Cinema, 7.000 presenze a France Odeon: i premi dell’edizione XVII
Roma, 3 nov. (askanews) – Si è chiusa con oltre 7.000 presenze complessive la XVII edizione di France Odeon, segnando un successo di pubblico e partecipazione per il festival del cinema francese contemporaneo a Firenze. La giuria 2025, presieduta da Antonio Piazza e composta da Colapesce e Celeste Dalla Porta, ha decretato i seguenti riconoscimenti: il Premio Foglia d’Oro France Odeon 2025 per il miglior film è stato assegnato a L’inconnu de la Grande Arche di Stéphane Demoustier (Distr. It Movie Inspired), che ricostruisce la vicenda poco nota dell’architetto danese Otto Von Spreckelsen, progettista della Grande Arche della Défense.
Allo stesso titolo è andato anche il Premio Foglia d’Oro per la Miglior Colonna Sonora Originale, attribuito al compositore Olivier Marguerit. Il Premio Foglia d’Oro speciale (menzione speciale della giuria) è stato conferito a Dans la cuisine des Nguyen di Stéphane Ly-Cuong (Distr.It. Kitchenfilm).
Il Premio della Giuria Giovani, composto da studentesse del liceo internazionale Machiavelli Capponi, ha incoronato Dalloway di Yann Gozlan, un thriller psicologico ambientato in una Parigi del futuro, dove un’intelligenza artificiale – inquietante e invisibile – accompagna una scrittrice in crisi creativa.
Una menzione speciale della Giuria Giovani è andata a La venue de l’avenir di Cédric Klapisch (Distr.It. Teodora Film), un racconto che segue un gruppo di sconosciuti che scoprono di essere parenti e co-eredi, in un viaggio che attraversa la Parigi contemporanea e la Francia ottocentesca sulle orme della fotografia e dell’arte pittorica. Il film è stato insignito anche del Premio Foglia d’Oro del Pubblico.
Les filles désir di Prïncia Car, potente racconto collettivo nato nei laboratori teatrali dei sobborghi marsigliesi, ha vinto il Premio Sguardi Mediterranei – Regards Méditerranéens.
France Odeon ha conferito anche il Premio Foglia d’Oro d’onore a Olivier Assayas, autore eclettico dallo sguardo sempre aperto alla contemporaneità. Il suo cinema, da L’heure d’été a L’eau froide, fino a Sils Maria e a Les destinées sentimentales, ha saputo sempre coniugare rigore formale e sensibilità narrativa, spaziando con naturalezza tra generi e linguaggi. In questa edizione, il festival ha dedicato un focus speciale al suo ultimo film, Le Mage du Kremlin, che conferma la lucidità del suo sguardo nell’affrontare le ambiguità del potere politico.
Accanto alle premiazioni, l’edizione si è distinta per una partecipazione vivace agli incontri con gli autori. In primis, il primo giorno, il premio Oscar Michel Hazanavicius, ha presentato il suo libro Carnets d’Ukraine (Allary Éditions), diario-ritratto del suo viaggio sul fronte ucraino, i cui proventi sono interamente devoluti a United24, per la ricostruzione dell’Ucraina.
Emmanuel Carrère e Olivier Assayas sono stati protagonisti dell’appuntamento domenicale “Scritture – Le Mage du Kremlin: dal romanzo al film”, moderato da Ritanna Armeni. L’incontro ha messo al centro il passaggio dalla narrazione letteraria alla sceneggiatura, affrontando la complessa parabola del personaggio di Vadim Baranov, figura chiave nel racconto della Russia post-sovietica e dell’ascesa di Putin. Si è discusso di potere, manipolazione, mediazione narrativa e del ruolo della finzione nel raccontare il reale. Il film – in uscita a febbraio per 01 Distribution – è stato presentato in anteprima come evento speciale del festival, con grande affluenza e partecipazione.
Il pubblico ha inoltre riempito la sala per i Q and A con Princia Car, Stéphane Ly-Cuong, e la coppia Laure Calamy e Fabien Gorgeart, protagonisti di un dialogo ironico e intenso sul loro film, C’est quoi l’amour, la divertente storia di un’ex marito e moglie che si rivedono per chiedere l’annullamento ecclesiastico del loro matrimonio alla Sacra Rota.
Grande interesse è stato infine mostrato per il convegno dal titolo I.A. generativa: etica e legalità per uno sviluppo sostenibile, un’analisi delle conseguenze concrete dell’AI Act, entrato in vigore nell’agosto 2024, una discussione che ha visto alternare gli interventi sul diritto d’autore, etica e legalità che hanno stimolato riflessioni l’urgenza di trovare un equilibrio tra la spinta innovativa della tecnologia e la necessità di proteggere il lavoro intellettuale in ogni sua forma.
“In questa edizione – ha commentato Francesco Ranieri Martinotti, direttore artistico del festival – la forte partecipazione di pubblico ha confermato che abbinare una buona programmazione di film in anteprima nazionale ad approfonditi confronti con ospiti di eccezione è una formula vincente in grado di far ritornate numeroso il pubblico in sala. Il dialogo culturale tra Italia e Francia resta al centro della nostra missione: un cinema che racconta il presente con profondità, bellezza e pensiero critico”.
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