Turismo a due ruote, quando il cicloturismo è dietro casa

Avete presente quando per mille motivi dovete tornare presto a casa o non avete voglia di fare lunghi viaggi di trasferimento? Esiste una alternativa che io chiamo Cicloturismo dietro casa
Se ho destato la vostra curiosità è il momento di continuare a leggere, perché state per scoprire una cosa nuova o per codificare quello che già fate da tempo. Soprattutto, è il momento di preparare la bicicletta, perché fra poco si parte.
Il cicloturismo dietro casa è per definizione fisicamente poco impegnativo, molto sostenibile, divertente e molto spesso sorprendente. In tutte le regioni italiane, nel raggio di pochi chilometri dalla città, esistono pezzi di storia, bellezze naturalistiche, architettoniche e ingegneristiche a volte poco considerate.
Si raggiungono partendo direttamente da casa in bicicletta, oppure con brevissimi viaggi in treno. Diciamo che ci vuole un po’ di interesse e un minimo di malizia per scoprire le cose dietro casa. Se poi ci si mette anche un po’ di passione per la fotografia, i risultati diventano sorprendenti.
Cicloturismo dietro casa: dove andare e come fare a capirlo
All’inizio sembra difficile, poi lo diventa per davvero. I siti dove trovare spunto sono decine. Meglio fare una selezione. Oltre alla possibilità offerta da Komoot, di cui parlerò fra poco, ci sono siti regionali, stringhe di ricerca dedicate, cose viste di sfuggita sui social, in rete c’è di tutto.
I siti migliori sono quelli che dispongono di tracce gpx con qualche foto e una relazione asettica. Stabilire se un percorso è facile o meno richiede spesso capacità di valutazione troppo personali.
40 km con 300 metri di dislivello per molti sono una passeggiata, per altri una fatica improba. Quindi meglio controllare il percorso e l’altimetria e farsi una opinione personale in base alle proprie capacità. Un piccolo database di spunti incontrati per caso girando in rete diventa un serbatoio di idee inestimabile.
Cosa serve? Entusiasmo, curiosità e un minimo di attrezzatura
Entusiasmo e curiosità animano da sole il cicloturista, anche alle prime armi. Parliamo allora di attrezzatura, quella minima del cicloturista. Una bicicletta in buono stato, anche una Mtb, con le marce.
Eventualmente un portapacchi con borsa o (la mia preferita), direttamente una borsa sottosella, da 5/6 litri, meno capiente, ma molto meno pesante dell’abbinata portapacchi/borsa. Del resto per le uscite brevi viaggiare leggeri è uno dei vantaggi.
Avere la bicicletta in ordine è molto importante per non guastare la soddisfazione delle ore passate pedalando. Quindi occorre avere freni in ordine, catena lubrificata, gomme gonfie e in buono stato, controllando naturalmente che siano in buono stato sia le camere d’aria che i copertoni e poi portarsi qualche attrezzo di emergenza – come una camera di scorta, qualche toppa e naturalmente i leva copertoni.
Completano la dotazione della bicicletta anche i soliti fanali e il campanello, obbligatori per legge per muoversi in strada. Se si esce di sera o si prevede di tornare con il buio, le bretelle ad alta riflettenza sono obbligatorie secondo il Codice della Strada fuori dai centri urbani a partire da mezz’ora dopo il tramonto. Secondo la prudenza, anche una mezz’ora prima.
La questione dell’abbigliamento è veramente molto personale. Io preferisco quello tecnico, specie per i pantaloni con fondello, per non guastare il piacere della pedalata. A volte è solo questione di abitudine.
Cartine o mappe digitali?
Le mappe digitali sono una grande risorsa per chi si sposta in bicicletta. Direi che negli ultimi anni hanno avuto una potente conversione verso lo user friendly tali da farle diventare veramente semplici da impostare e utilizzare, fino a soppiantare quasi completamente le cartine stampate.
A titolo di esempio, io uso l’app Komoot (caricata su Pc e telefono). Nella indecisione della meta, l’app consente di scegliere una località di partenza, selezionare il tipo di attività (gravel, cicloturismo…), di impostare il raggio di azione della ricerca (da 5 km in poi), di filtrare i risultati per durata, difficoltà, luogo di partenza (per esempio la stazione ferroviaria), dislivello, superficie e tipo di tragitto, in linea oppure ad anello.
Alla fine della scelta, il risultato è un tragitto già percorso e pubblicato da altri utenti con tanto di fotografie, che può essere scaricato e seguito.
Infine, il connubio treno+bici
Non è una invenzione, non sempre è agevolata, ma viaggiare con bici al seguito, specie nei fine settimana e sulle tratte meno trafficate (niente posti da overturism) sta diventando sempre più comodo e diffuso.
Per fare pratica consigliamo di programmare tragitti ferroviari brevi, con pochi cambi (meglio se senza cambi), magari facendo attenzione a percorrere inizialmente strade già conosciute perché, come in ogni altra occasione, occorre prendere dimestichezza con i nuovi strumenti.
In diverse regioni, la bicicletta sui treni regionali non paga supplemento. L’abbinamento treno più bici apre un panorama vastissimo di possibilità di uscite anche brevi, ma occorre ricordarsi che non tutti i convogli sono adatti al carico della bicicletta, alcuni hanno posti riservati o dedicati.
Nel novero del cicloturismo dietro casa escluderei i treni ad alta velocità e lunghe percorrenze, tipo Frecciarossa, dove la bicicletta entra solo se smontata e impacchettata.
A scanso di equivoci, è bene ricordare che il capotreno sul convoglio è il padrone del vapore. In ogni caso, se ritiene opportuno che la bicicletta non possa salire per motivi di sicurezza (per esempio affollamento), occorre scendere.
Andare in gruppo è divertente…
… ma anche molto complicato, per eterogeneità dei partecipanti e per difficoltà oggettiva di spostare diverse persone in contemporanea. Meglio fare pratica da soli o in coppia. Una volta acquisita la necessaria dimestichezza si fa il passo successivo.
Naturalmente dietro casa non vuol dire frettoloso: foto e possibilità di riflessione fanno parte delle attività del cicloturista. Buon viaggio!
Crediti immagine: Depositphotos
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Marco Fardelli architetto e designer, ogni anno percorre circa 3.500 km in bicicletta in città, in ogni stagione, per "razionalizzare la mobilità urbana cambiandone l'orientamento, i mezzi e i metodi di spostamento" | Facebook | CityBustoBikeL'articolo Turismo a due ruote, quando il cicloturismo è dietro casa è stato pubblicato su GreenPlanner Magazine.
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