Ue cerca il rilancio dell’industria chimica con un Piano d’azione e la semplificazione

Bruxelles – Quattro pilastri, e un pacchetto di semplificazione per rispami annui di 363 milioni di euro, per il rilancio dell’industria chimica europea che, a detta del vice presidente esecutivo della Commissione europea per la Prosperità e la Strategia Industriale, Stéphane Séjourné, “è la madre di tutte le industrie, con oltre il 96 per cento dei beni prodotti che dipendono da essa“. E’ quanto ha lanciato oggi la Commissione europea. L’obiettivo è rafforzare la competitività e la modernizzazione del settore chimico dell’Ue. In questo senso, “il piano d’azione affronta sfide chiave, ovvero gli elevati costi energetici, la concorrenza globale sleale e la debolezza della domanda, promuovendo al contempo gli investimenti in innovazione e sostenibilità”, precisa l’esecutivo Ue. E il documento è accompagnato da un pacchetto Omnibus sulla semplificazione delle sostanze chimiche – il sesto presentato finora dalla Commissione in questo mandato – per snellire la legislazione chiave dell’Ue in materia di sostanze chimiche e da una proposta per rafforzare la governance e la sostenibilità finanziaria dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa).
Il piano d’azione si compone di 4 misure: resilienza e parità di condizioni, energia, mercati trainanti e Pfas. In particolare, emerge – rispetto alla prima misura relativa alla resilienza e alla parità di condizioni – la nascita della Alleanza per le sostanze chimiche critiche. Di fatto, la Commissione istituirà, insieme agli Stati membri e alle parti interessate, un’Alleanza per le sostanze chimiche critiche (Critical Chemical Alliance) per affrontare i rischi di chiusura di capacità nel settore. Individuerà i siti di produzione critici che necessitano di supporto politico e affronterà questioni commerciali come la dipendenza e le distorsioni della catena di approvvigionamento. La Commissione applicherà poi “rapidamente” misure di difesa commerciale per garantire una concorrenza leale, ampliando il monitoraggio delle importazioni di sostanze chimiche attraverso l’attuale task force per la sorveglianza delle importazioni. L’Alleanza allineerà le priorità di investimento, coordinerà i progetti Ue e nazionali, inclusi i Progetti Importanti di Comune Interesse Europeo (Ipcei), e sosterrà i siti produttivi critici dell’Ue per promuovere l’innovazione e la crescita regionale.
Sul fronte dell’energia a prezzi accessibili e sulla decarbonizzazione, la Commissione attuerà “a pieno ritmo” il Piano d’azione per l’energia a prezzi accessibili per abbassare gli elevati costi dell’energia e delle materie prime. “Ha introdotto norme chiare per l’idrogeno a basse emissioni di carbonio e aggiornerà gli aiuti di Stato per ridurre i costi dell’elettricità per un maggior numero di produttori chimici entro la fine dell’anno. Il piano incoraggia inoltre l’utilizzo di fonti di carbonio pulite come la cattura del carbonio, la biomassa e i rifiuti, oltre al sostegno alle energie rinnovabili”, ha precisato la Commissione ricordando che oggi è stata anche avviata una consultazione pubblica sul miglioramento del riciclaggio chimico.
Per procedere sul fronte dell’innovazione e dei mercati trainanti, il Piano d’azione evidenzia incentivi fiscali e misure fiscali per stimolare la domanda di prodotti chimici puliti. “L’imminente legge sull’acceleratore di decarbonizzazione dell’industria definirà le norme Ue in materia di contenuti e sostenibilità per sostenere la crescita del mercato e gli investimenti in tecnologie pulite. La futura strategia per la bioeconomia e la legge sull’economia circolare stimoleranno l’efficienza delle risorse dell’Ue, il riciclo dei prodotti chimici e rafforzeranno il mercato delle alternative biologiche e riciclate agli input fossili”, si legge nei documenti della Commissione. Inoltre, Bruxelles lancerà inoltre poli di innovazione e sostituzione dell’Ue e mobiliterà i finanziamenti dell’Ue nell’ambito di Orizzonte Europa (2025-2027) per accelerare lo sviluppo di sostituti chimici più sicuri e sostenibili.
Il quarto elemento riguarda le sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (Pfas). Qui “il piano d’azione ribadisce l’impegno della Commissione a ridurre al minimo le emissioni di Pfas attraverso una restrizione solida e scientifica, garantendo al contempo l’uso continuo in applicazioni critiche, a condizioni rigorose, laddove non siano disponibili alternative che saranno proposte rapidamente dopo il parere dell’Echa. La Commissione investirà inoltre nell’innovazione, promuoverà la bonifica basata sul principio ‘chi inquina paga’ e darà priorità allo sviluppo di alternative più sicure”. Proprio su questo aspetto, la commissaria all’Ambiente Jessika Roswall ha ricordato in conferenza stampa che “i Pfas sono una fonte di crescente preoccupazione e c’è urgenza di agire” e perciò “il piano d’azione odierno sostiene la transizione verso l’abbandono dei Pfas”.
Intanto oggi la Commissione ha anche presentato un pacchetto di semplificazione per il settore per ridurre i costi di conformità e gli oneri amministrativi per l’industria chimica. Ciò include la semplificazione delle norme sull’etichettatura delle sostanze chimiche pericolose, il chiarimento della normativa Ue sui cosmetici e la semplificazione della registrazione dei prodotti fertilizzanti Ue, allineando i requisiti informativi alle norme standard Reach (Regolamento sulla registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche), per le sostanze chimiche. Secondo Bruxelles, queste misure consentiranno al settore di risparmiare almeno 363 milioni di euro all’anno. Mentre la proposta di regolamento di base dell’Echa fornirà all’Agenzia europea per le sostanze chimiche “le risorse, la flessibilità e gli adattamenti strutturali necessari per adempiere ai compiti previsti dal suo crescente mandato, che ora include responsabilità derivanti da molteplici normative Ue, in particolare in materia di classificazione ed etichettatura, biocidi, importazione ed esportazione di sostanze chimiche pericolose, gestione dei rifiuti e gestione delle acque”.
Infine, agli occhi di Bruxelles il settore chimico è “vitale per l’economia europea” e sostiene la produzione di quasi tutti i beni, fornendo materiali e tecnologie essenziali alle industrie tra cui l’automotive, l’edilizia, la sanità, l’agricoltura, le tecnologie pulite e la difesa. “È ovunque: dalle batterie, alle polveri e ai materiali che garantiscono la nostra difesa militare, ai farmaci e agli oggetti connessi che usiamo ogni giorno”, ha dettagliato Séjourné. Per il vice presidente esecutivo “la posta in gioco è alta” e “sostenere l’industria chimica significa sostenere oltre il 90 per cento della catena del valore industriale da cui dipende la competitività dell’Europa” e “significa sostenere 1,2 milioni di posti di lavoro diretti“. Ma il settore è “in difficoltà”, con “le vendite globali dell’industria chimica europea che sono diminuite di quasi il 50 per cento dal 2003” e “negli ultimi anni la chiusura di più di 20 grandi siti”.
A stroncare il pacchetto presentato oggi sono i Verdi all’Eurocamera con il presidente del gruppo, Bas Eickhout, che ha parlato di “tutela della salute” che “viene travolta per aumentare i profitti dell’industria chimica”. Secondo Eickhout, “con questa nuova proposta di deregolamentazione delle sostanze chimiche, la Commissione europea sta minando la trasparenza per i consumatori e, soprattutto, mettendo a rischio le persone e il loro ambiente“. E “l’indebolimento della legislazione sui cosmetici, in particolare, è molto preoccupante. Autorizzando l’uso di alcune sostanze cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione (Cmr) nei cosmetici e nei prodotti per la cura della persona – finora vietate – la Commissione sta creando un grave rischio per la salute dei cittadini europei. In questo modo non solo si mette a rischio la salute, ma si erode anche la fiducia degli europei”. Inoltre, “annullando le norme sull’etichettatura delle sostanze pericolose, adottate solo lo scorso anno, la Commissione penalizza le aziende che hanno effettuato gli investimenti necessari per adeguarsi alla nuova legislazione, premiando quelle che sono in ritardo”.
E un altro ‘No’ è arrivato dai socialisti, con Christophe Clergeau, vicepresidente S&D per il Green Deal che ha evidenziato che “l’attuale approccio della Commissione alla semplificazione della legislazione sulle sostanze chimiche è profondamente preoccupante” ed “è probabile che le misure proposte aumentino l’esposizione a sostanze chimiche pericolose sia per le persone che per l’ambiente. Invece di continuare a consentire l’uso di sostanze cancerogene e altre sostanze tossiche, la Commissione dovrebbe concentrarsi sull’incentivazione e la ricompensa delle aziende che investono in un’economia sostenibile e non tossica”.
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