Bruxelles – Meno perdite di tempo in oneri amministrativi così da dedicarlo all’attività aziendale, per il bene di innovazione ed espansione. E poi riordino delle normative europee per consentire risparmi alle imprese almeno cinque miliardi di euro l’anno entro il 2029. La Commissione europea rimette mano al settore digitale, con un’opera di semplificazione che tocca l’atto UE sull’intelligenza artificiale a poco più di un anno dalla sua entrata in vigore. Poche proposte emendative mirate, ma di grande portata e per questo considerate come indispensabili, presentate “con l’obiettivo di creare un ambiente imprenditoriale più favorevole per le aziende europee”, sottolinea il commissario per l’Economia, Valdis Dombrovskis.
Modifiche mirate all’atto sull’intelligenza artificiale
Tenendo fede all’agenda di lavoro per il 2025, incentrata sulla semplificazione normativa di ampio respiro, la Commissione europea propone modifiche alla legge sull’intelligenza artificiale per estendere alcune semplificazioni concesse alle piccole e medie imprese (PMI) e alle piccole imprese a media capitalizzazione (PMI), inclusi requisiti semplificati per la documentazione tecnica. Misura, questa, che dovrebbe produrre un risparmio stimato di almeno 225 milioni di euro all’anno. In secondo luogo si intende ampliare le misure di conformità in modo che un maggior numero di innovatori possa avvalersi di strumenti normativi di riferimento e più test in situazioni reali, soprattutto in settori chiave come l’automotive. Ancora, si intende rafforzare i poteri dell’Ufficio per l’intelligenza artificiale e centralizzare la supervisione dei sistemi di intelligenza artificiale basati su modelli di intelligenza artificiale generici, riducendo la frammentazione della governance.
“Colmare il divario di innovazione e ridurre la burocrazia sono fattori chiave per aumentare la produttività dell’UE, e il nostro pacchetto Omnibus per il digitale si propone di fare entrambe le cose”, sintetizza Dombrovskis.
Revisione del regolamento GDPR sui dati personali
L’opera di miglioramento della condizione di produzione e attività per le aziende attive nel settore digitale si traduce anche in un’armonizzazione delle regole in materia di segnalazioni di eventuali incidenti di sicurezza informatica.
Attualmente le imprese sono tenute a segnalarli ai sensi di quattro diverse normative, vale a dire la direttiva NIS2, il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e la legge sulla resilienza operativa digitale (DORA). Si vuole superare questa situazione attraverso un punto di accesso unico di segnalazione di disguidi. Inoltre si intende fondere i diversi atti legislativi “per una maggiore chiarezza giuridica” a misura di aziende.
“L’obiettivo delle modifiche mirate a GDPR è preservare l’efficacia e l’integrità di questo regolamento storico, rispondendo al contempo alle richieste delle parti interessate di chiarire, semplificare e armonizzare il GDPR”, chiarisce Michael McGrath, commissario per la Democrazia, la Giustizia, lo Stato di Diritto e la Tutela dei Consumatori. “È essenziale che l’Unione europea agisca per garantire la semplificazione e la competitività, mantenendo al contempo un elevato livello di protezione dei diritti fondamentali delle persone, ed è proprio questo l’equilibrio raggiunto da questo pacchetto”.
Portafoglio digitale per le imprese, strumento per risparmi da 150 miliardi
Infine la Commissione mira alla creazione di uno strumento digitale unificato, per consentire alle imprese di digitalizzare operazioni e interazioni che in molti casi devono ancora essere svolte di persona. Firme digitali, scambio di documenti e informazioni, o ancora espandere un’attività in altri Stati membri, pagare le tasse e comunicare con le autorità pubbliche: tutto sarà informatizzato così da risparmiare tempo e soprattutto denaro: “Presupponendo un’ampia diffusione”, l’esecutivo comunitario stima che i Portafogli Aziendali Europei consentiranno alle aziende europee di ridurre i processi e i costi amministrativi, generando così fino a 150 miliardi di euro di risparmi ogni anno.
Secondo Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, quella tracciata dal collegio dei commissari con queste iniziative è la strada giusta: “Riducendo la burocrazia, semplificando le leggi dell’UE, aprendo l’accesso ai dati e introducendo un portafoglio aziendale europeo comune, diamo spazio all’innovazione affinché possa realizzarsi e essere commercializzata in Europa”.