Famiglia del bosco: insulti e minacce di morte alla giudice Cecilia Angrisano, sbattuta in prima pagina: “Attaccata dal governo”

Novembre 25, 2025 - 09:30
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Famiglia del bosco: insulti e minacce di morte alla giudice Cecilia Angrisano, sbattuta in prima pagina: “Attaccata dal governo”

Quello che succede quando un caso viene strumentalizzato, reso mediatico e politico dalla propaganda pronta a cavalcare indignazione e rabbia anche quando ancora non è chiara la situazione: l’avevano sbattuta anche in prima pagina, la presidente del Tribunale dei minorenni dell’Aquila, Cecilia Angrisano, destinataria negli ultimi giorni di insulti e minacce di morte dopo che nell’esercizio delle sue funzioni aveva allontanato tre figli di una famiglia che vive in una casa nell’entroterra abruzzese, nel territorio del Comune di Palmoli, in una macchia boschiva. Decisione tra l’altro non definitiva, scaturita da rilievi di cui finora poco si è parlato.

Catherine Birmingham e Nathan Trevallion, australiana e inglese, avevano scelto di vivere nella natura, in provincia di Chieti, con i figli, due gemelli di sei anni e un’altra di otto. La vicenda era cominciata l’anno scorso, dopo un’intossicazione alimentare da funghi che aveva fatto scattare l’attenzione dei Carabinieri e dei servizi sociali. A inizio novembre era stato reso noto che il tribunale avrebbe dovuto decidere sui bambini della coppia. La procura per i minorenni dell’Aquila aveva chiesto la sospensione della responsabilità genitoriale dopo alcune visite dei servizi sociali.

Secondo l’ordinanza la famiglia “vive in una condizione di disagio abitativo in quanto non è stata dichiarata l’abitabilità dello stabile” e “i membri della famiglia Trevallion non hanno interazioni sociali, non hanno entrate fisse” e “nella dimora non sono presenti i servizi igienici”. Altro aspetto evidenziato dal decreto, secondo il quotidiano Il Centro, è che la coppia si sarebbe opposta ideologicamente di sottoporre i bambini a visite specialistiche, per le quali avrebbero chiesto in cambio 50mila euro, e avrebbero applicato alla formazione dei bambini i principi dell’unschooling che avrebbero compromesso la dimensione relazionale dei figli oltre che un percorso di istruzione più strutturato. Un post sulla pagina dei Giovani Magistrati offre una ricostruzione di tutta la vicenda.


L’avvocato della famiglia Giovanni Angelucci ha contestato il decreto replicando che la famiglia applica il principio dell’homeschooling, che i bambini hanno sostenuto degli esami in Toscana e che sono seguiti da un pediatra, che la casa è in via di ristrutturazione e non è fatiscente. La famiglia in un servizio alla TgR aveva precisato che non vive in un bosco, che spesso si reca a San Salvo, che i bambini hanno relazioni sociali. I genitori non lavorano e non mandano i bambini a scuola. Coltivano, si servono dell’acqua da un pozzo e di quella potabile da una fonte, per l’energia elettrica si servono di un pannello solare. Uno dei punti critici indicati dal tribunale sono le condizioni igieniche in cui vive la famiglia. Per esempio, l’installazione di un bagno adiacente alla casa potrebbe rappresentare l’adempimento tecnico di una delle lacune denunciate dall’ordinanza.

Quando il caso è esploso, arrivando all’attenzione mediatica nazionale tra televisione, social e giornali, una petizione sulla piattaforma Change.Org aveva superato le 30mila firme. Convocata una manifestazione per il 6 dicembre a Roma, davanti alla sede del ministero della Famiglia e delle Pari Opportunità. Sui social intanto si è scatenato l’odio, riportati anche l’indirizzo di residenza, l’indirizzo e-mail, numero di cellulare e altri contatti personali della giudice. La giudice è stata sbattuta in prima pagina dal quotidiano La Verità.

L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) dell’Abruzzo ha espresso preoccupazione non senza far riferimento ai rappresentanti del governo. In una nota, la Giunta esecutiva abruzzese (Ges), aveva manifestato “apprensione per la campagna d’odio mediatico scatenata nei confronti della Presidente del Tribunale per i Minorenni, Cecilia Angrisano, bersaglio di ingiurie e di intimidazioni. Stupisce e rammarica, peraltro, che in un clima così esasperato, i rappresentanti del Governo insistano nell’attività di delegittimazione dell’Autorità Giurisdizionale. Ricordiamo, ancora una volta, che il rispetto delle competenze e della separazione dei poteri costituisce il fondamento dello stato democratico”.

 


Dopo aver definito l’ordinanza “una vergogna, un precedente pericoloso e preoccupante”, il vice primo ministro e segretario della Lega Matteo Salvini ha ribadito sui social che è pronto ad andare in Abruzzo. “Farò di tutto perché quei tre splendidi bambini tornino a casa, fra le coccole di mamma e papà”. Anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si era detta allarmata dal caso e aveva detto di valutare l’invio di ispettori del ministero. La misura non è comunque definitiva, ricordiamo, si tratta di una sospensione della responsabilità genitoriale.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia