Alpinisti dispersi e morti in Nepal: altri italiani morti, le speranze per Marco Di Marcello

Novembre 6, 2025 - 06:00
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Alpinisti dispersi e morti in Nepal: altri italiani morti, le speranze per Marco Di Marcello

Ancora morte sulle montagne del Nepal. Si aggrava il bilancio dei giorni scorsi, dopo la conferma delle morti di Alessandro Caputo, 28 anni, milanese e maestro di sci, e Stefano Farronato, 50 anni, arboricoltore di Bassano del Grappa, entrambi dispersi da venerdì scorso e ritrovati ieri, arriva la conferma da parte del ministero degli Esteri di altre tre morti, causate dalle valanghe che hanno colpito ad alta quota gruppi di alpinisti. Ancora dispersi, al momento irraggiungibili altri italiani, la cui situazioni le autorità assicurano di seguire da vicino. Due diverse tragedie su due montagne dell’Himalaya.

Sono Paolo Cocco, fotografo di Fara San Martino (Chieti), Marco Di Marcello, 37 anni, biologo e guida alpina di origine abruzzese, e Markus Kirchler, gli altri italiani travolti dalle valanghe. Confermata la morte del primo, gli altri due risultano ufficialmente ancora dispersi. A colpire le vittime una valanga che si è abbattuta sul campo base dello Yalung Ri, a quasi settemila metri nel Nepal centrale, altra cima himalayana, lunedì mattina. Sette in tutto le vittime, secondo quanto riportato dallo sherpa dell’agenzia, testimone oculare. Le altre sono Jakob Schreiber, alpinista tedesco, e Christian Andre Manfredi, trekker francese, oltre a due guide nepalesi: Padam Tamang e Mere Karki. Si nutrivano ancora flebili speranze per Marco Di Marcello, guida abruzzese dispersa, il cui segnale della radio satellitare continuava ad aggiornarsi.

La serie di valanghe che hanno travolto spedizioni internazionali sono andate avanti tra venerdì 31 ottobre e lunedì 2 novembre. Condizioni meteo estreme e operazioni di recupero estremamente complicate hanno provocato le tragedie. La Farnesina, in contatto con il consolato italiano a Calcutta, ha attivato l’unità di crisi: “Diversi connazionali sono irraggiungibili, forse per problemi di comunicazione”. Non mancano le polemiche per i ritardi nei soccorsi: sarebbero arrivate in ritardo le autorizzazioni governative per far alzare in volo gli elicotteri sul tetto del mondo, la zona più impervia del pianeta secondo alcuni esperti sempre più rischiosa e imprevedibile anche a causa dei cambiamenti climatici.

Le salme di Farronato e Caputo intanto sono arrivate a Kathmandu, dovrebbero tornare nei prossimi giorni in Italia dopo l’espletazione di tutte le formalità del caso. Stavano scalando il Panbari Himal, quasi settemila metri sull’Himalaya nepalese, una delle vette più inesplorate e meno scalate, spesso soggetto a condizioni meteorologiche durissime e imprevedibili. Sopravvissuto il capogruppo, Valter Perlino, 64enne veterinario di Pinerolo, che era rimasto al campo base a causa di un infortunio al piede. È stato lui a lanciare l’allarme. Gli alpinisti sono stati sorpresi da forti nevicate al Campo 1.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia