Cosa resta della due diligence UE: ulteriori semplificazioni, si applicherà solo a 1.500 aziende

Dicembre 10, 2025 - 04:30
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Cosa resta della due diligence UE: ulteriori semplificazioni, si applicherà solo a 1.500 aziende

Bruxelles – Si conclude la saga di due leggi divenute simbolo dell’incompatibilità tra l’agenda verde lanciata da Bruxelles nel primo mandato di Ursula von der Leyen e l’opera di semplificazione su cui ruota l’attuale Commissione europea. I Paesi membri e l’Eurocamera hanno raggiunto oggi (9 dicembre) l’accordo sul pacchetto Omnibus I, che alleggerisce sensibilmente gli oneri previsti dalle direttive sulla rendicontazione di sostenibilità (CSRD) e sulle due diligence per le imprese (CSDDD).

A dettare la linea i partiti di destra, guidati dal Partito popolare europeo, che hanno prima imposto la propria posizione al Parlamento europeo e – in sede di trilogo – sono riusciti a escludere oltre l’85 per cento delle imprese dal campo di applicazione della CSRD e a far sì che solo 1.500 aziende in tutta l’UE siano interessate dagli oneri previsti dalla CSDDD. “Il pacchetto Omnibus I dovrebbe consentire una riduzione degli oneri amministrativi in tutta l’UE pari ad almeno 5,7 miliardi di euro“, ha esultato la presidenza danese del Consiglio dell’UE. “Siamo andati oltre la proposta della Commissione”, ha rivendicato il relatore del testo per l’Eurocamera, l’eurodeputato del PPE Jörgen Warborn.

Morten BØDSKOV, ministro per l’Industria della Danimarca, e Jörgen Warborn (PPE), relatore del pacchetto Omnibus I per l’Eurocamera, annunciando l’accordo in conferenza stampa (09/12/25)

Rispetto alla proposta di semplificazione presentata dalla Commissione lo scorso febbraio, le soglie sono state abbassate ulteriormente: per quanto riguarda la CRSD, saranno escluse dagli obblighi di rendicontazione tutte le imprese con meno di 1.000 dipendenti e un fatturato netto inferiore a 450 milioni di euro. Sia il Consiglio che il Parlamento, prima dei negoziati interistituzionali, avevano fissato la soglia di dipendenti a 1.750. Esentate anche le PMI quotate e le impese di holding finanziarie.

Sulla CSDDD, che prevede obblighi di controllo e verifica su tutta la catena di approvvigionamento, l’accordo tra i colegislatori UE aumenta le soglie alle sole grandi aziende con oltre 5.000 dipendenti e 1,5 miliardi di euro di fatturato netto. Consiglio dell’UE ed Eurocamera “hanno ritenuto che le grandi imprese abbiano la maggiore influenza sulla loro catena del valore e siano le più adatte ad avere un impatto positivo e ad assorbire i costi e gli oneri dei processi di due diligence”, si legge in una nota della presidenza danese dell’UE. L’accordo introduce una clausola di revisione per una possibile estensione del campo di applicazione di entrambe le direttive.

Sono previste una serie di flessibilità per le imprese nella valutazione e identificazione degli impatti negativi delle loro catene di approvvigionamento: non saranno tenute a effettuare una mappatura completa, e potranno basare i loro sforzi su “informazioni ragionevolmente disponibili”. Eliminato l’obbligo per le imprese di adottare piani di transizione climatica, ed anche l’armonizzazione del regime di responsabilità civile in tutti i Paesi membri.

Ridimensionate sensibilmente anche le multe per le imprese inadempienti: da un tetto massimo del 25 per cento del fatturato, l’accordo le riduce ad un limite del 3 per cento. L’entità delle ammende sarà stabilita da Bruxelles insieme agli Stati membri.

“Accolgo con favore l’accordo politico sul pacchetto di semplificazione Omnibus I – ha scritto in un post su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen -, che ridurrà i costi amministrativi, taglierà la burocrazia e renderà più semplice il rispetto delle norme di sostenibilità”. In una nota, la Commissione europea ha confermato il suo endorsement all’ulteriore annacquamento delle leggi: la riduzione della portata della direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità “razionalizzerà, semplificherà e ridurrà gli obblighi”, mentre le modifiche alla CSDDD “eliminano inutili complessità e, in ultima analisi, riducono gli oneri di conformità, preservando al contempo gli obiettivi della direttiva di ridurre gli impatti negativi sull’ambiente e sui diritti umani, anche nelle catene del valore globali delle grandi imprese attive nell’UE, e di promuovere la transizione verso la sostenibilità delle nostre economie”.

Di tutt’altro avviso i socialdemocratici. La vicepresidente S&D, Ana Catarina Mendes, ha avvertito: “Non accetteremo mai questo programma ispirato da Trump e voteremo quindi contro l’accordo di trilogo“. Ma la conferma dell’accordo da parte dell’Aula è piuttosto scontata, vista la solidità della maggioranza tra PPE, Conservatori, Patrioti e Sovranisti sul dossier. Paolo Borchia, capodelegazione della Lega, ha sottolineato che “per la prima volta le trattative sono state guidate e portate a termine da una compatta maggioranza politica, alternativa a quella attuale, mettendo nuovamente a nudo l’inadeguatezza della ‘maggioranza Ursula’ con la sinistra, sempre più distante dagli elettori e nemica della competitività”.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia