Assegno da duemila dollari a contribuente dai proventi dei dazi, la promessa di Trump è quasi irrealizzabile
Se rispettasse la promessa di distribuire un assegno da 2 mila dollari a tutti i contribuenti statunitensi, pur escludendo i redditi più alti, il presidente Donald Trump dovrebbe spendere più di 300 miliardi di dollari, ben oltre i ricavi dei dazi da lui imposti. È quanto emerge dall’analisi delle entrate fiscali nazionali, ad alimentare i dubbi e le perplessità su una misura che il capo della Casa Bianca ha dapprima annunciato sul suo social Truth, poi ribadito ieri sera in occasione della cerimonia di giuramento di Sergio Gor come prossimo ambasciatore in India e inviato speciale per l’Asia meridionale e centrale. Per l’anno fiscale 2023 – l’esercizio finanziario dal primo ottobre 2022 al 30 settembre 2023 – il fisco statunitense (Internal Revenue Service, Irs) segnala che sono state presentate circa 163,1 milioni di dichiarazioni individuali (modelli della serie 1040) negli Stati Uniti. Se si distribuissero 2 mila dollari a tutti i contribuenti, la spesa ammonterebbe a 326,2 miliardi di dollari. Se pure si escludessero i redditi superiori a 100 mila dollari – osserva Erica York, esperta di politica fiscale di Tax Foundation, all’emittente “Abc News” – la misura riguarderebbe circa 150 milioni di cittadini, per un totale di circa 300 miliardi di dollari di spesa.
Sottraendo dal computo i redditi superiori ai 75 mila dollari annui, la platea dei beneficiari sarebbe di 115-116 milioni di statunitensi. Il costo degli assegni da 2 mila dollari, a quel punto, sarebbe di 231-232 miliardi di dollari. Si tratta comunque di una cifra ben superiore alle entrate derivanti dai dazi, 195 miliardi di dollari al 30 settembre 2025. La stessa York, inoltre, ha calcolato che ogni dollaro di entrate da dazi genera un effetto di compensazione negativo di circa 24 centesimi sulle altre entrate fiscali a causa della contrazione economica indotta (riduzione di importazioni, aumento dei prezzi, calo di consumi e investimenti). Applicando questo fattore al totale lordo di 195 miliardi, le entrate nette si attestano a circa 90 miliardi di dollari. La proposta di Trump appare dunque di difficile, se non d’impossibile realizzazione, a meno di non aggravare in maniera significativa un debito pubblico già in forte crescita, attualmente intorno ai 38 mila miliardi di dollari.
Anche per questo la misura è stata criticata nelle ultime ore dal “Wall Street Journal”, che l’ha giudicata un “tentativo disperato” di compensare l’impopolarità dei dazi, che hanno fatto aumentare i prezzi negli Stati Uniti e che potrebbero ora essere giudicati illegali dalla Corte suprema. E forse anche per questo il segretario al Tesoro Scott Bessent sembra voler frenare sul piano. Durante un intervento su “Abc News”, ha affermato che un dividendo daziario “potrebbe arrivare in molte forme”, aggiungendo di non aver ancora discusso la proposta con Trump. Bessent ha poi suggerito che i famosi 2 mila dollari per i contribuenti statunitensi potrebbero già arrivare dai tagli fiscali previsti dalla manovra definita “One big beautiful bill” e firmata da Trump lo scorso 4 luglio. “Potrebbe trattarsi semplicemente delle riduzioni fiscali che vediamo nell’agenda del presidente: nessuna tassa sulle mance, nessuna tassa sugli straordinari, nessuna tassa sulla previdenza sociale, deducibilità dei prestiti auto. Si tratta di deduzioni sostanziali finanziate nel disegno di legge fiscale”, ha dichiarato Bessent. “Il vero obiettivo dei dazi è riequilibrare il commercio e renderlo più equo”, ha aggiunto.
Sugli assegni da 2 mila dollari vi è inoltre un altro problema di natura tecnica. Il presidente non dispone infatti dell’autorità per inviare assegni direttamente ai cittadini, poiché il potere di spesa del denaro federale è nelle mani del Congresso. Di conseguenza, prima di poter distribuire gli assegni, il presidente dovrebbe ottenere l’approvazione del Congresso e, come rimarca “Forbes”, tale sostegno potrebbe non esserci. Un precedente tentativo del senatore repubblicano Josh Hawley di stanziare 600 dollari in “sgravi fiscali immediati”, presentato la scorsa estate, non è mai uscito dalla commissione Finanze. Nel frattempo, la Corte suprema potrebbe presto pronunciarsi sul presunto abuso di potere da parte di Trump nel ricorrere ai poteri d’emergenza per introdurre i dazi. Il presidente ha definito questa possibilità come una minaccia grave, affermando che se la Corte dovesse bocciare i dazi sui prodotti stranieri, sarebbe “un disastro economico e un problema di sicurezza nazionale”.
Leggi anche altre notizie su Nova News
Clicca qui e ricevi gli aggiornamenti su WhatsApp
Seguici sui canali social di Nova News su Twitter, LinkedIn, Instagram, Telegram
L'articolo Assegno da duemila dollari a contribuente dai proventi dei dazi, la promessa di Trump è quasi irrealizzabile proviene da Agenzia Nova.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




