MONACA TEATRO FESTIVAL: Gli spettacoli in scena dal 22 al 27 luglio

Una nuova settimana di appuntamenti al Tor Bella Monaca Teatro Festival.
Martedì 22 e mercoledì 23 luglio (ore 21) va in scena LA CREATURA DEL DESIDERIO di Andrea Camilleri, con Massimo Venturiello che ne cura anche l’adattamento e la regia.
Siamo nel 1912. Un anno dopo la morte di Gustav Mahler, la sua giovane vedova, Alma, celebre per essere “la più bella ragazza di Vienna” e appena trentenne, incontra il pittore Oskar Kokoschka. Tra i due nasce una storia d’amore dirompente, fatta di erotismo, creatività e drammatica intensità. Lettere appassionate, viaggi, fughe, e una gelosia divorante scandiscono due anni di relazione febbrile. Ma l’animo irrequieto di Alma mal sopporta l’ossessiva gelosia e il violento bisogno di possesso di Kokoschka e la donna pone fine a questa travolgente passione. Il giovane pittore, devastato dall’abbandono, parte perla guerra con il cuore in pezzi. Al suo ritorno, reduce da una ferita alla testa, profondamente segnato dal conflitto e incapace di superare il dolore della perdita, arriva a commissionare una bambola con le sembianze di Alma, un surrogato inquietante della donna amata. Questa è la storia. Un viaggio nelle pieghe più oscure dell’animo umano, dove il desiderio si trasforma in ossessione e l’amore in selvaggio controllo dell’altro. In un tempo in cui le relazioni si riflettono sempre più spesso nella superficialità del virtuale, il testo esplora dinamiche antiche eppure, attualissime: il bisogno d’amore che si confonde con il dominio, il confine sottile tra passione e ossessione, e il tragico destino di chi non riesce ad accettare il rifiuto. Una ballata noir in cui voce e musica costruiscono una partitura unica che rende possibile l’evocazione di un racconto in cui espressionismo e dramma costruiscono un avvincente vortice emotivo e narrativo. La musica Klezmer non accompagna ma compone insieme alla voce dell’attore la parabola ritmica di una scrittura serrata e intensa.
Sempre martedì 22 e mercoledì 23 luglio (ore 21), in Sala Piccola, Marco Bocci e Fabrizio Sabatucci portano in scena LA DISTANZA DALLA LUNA, un recital teatral-musicale che nasce dall’esigenza di raccontare il tempo che viviamo attraverso uno spettacolo teatrale, il cui testo originale trae ispirazione dalla figura di Papa Celestino V e dal messaggio universale di pace che ci ha lasciato in eredità, parte fondante del progetto stesso. Il 13 dicembre 1294 Celestino V, nel corso di un concistoro, diede lettura della sua rinuncia al pontificato.
La storia che verrà rappresentata parte da questo momento: due protagonisti della Chiesa di quell’epoca Papa Celestino V e il suo successore Papa Bonifacio VIII. Parole di profonda umanità che verranno messe in scena e che sono ancora attuali.
Questo è il testo originale, che è andato perduto, è giunto sino a noi, attraverso l’analoga bolla di Papa Bonifacio VIII: “Io Papa Celestino V, spinto da legittime ragioni, per umiltà e debolezza del mio corpo e la malignità della Plebe [di questa città], al fine di recuperare con la consolazione della vita di prima, la tranquillità perduta, abbandono liberamente e spontaneamente il Pontificato e rinuncio espressamente al trono, alla dignità, all’onere e all’onore che esso comporta, dando sin da questo momento al sacro Collegio dei Cardinali la facoltà di scegliere e provvedere, secondo le leggi canoniche, di un pastore la Chiesa Universale”.
Le vite di uomini e di donne affrancati dalla violenza e costretti a vivere in condizioni di estremo disagio e obbligati a subire atti di violenza inaccettabili, ma anche e soprattutto la speranza che diventa un segno di libertà. Il progetto presenta uno specchio fedele dei costumi della vita, conferendo alle vicende dei personaggi la naturalezza dei loro tratti luminosi. Come diceva Shakespeare, “noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno è raccolta la nostra breve vita”: dobbiamo impegnarci per salvare tutti insieme lo spazio concesso ai nostri sogni.
Successivamente, giovedì 24 luglio (ore 21) è la volta di Ulderico Pesce e del suo I SANDALI DI ELISA CLAPS. “I sandali di Elisa Claps” narra la storia di Elisa, la ragazza di 16 anni che viene uccisa da Danilo Restivo nel sotto tetto della chiesa della Trinità di Potenza dove rimane nascosta per lunghi 17 anni con la complicità, evidente, di molti rimasti ignoti. I fatti sono narrati da Antonio, il padre di Elisa, tabaccaio di Potenza, persona semplice che amava coltivare e proteggere rose profumate. Un uomo che, nella lunga ricerca della verità sulla sorte della figlia, aveva perso qualsiasi tipo di fiducia sia nei confronti della magistratura che nei confronti della chiesa. Antonio è rimasto chiuso nel suo dolore, mai un’esposizione pubblica, tutte le domande, le perplessità, i dubbi, i momenti di rabbia e di sconcerto, sono rimasti dentro un padre che amava la figlia. Il dolore gli ha fatto ammalare il cuore e poi un tumore l’ha ucciso. Ha vissuto però sereno con il suo male, felice di cibarlo, perché è stato proprio il tumore che l’ha riportato tra le braccia della sua amata Elisa.
Contemporaneamente, in sala piccola, giovedì 24 luglio e venerdì 25 luglio (ore 21) appuntamento con UNO FISSO, spettacolo scritto e diretto da Martina Francese.
Un lavoro inedito dedicato all’annoso problema della Ludopatia. UNO FISSO porta in scena tre giovani con nature diverse, che concorrono alla descrizione di un disturbo comportamentale ormai molto diffuso e che spesso tocca le giovani generazioni. Una sempre più crescente incapacità a governare gli impulsi, una vulnerabilità evidente e fragilità che fanno di questo lavoro un piccolo viaggio dentro un mondo giovanile sommerso che vive questo dramma in silenzio evitando quelli che potrebbero essere gli aiuti esterni, capaci invece di determinare un percorso di recupero risolutorio.
IL VOLPONE di Ben Jonson con la regia di Carlo Emilio Lerici va in scena, invece, venerdì 25 luglio (ore 21).
Questo nuovo adattamento trasforma la commedia in un vero e proprio vaudeville, ricco di situazioni apertamente comiche e battute in serie. Un fuoco di fila di invenzioni che conducono a sviluppi nuovi ed imprevedibili. Siamo nella prima metà del ‘900, il ricco Volpone, con l’aiuto della sua serva Mosca, ha ingannato la città facendo credere che sta morendo, e tre cittadini si mostrano disposti a compiere atti sempre più estremi, ciascuno di loro convinto che questa cosa indurrà Volpone a nominarlo come suo unico erede. Qualcuno di loro riuscirà a realizzare il proprio obiettivo? E Mosca sarà in grado di superare il maestro dell’inganno? Una commedia di inganni, avidità e ironia travolgente, capace di regalare risate a raffica e di coinvolgere il pubblico in un intreccio irresistibile.
Un altro classico, l’ANFITRIONE di Plauto con la regia di Emilio Solfrizzi, va in scena sabato 26 luglio (ore 21). Anfitrione è una delle commedie più celebri di Plauto. La trama ruota attorno a un soldato di nome Anfitrione e al suo servo Sosia, che tornano a casa dopo una lunga campagna militare. Tuttavia, Giove, affascinato dalla bella moglie di Anfitrione, Alcmena, decide di assumerne l’aspetto per conquistarla. Nel frattempo, il vero Anfitrione ignaro, si scontra con Sosia e si sviluppano una serie di equivoci, situazioni buffe e colpi di scena. Inganni che creano una girandola di situazioni esilaranti in cui i personaggi si confondono sulla vera identità di chi hanno di fronte offrendo al pubblico uno spettacolo spassoso e leggero. Un’opera incredibilmente divertente ma anche una fonte preziosa e importante per il suo valore storico linguistico che può essere usata come lente attraverso cui analizzare e commentare la contemporaneità.
Insomma, un Plauto modernissimo: quante volte pensiamo di aver di fronte qualcuno ed invece abbiamo di fronte qualcun altro sbagliando le nostre valutazioni? O viceversa: quanto spesso non siamo all’altezza dei ruoli che gli altri ci danno?
Questo ormai accade tanto nella vita vera, quella di tutti i giorni, quanto (se non soprattutto) in quella digitale, quella dei social.
Infine, domenica 27 luglio (ore 21) torna Cinzia Leone con il suo MAMMA SEI SEMPRE NEI MIEI PENSIERI, SPOSTATI!
Cinzia Leone, un’autentica “animale da palcoscenico”, guiderà il pubblico in un viaggio divertente e toccante alla scoperta della “mammità”, esplorando con leggerezza e profondità il distacco dal cordone ombelicale, l’influenza delle madri sulle proprie figlie e il circolo che si perpetua di generazione in generazione. Lo spettacolo offre uno spunto comico su come una madre, nel bene e nel male, condiziona i pensieri e i comportamenti della figlia, trasmettendo un’impronta che si ripercuote sulle generazioni future. Il pubblico vivrà un’esperienza unica, dove Cinzia Leone, con la sua energia e il suo linguaggio senza filtri, esplorerà tematiche universali e talvolta imbarazzanti, come il rapporto tra madre e figlia, la complicità e le difficoltà del legame. Un mix di riflessioni sul cordone ombelicale, simbolo di un amore profondo, ma anche di un legame che spesso crea insicurezze e conflitti interiori. La spettacolarità del monologo è arricchita dalla presenza di una “suggeritrice vivente”, una curiosa forma meta-teatrale che aggiunge un elemento di spontaneità e imprevedibilità allo spettacolo.
Qual è la tua reazione?






