Colombia. 30 membri del Clan del Golfo uccisi in un raid a Valdivia

Lug 16, 2025 - 10:30
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Colombia. 30 membri del Clan del Golfo uccisi in un raid a Valdivia

di Giuseppe Gagliano

La Colombia è di nuovo sotto i riflettori per un’operazione militare che rischia di segnare un nuovo capitolo nella lunga guerra contro le organizzazioni criminali. Il ministro della Difesa Pedro Sanchez ha annunciato l’uccisione di 30-40 presunti membri del Clan del Golfo durante un bombardamento aereo ad alta precisione nella località di Valdivia, nel dipartimento di Antioquia.
L’intervento, realizzato dalla Forza Aerospaziale Colombiana (FAC) con caccia Kfir, rappresenta la quarta operazione di questo tipo dall’inizio dell’anno e la terza diretta contro la potente organizzazione criminale. Secondo il ministro, l’azione era mirata a colpire un accampamento clandestino utilizzato per pianificare attacchi contro le forze armate nel Bajo Cauca.
“L’operazione è stata condotta nel pieno rispetto del diritto internazionale umanitario, senza causare vittime civili né danni collaterali”, ha dichiarato Sanchez, sottolineando la determinazione del governo Petro a “sradicare le reti criminali che minacciano la sicurezza nazionale”.
Mentre il governo celebrava il successo militare, nella stessa regione un attentato ha colpito un’unità dell’esercito impegnata in un’operazione di stabilizzazione. Un ordigno esplosivo, trasportato da un animale, ha provocato la morte del sottotenente Jhonatan Monsalve Moreno e il ferimento di due soldati, trasportati d’urgenza a Medellin.
Secondo l’intelligence militare, il responsabile dell’attacco sarebbe un comandante dell’ELN noto come “Matias”, alla guida della compagnia “Heroes de Taraza”. Matias, attivo da quasi 20 anni nella guerriglia, è accusato anche di aver ordinato l’incendio di un autobus pubblico a Puerto Valdivia lo scorso febbraio. Il governo ha offerto una ricompensa di 500 milioni di pesos per informazioni che portino alla sua cattura.
L’escalation di violenza ha alimentato le critiche contro la strategia di “pace totale” promossa dal presidente Gustavo Petro. Il governatore di Antioquia, Andres Julian Rendon, ha accusato il governo centrale di favorire l’impunità con la sua retorica pacifista, nonostante i ripetuti attacchi ai danni di forze armate e civili.
“Usare animali come strumenti di morte è un atto abominevole. Non possiamo parlare di pace mentre le nostre comunità vengono terrorizzate”, ha dichiarato Rendon, ricordando che solo nel 2025 si sono già verificati almeno 19 omicidi di militari e poliziotti nella regione.
Le autorità militari hanno confermato che le truppe rimarranno dispiegate nella zona per consolidare il controllo territoriale e prevenire eventuali ritorsioni da parte delle organizzazioni criminali. “Agiremo con determinazione per liberare le comunità più vulnerabili dal giogo della violenza, pur rispettando i diritti umani”, ha assicurato il ministro Sanchez.
Ma il nodo resta politico: il conflitto colombiano, che dura da oltre mezzo secolo, sembra non trovare un equilibrio tra repressione militare e apertura al dialogo. La morte di decine di presunti membri del Clan del Golfo rappresenta una vittoria tattica, ma la resilienza delle strutture criminali e guerrigliere suggerisce che la pace, in Colombia, rimane ancora lontana.

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