Ucraina, Tajani: “No all’invio di truppe ma aiuteremo per lo sminamento”

“Non c’è nessuna crisi diplomatica” sull’asse Italia-Francia. Dopo l’affondo di Matteo Salvini contro la proposta dell’invio di truppe europee in Ucraina del presidente francese Emmanuel Macron, bollato come “un po’ troppo permaloso” dal vicepremier e leader della Lega, a seguito della decisione di Parigi di convocare l’ambasciatrice italiana in Francia Emanuela D’Alessandro, interviene Antonio Tajani per provare a gettare acqua sul fuoco. Il vicepremier azzurro e ministro degli Esteri ribadisce un concetto già espresso in analoghe occasioni passate: “La politica estera la fanno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri. Se si devano far valere delle ragioni, si vince con la forza delle idee e non con la violenza delle parole”.
Mentre il quotidiano francese Le Monde accusa Salvini di aver “aggiunto una nuova voce alla lunga lista di crisi diplomatiche che hanno gravato sulle relazioni franco-italiane”, descrivendo il segretario della Lega come un leader di estrema destra che “si distingue come la principale figura politica ad aver mantenuto i legami più stretti con il Cremlino”, il titolare della Farnesina fa sapere che “i colloqui tra la presidente del Consiglio e il presidente francese e i colloqui miei con il ministro degli Esteri francese sono frequenti. Con Barrot ho parlato a lungo ieri, abbiamo preparato il G7”.
Non si lascia attendere la replica del Carroccio. “La schiettezza che contraddistingue noi della Lega può sembrare a volte ruvida, ma spesso si è rivelata proprio la voce della ragione. Meglio essere chiari oggi che avere pantani militari domani. Salvini lo ha ribadito nettamente: l’Italia non deve farsi trascinare in ipotesi di invio di soldati in Ucraina“, è il pensiero del capogruppo leghista al Senato, Massimiliano Romeo.
Dal canto suo, quindi, il segretario di Forza Italia chiarisce che “noi non siamo per inviare truppe” in Ucraina, “ma potremmo dare un contributo importante data la grande esperienza che abbiamo per lo sminamento, sia marittimo che terrestre”.
La premier Giorgia Meloni, in vacanza per qualche giorno a Locorotondo, in Puglia, continua a non esprimersi per il momento sulla questione. Ma nel Giorno dell’indipendenza dell’Ucraina, che si celebra il 24 agosto in ricordo della dichiarazione di indipendenza nel 1991, sul profilo X di Palazzo Chigi trova spazio un post in cui si ribadisce che “l’Italia è con il popolo ucraino nella sua lotta coraggiosa per la libertà e per il raggiungimento di una pace giusta e duratura”.
Intanto, in collegamento dal Meeting di Rimini, Tajani ha partecipato a un incontro dei ministri degli Esteri del G7 sull’Ucraina, a cui ha preso parte anche l’omologo di Kiev, Andrii Sybiha. “L’unità transatlantica è fondamentale per rafforzare il percorso che porta alle trattative con Mosca. Oggi con i miei colleghi G7 – ha commentato Tajani – abbiamo dato un forte segnale politico di sostegno al ministro ucraino per raggiungere una pace giusta e duratura, fondata sulle decisioni sovrane ucraine. Lavoriamo per solide garanzie di sicurezza, che dovranno favorire la pace e la stabilità in Europa”.
La polemica politica però non si placa. Il leader di Azione, Carlo Calenda, nel ricordare che “gli ucraini stanno insegnando a noi e al mondo che solo il coraggio preserva la libertà”, parla di “disonore per tutti gli ‘indifferenti’ e alle ‘anime morte’ che li deridono, li dileggiano e li danno per sconfitti e per quei politicanti da strapazzo – M5S e Lega in primis – che li vorrebbero abbandonare per compiacere Putin”. Mentre Riccardo Magi si scaglia contro un video sui social dell’ambasciata russa in Italia, secondo cui “non c’è nulla da festeggiare” per la Festa d’indipendenza dell’Ucraina. Il segretario di +Europa lo definisce “vergognoso e farneticante” e chiama in causa proprio il ministro degli Esteri: “Tajani dovrebbe convocare l’ambasciatore e ricordargli da che parte sta l’Italia. Noi stiamo con l’Ucraina e con la resistenza alla violenza russa”.
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