A Gaza scoppia la guerra tra bande: dopo la pace di Trump, esecuzioni e rese di conti tra Hamas e i clan

Ottobre 15, 2025 - 20:00
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A Gaza scoppia la guerra tra bande: dopo la pace di Trump, esecuzioni e rese di conti tra Hamas e i clan

Quando lo scorso fine settimana era stata diffusa la notizia dell’uccisione di un giornalista, Saleh al Jafarawi, a Gaza City, dopo la firma del cessate il fuoco nell’ambito dell’accordo mediato dal Donald Trump, era emersa la pista di una resa i conti tra bande: organizzazioni che si spartiscono il potere sul territorio. Nella Striscia di Gaza, insomma, è finito o quantomeno sospeso il tempo delle operazioni militari israeliane ma è il momento delle vendette, delle rese dei conti tra clan, tra accusati di collaborazionismo.

Sarebbero già decine le vittime. Le operazioni sono scattate dopo la riconsegna dei venti ostaggi israeliani ancora in vita. Come scrive anche lo specialista di spionaggio e terrorismo del Corriere della Sera, Guido Olimpio, Hamas avebbe sguinzagliato le sue forze di polizia, la Arrow Unit e le Unità Ombra. Gli obiettivi sarebbero alcuni clan storici della Striscia, famiglie e milizie rivali. I Doghmosh, la al Majaida, i gruppi supportati da Israele come quelli di Hussam al Astal e Abu Shabab.

Alcuni di questi gruppi hanno nche legami con Fatah, il partito palestinese rivale di Hamas. Hanno guadagnato influenza e potere sul territorio in due anni di guerra, nel caos e nella distruzione causati dalle operazioni militari di Israele via aria e via terra. Come ricostruisce un articolo de Il Post, la tribù Tarabin, le Forze del nord dell’esercito del popolo e la famiglia Abu Zaid hanno organizzato delle piccole parate.

Scontri a fuoco, caccia all’uomo, uccisioni a sangue freddo anche in strada. Alcuni video sono finiti sui social, sui canali Telegram. Il gruppo islamista lunedì ha diffuso le immagini di sette prigionieri fatti inginocchiare e fucilati davanti alla folla. È stato annunciato che ci saranno anche altre esecuzioni: Hamas accusa alcuni di questi gruppi di essere collaborazionisti di Israele. Lunedì il gruppo al Majaida ha diffuso un comunicato in cui si leggeva che avrebbe consegnato tutte le sue armi ad Hamas in quanto ogni arma non utilizzata contro Israele sarebbe da considerarsi un’arma sprecata. Anche il gruppo Doghmosh ha diffuso un comunicato in cui annunciava sostanzialmente la sua resa: nello stesso prendeva le distanze dalla morte del giornalista Saleh al Jafarawi.

Secondo il piano Trump firmato ieri dallo stesso Presidente degli Stati Uniti in Egitto, Hamas dovrebbe comunque intraprendere un percorso di demilitarizzazione e disarmamo.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia