Dalla modifica dei beni incentivati all’opzione credito d’imposta, in Parlamento è assalto all’iperammortamento
LEGGE DI BILANCIO
Dalla modifica dei beni incentivati all’opzione credito d’imposta, in Parlamento è assalto all’iperammortamento
Tra le proposte per modificare l’articolo 94 della Legge di Bilancio spiccano gli emendamenti di Calenda e il ritorno al credito d’imposta “Transizione 4.0” sostenuto da Patuanelli. Molte le proposte anche per l’aggiornamento degli Allegati A e B — con l’ingresso di AI generativa e soluzioni green — e le nuove clausole “sovraniste” per premiare le produzioni UE. Chiude il quadro l’ipotesi di un’opzione credito d’imposta per i piccoli investimenti e l’estensione degli incentivi ai professionisti…

Le proposte di modifica del disegno di legge di bilancio presentate dai partiti in Commissione Bilancio al Senato sono numerose. E diverse riguardano quell’articolo 94 che prevede il ritorno dell’iperammortamento. Mentre alcune si limitano a fare qualche ritocco, altre riscrivono radicalmente la norma prevista dall’attuale articolo 94.
Vediamo le principali.
Le proposte opposte di Calenda e Patuanelli
Partiamo con la proposta di Carlo Calenda. L’emendamento 94.1, presentato da Calenda e Lombardo (Azione), propone una maggiorazione che, come ora, sia diversificata in base al costo di acquisizione: 180% fino a 2,5 milioni di euro, 140% tra 2,5 e 10 milioni di euro, 120% tra 10 e 20 milioni di euro, e 100% oltre i 20 milioni di euro. Non è prevista però una ulteriore maggiorazione per i beni che garantiscano una riduzione dei consumi energetici. La misura però include, oltre ai beni parte dell’allegato A e B, anche l’ingresso di altre merceologie, stavolta sì a condizione che generino i risparmio energetico non inferiore al 3% o dei processi interessati non inferiore al 5%. Si tratta di
- Motori elettrici, anche se accompagnati da installazione o sostituzione di inverter.
- Impianti per la climatizzazione degli ambienti in ambito industriale, dotati di sistemi radianti ad alta temperatura.
- Impianti di produzione dell’aria compressa.
- Gruppi frigo, pompe di calore e centrali frigorifere, anche se corredati da sistemi di free-cooling.
- Sistemi per l’illuminazione.
- Sistemi di aspirazione e/o del vuoto, anche se accompagnati da installazione o sostituzione dei relativi inverter.
- Sistemi di isolamento termico di componenti.
- Economizzatori sulla linea fumi di impianti di produzione di energia termica.
- Sistemi di pompaggio, anche se accompagnati da installazione o sostituzione dei relativi inverter.
- Trasformatori BT/MT.
Altra proposta attesa è quella dell’altro ex ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli. L’emendamento 94.2, presentato da Patuanelli, Pirro e Damante (M5S), mira a sostituire integralmente l’articolo con la misura del “Ripristino Misura Transizione 4.0”, riconoscendo un credito d’imposta a tutte le imprese residenti e alle stabili organizzazioni di soggetti non residenti che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi in Italia. Per i beni strumentali materiali e immateriali non inclusi negli Allegati A e B, il credito d’imposta è pari al 10%, con limiti massimi di costi ammissibili di 2 milioni e 1 milione di euro rispettivamente. Si tratta di fatto del vewcchio superammortamento.
Per i beni strumentali nuovi inclusi nell’Allegato A (investimenti 4.0 materiali), il credito d’imposta è riconosciuto con aliquote decrescenti (50% fino a 2,5 milioni di euro, 30% fino a 10 milioni di euro, e 10% fino a 20 milioni di euro). Per i beni inclusi nell’Allegato B (investimenti 4.0 immateriali) il credito è del 20% fino a 1 milione di euro, includendo anche le spese per servizi connesse all’utilizzo tramite cloud computing.
La misura estende anche il credito d’imposta per le spese di formazione del personale relative a competenze 4.0 fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2028.
L’assalto agli allegati
Una serie di emendamenti 94.45, presentato da Misiani, Manca, Lorenzin e Nicita (PD), 94.46, presentato da Dreosto, Testor, 94.47, presentato da Paroli (FI), 94.48, presentato da Patuanelli, Pirro, Damante (M5S), 94.49, presentato da Paita (IV) e 94.50, presentato da Lombardo (Azione) apportano modifiche agli elenchi di beni agevolabili inclusi nell’Allegato A (beni materiali) e nell’Allegato B (beni immateriali) della Legge 232/2016, per integrarli con i progressi in materia di digitalizzazione, sostenibilità ed efficienza energetica.
Tra le aggiunte all’Allegato A figurano impianti di processo per la produzione di carburanti a bassa emissione di carbonio, sistemi intelligenti per la gestione dell’energia (come cogenerazione, sistemi di accumulo, recupero calore) e tecnologie di efficientamento. Vengono inclusi anche sistemi di misura/ispezione in-linea con machine vision avanzata e intelligenza artificiale, nonché impianti tecnologici necessari per le condizioni operative dei processi produttivi (come HVAC e sistemi di filtrazione). L’Allegato A viene inoltre aggiornato con soluzioni per l’interazione uomo-macchina e la sicurezza, come Wearable, soluzioni XR (Realtà Aumentata/Virtuale/Mista), infrastrutture HPC (High Performance Computing) e reti private 5G.
Anche l’Allegato B viene esteso per includere, tra le altre cose, software per la progettazione e la produzione di manufatti, sistemi basati su intelligenza artificiale avanzata (Deep Learning, LLM, Generative AI), soluzioni per la gestione della catena di distribuzione (Supply Chain Management) e e-commerce, piattaforme per la Circular Economy e la sostenibilità (LCA, Digital Product Passport), sistemi per l’integrazione sicura tra IT e OT, e Software di Building Information Modeling (BIM).
Viene poi prevista una maggiorazione delle aliquote di ammortamento per gli investimenti in beni di cui all’Allegato A aventi origine negli Stati membri dell’Unione Europea, stabilendo maggiorazioni del 200% fino a 2,5 milioni di euro, 120% tra 2,5 e 10 milioni di euro, e 70% tra 10 e 20 milioni di euro.
Ci sono poi alcuni emendamenti che si limitano a prevedere l’inclusione dei software relativi alla gestione di impresa tra i beni immateriali dell’Allegato B.
Le logiche sovraniste
L’emendamento 94.57, presentato da Tajani e Misiani (PD), aggiunge una disposizione secondo cui i beni materiali e immateriali acquistati al di fuori dell’Unione Europea (di cui al comma 3 del testo base) vedranno una riduzione del 50 per cento delle quote di super e iper ammortamento.
L’emendamento 94.65, presentato da Martella, Franceschelli e Giacobbe (PD), propone di estendere le aliquote maggiorate (quelle che arrivano al 220%) anche ai beni acquistati presso fornitori che aderiscono a marchi registrati che attestano la produzione del software “Made in UE”, in conformità con un apposito disciplinare tecnico da definire con decreto del Ministero delle imprese e del Made in Italy.
Diversi emendamenti di più parti politiche (94.69 di Gelmetti, Sigismondi, Russo, Sallemi, e Pogliese; 94.70 di Misiani, Manca e Fina, 94.71 di Bergesio, Pucciarelli, Dreosto e Minasi, 94.72 di Paroli e 94.73 di Fregolent e Paita) propongono di ridurre della metà le maggiorazioni previste per i pannelli fotovoltaici meno efficienti, cioè quelli previsti all’articolo 12, comma 1, lettera a), del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181.
L’opzione credito d’imposta
Una serie di emendamenti – 94.76 (Patuanelli, Pirro, Diamante), 94.77 (Patton, Durnwalder), 94.78 (Nocco, Gelmetti), 94.79 (Martella, Franceschelli, Giacobbe) e 94.80 (Paita), 94.81 (Magni, De Cristofaro, Cucchi) – introducono, in alternativa alla maggiorazione dell’ammortamento, la possibilità di optare per un credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali con costo di acquisizione pari o inferiore a 500.000 euro. Le misure di questo credito d’imposta sarebbero del 40% per gli investimenti di cui al comma 3 e del 50% per gli investimenti di cui al comma 4.
Iperammortamento anche per i professionisti
C’è poi un gruppo di emendamenti (dal 94.5 al 94.8) che mira ad estendere l’applicazione delle agevolazioni previste dall’Articolo 94 anche ai lavoratori autonomi, oltre ai titolari di reddito d’impresa.
Il rispetto dei contratti di lavoro
Un altro gruppo di emendamenti, sempre da più partiti, subordina la fruizione dell’incentivo al rispetto di una serie di condizionali legate all’occupazione: applicazione integrale dei CCNL sottoscritti dalle organizzazioni più rappresentative (parte economica e normativa), mantenimento dei livelli occupazionali e realizzazione di percorsi formativi certificati (minimo 40 ore)
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