Amministratori di sostegno: il Piemonte apre ai volontari
In Piemonte c’è una figura in più per il sostegno e la cura delle persone non autosufficienti. È la novità introdotta dalla legge regionale Disposizioni per la promozione dell’esercizio, a titolo volontario, degli istituti giuridici di tutore di persone interdette e di amministratore di sostegno approvata il 4 dicembre scorso, primo firmatario il consigliere Silvio Magliano. Il provvedimento – accolto con soddisfazione dalle associazioni del Coordinamento Sanità e Assistenza e dalla Fondazione promozione sociale – permetterà a piemontesi adeguatamente formati di iscriversi a un albo per dare la propria disponibilità a rappresentare persone adulte sottoposte a tutela o amministrazione di sostegno.
«È una novità interessante», sottolinea il segretario dell’associazione Tutori volontari Giuseppe D’Angelo, «che apre al sostegno volontario da parte di persone disponibili senza legami di parentela con il beneficiario. Riteniamo che sia una quarta via importante rispetto alle possibilità già esistenti di assunzione della funzione di tutore o amministratore di sostegno. A fronte di una formazione specifica, i candidati non soltanto potranno essere inseriti in un albo dedicato, ma riceveranno copertura assicurativa ed eventuali benefit ancora da stabilire (entro 90 giorni dall’approvazione della legge, la Giunta regionale ha il compito di redigere il regolamento attuativo, nda): si pensa ad agevolazioni per i mezzi di trasporto pubblico o l’accesso ai musei». La nomina, come sempre, verrà effettuata dal giudice tutelare, che garantirà il pieno controllo sull’operato dell’amministratore/tutore.
Una quarta via possibile
La figura del tutore volontario si aggiunge alle attuali forme di rappresentanza: «La prima è sicuramente la famiglia, che quando c’è è la condizione assolutamente da preferire, la seconda è l’ente pubblico (il sindaco o il presidente del consorzio socio assistenziale di riferimento, nda) che viene nominato tutore o amministratore di sostegno della persona, mentre la terza è la via dei professionisti, in genere avvocati», spiega D’Angelo.

Secondo l’associazione Tutori volontari, «questa seconda e terza via (ente pubblico e professionista, nda) presentano dei limiti: «Innanziutto, il conflitto di interessi perché l’ente pubblico che ha in carico il beneficiario ha in capo anche compiti di assistenza quindi contemporaneamente controllore e controllato, mentre gli avvocati si ritrovano a essere tutori o amministratori di sostegno di molti casi, fino a 50. Come si fa a seguirli adeguatamente?». La quarta via del tutore o amministratore di sostegno volontario, che per essere iscritto all’albo potrà assumere un massimo di due amministrazioni di sostegno, «introduce un nuovo elemento di protezione giuridica fondato sulla relazione solidale, sulla competenza, sull’assenza di conflitti di interesse e pertanto sulla tutela effettiva dei diritti».
Un reclutamento responsabile
C’è un altro elemento su cui D’Angelo pone l’attenzione: la garanzia della competenza. «Il documento pone al centro dell’attenzione la tutela effettiva del beneficiario attraverso un reclutamento responsabile dei volontari. Per essere inseriti nei nuovi elenchi gestiti dagli Uffici provinciali di pubblica tutela, è richiesta formazione specifica, aggiornamento periodico e il rispetto di requisiti specifici definiti dal regolamento in via di emanazione. I giudici tutelari potranno così contare su elenchi di cittadini preparati, consapevoli del proprio ruolo, capaci di interloquire con servizi sanitari, sociali e socio-sanitari e di tutelare, quando necessario, il diritto alla cura e all’assistenza».
Il valore civico del tutore volontario
«Altre regioni come Liguria, Veneto, Toscana, Basilicata e Sardegna hanno già legiferato in tal senso, ma c’è una peculiarità tutta piemontese su cui possiamo contare»: D’Angelo si riferisce al ruolo strategico degli Uffici provinciali di pubblica tutela, per cui la legge prevede risorse dedicate. «Sono il vero fulcro operativo del sistema, incaricati di supportare, coordinare e formare i volontari, che in questo modo non verranno lasciati soli. Sono inoltre previsti fondi per rimborsi spese e coperture assicurative, nonché strumenti di sostegno al volontariato organizzato, rendendo questo impegno sostenibile nel tempo e riconoscendo il suo valore civico».
La fotografia in apertura è di John Moeses Bauan su Unsplash
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