“AN(n)ime – ANimi” lo Zibaldone di Azzalin alla Fondazione Morandini

Con “AN(n)ime – ANimi” (Prova d’Autore), Dino Azzalin conduce il lettore dentro una ricerca radicale, una “prova di prosodia poetica transgenerica” che non è soltanto un libro di versi, ma un organismo in evoluzione. (nella foto Dino Azzalin in Araucania in un recente viaggio in Cile)
Come spiega l’autore nella premessa, l’opera rappresenta una sezione di un più ampio esperimento “trans-letterario”, in cui la poesia si fa laboratorio linguistico e mentale, intreccio di fonemi, sinapsi e pensiero. Ogni parola diventa cellula viva, parte di un corpo che si rigenera nel contatto tra suono, ritmo e senso. Il progetto nasce da una volontà di “attraversare” – nel senso più profondo del prefisso trans: oltrepassare i generi, le forme, i confini stessi della letteratura.
Azzalin costruisce un tessuto poetico in cui la lingua non è più strumento ma materia, capace di rivelare «la più reale ontogenesi della parola». Ne scaturisce «un’antologia delle emozioni» e insieme un «labirinto senza centro», dove convivono miti, guerre, amori, infanzie, memorie e ossessioni, dalla tragedia dei bambini ebrei alla malinconia dei genitori, dalle passioni carnali alle riflessioni sulla morte e sul linguaggio. La struttura a “padiglioni” suggerisce un percorso di conoscenza: ogni sezione è un luogo di esperienza sensoriale e spirituale, un corpo poetico che attraversa la vita, ovvero l’inferno, il viaggio, il sogno, l’amore, la morte, l’amicizia, i luoghi dell’infanzia e le tante persone che hanno accompagnato l’autore in questo percorso.
L’autore dà voce a una moltitudine di anime e «cartografi della mente», figure che abitano una mappa fluttuante della coscienza, dove pensiero astratto e linguaggio naturale si fondono.
L’opera dialoga con la tradizione, da Catullo a Zanzotto, da Valéry a Merini, ma la supera con una forza linguistica che si fa atto politico ed estetico. Azzalin parla di “riciclo ecologico” della parola, di una rifunzionalizzazione del linguaggio capace di salvare i testi dall’oblio.
In questo senso, la poesia si fa gesto di resistenza, atto creativo che riutilizza “materiale scartato” e lo trasforma in arte. AN(n)ime – ANimi è insieme zibaldone, manifesto e viaggio nell’anima collettiva. La voce di Azzalin attraversa la carne e la metafisica, il quotidiano e il sacro, restituendo alla parola la sua potenza originaria: quella di definire il mondo, di abitarlo e di salvarlo, anche solo per un istante. Un attraversamento di genere che coinvolge nel libro anche l’opera 16-1966, già Tensioni progressive, di Marcello Morandini.
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“AN(n)ime – ANimi” (Prova d’Autore) sarà presentato sabato 8 novembre alle ore 18 alla Fondazione Marcello Morandini di Varese. La presentazione sarà curata dal giornalista Michele Mancino con interventi dell’autore.
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