Un esopianeta troppo vicino innesca brillamenti dalla stella ospite


Sembra che un giovane esopianeta gigante gassoso stia causando l’emissione di esplosioni energetiche da parte della sua stella ospite
Sembra che un giovane esopianeta gigante gassoso stia causando l’emissione di esplosioni energetiche da parte della sua stella ospite.
Questa scoperta, che proviene dagli astronomi dell’Istituto olandese di radioastronomia (ASTRON) e da collaboratori in Germania, Svezia e Svizzera, è la prima prova che i pianeti influenzano attivamente le loro stelle, piuttosto che limitarsi a orbitare intorno ad esse.
“Fino ad ora, avevamo visto solo stelle brillare da sole, ma i teorici hanno a lungo sospettato che i pianeti vicini potessero disturbare i campi magnetici delle loro stelle abbastanza da innescare ulteriori brillamenti”, spiega Maximilian Günther, scienziato del progetto dell’Agenzia spaziale europea Cheops (Characterising ExOPlanet Satellite).
“Questo studio offre ora il primo indizio osservazionale che questo potrebbe effettivamente accadere”.
La maggior parte delle stelle produce brillamenti almeno occasionalmente.
Questo perché mentre girano, accumulano energia magnetica, un processo che Günther paragona alle dinamo delle biciclette.
“Quando le loro linee attorcigliate del campo magnetico occasionalmente si spezzano, rilasciano raffiche di radiazioni”, spiega.
“Il nostro Sole si comporta regolarmente in questo modo e sperimentiamo le sue esplosioni di energia come parte della meteorologia spaziale sulla Terra”.
Le particelle cariche che seguono tali brillamenti, aggiunge, sono responsabili delle aurore ai poli del nostro pianeta.
Nell’ultimo lavoro, descritto in dettaglio su Nature, Ekaterina Ilin e colleghi di Astron hanno utilizzato il puntamento di precisione di Cheops per effettuare osservazioni più dettagliate del sistema HIP 67522.
Queste osservazioni hanno rivelato un totale di 15 brillamenti, e Ilin osserva che quasi tutti sembravano venire verso di noi mentre HIP 67522 b transitava davanti al suo ospite visto dalla Terra.
Questo è significativo, dice, perché suggerisce che i brillamenti sono stati innescati dal pianeta, piuttosto che da qualche altro processo.
“Questa è la prima volta che vediamo un pianeta influenzare la sua stella ospite, ribaltando le nostre precedenti ipotesi secondo cui le stelle si comportano in modo indipendente”, dice.
Il team di ASTRON stima che HIP 67522 b sia esposto a circa sei volte più brillamenti di quanto sarebbe se non ne innescasse alcuni da solo. Questo è un livello insolitamente alto di radiazioni e può aiutare a spiegare le recenti osservazioni del James Webb Space Telescope (JWST) che mostrano che HIP 67522 b sta perdendo la sua atmosfera più velocemente del previsto.
“Il nuovo studio stima che il pianeta stia dimezzando la vita della propria atmosfera”, dice Günther. “Potrebbe perdere la sua atmosfera nei prossimi 400-700 milioni di anni, rispetto al miliardo di anni che avrebbe altrimenti”.
Se un fenomeno del genere si rivelasse comune, aggiunge, “potrebbe aiutare a spiegare perché alcuni giovani pianeti hanno atmosfere gonfiate o si evolvono in mondi più piccoli e più densi. E potrebbe informare il modo in cui vediamo la demografia dei ‘pianeti adulti'”.
Una grande domanda senza risposta, dice Günther, è se il pianeta leggermente più distante HIP 67522 c mostri interazioni simili con il suo ospite.
“Confrontare i due sarebbe incredibile, non solo raddoppiando la dimensione del campione, ma rivelando come la distanza dalla stella influenzi le interazioni magnetiche”.
I ricercatori di ASTRON dicono di voler capire anche il campo magnetico di HIP 67522 b stesso.
Più in generale, hanno in programma di cercare altri sistemi simili, sperando di scoprire quanto siano realmente comuni.
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