Due diligence solo per le grandi imprese, primo sì dell’Eurocamera al pacchetto Omnibus sulla sostenibilità

Ottobre 14, 2025 - 11:00
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Due diligence solo per le grandi imprese, primo sì dell’Eurocamera al pacchetto Omnibus sulla sostenibilità

Bruxelles – Procede l’approvazione del pacchetto di semplificazione delle regole di sostenibilità aziendale proposto dalla Commissione europea lo scorso febbraio. Oggi, l’Eurocamera ha dato il primo via libera alla bozza di regolamento, chiedendo che le regole di rendicontazione si applichino alle imprese con più di 1.000 dipendenti e un fatturato netto annuo di almeno 450 milioni di euro e che gli obblighi di controllo sulla catena di approvvigionamento valgano solo per le grandi imprese con più di 5 mila dipendenti e un fatturato superiore a 1,5 miliardi all’anno.

Lo stallo delle ultime settimane si è risolto con il ‘prendere o lasciare’ del Partito Popolare europeo, che ha minacciato gli alleati della maggioranza – socialisti e liberali – di rivolgersi ai gruppi di estrema destra se non avessero accettato le semplificazioni normative a due dei file simbolo di quel Green Deal su cui Bruxelles sta facendo ora decisi passi indietro. Il testo, su cui la maggioranza europeista è giunta all’accordo mercoledì 8 ottobre, è stato approvato dalla commissione giuridica del Parlamento europeo (Juri) con 17 voti favorevoli, 6 contrari e 2 astensioni.

L’Eurocamera vuole addirittura andare oltre quanto proposto dalla Commissione. L’esecutivo Ue puntava a ridurre dell’80 per cento il numero di imprese tenute a presentare rendicontazioni sociali e ambientali, secondo quanto previsto dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), mentre il testo approvato oggi in Juri chiede di ridurre ulteriormente l’ambito di applicazione, colpendo solo le imprese con più di 1.000 dipendenti in media e un fatturato netto annuo superiore a 450 milioni di euro. Per le imprese escluse la rendicontazione rimarrebbe volontaria.

Anche per quanto riguarda la direttiva sulla due diligence in materia di sostenibilità delle imprese (CSDDD), che impone alle aziende une serie di obblighi e responsabilità su ambiente e diritti umani su tutta la catena di approvvigionamento, l’Eurocamera ha alzato l’asticella. In sostanza, chiede che si applichino solo alle grandi imprese con più di 5 000 dipendenti e un fatturato netto annuo superiore a 1,5 miliardi di euro. Gli stessi numeri indicati dai Paesi membri, con cui il Parlamento europeo – dopo il via libera dell’Aula – dovrà negoziare il testo finale del pacchetto di semplificazione.

Il relatore, l’eurodeputato popolare Jorgen Warborn, ha affermato che in questo modo l’Eurocamera sta “garantendo prevedibilità alle imprese europee”, chiedendo in sintesi di “ridurre i costi, rafforzare la competitività e mantenere la transizione verde dell’Europa sulla buona strada”. Se è vero che il testo preserva i piani obbligatori di transizione climatica e mantiene un quadro di due diligence relativamente solido per le grandi aziende, d’altra parte ne aumenta decisamente la soglia dimensionale – escludendone oltre l’80 per cento – ed elimina diverse disposizioni in materia di responsabilità civile.

Come sottolineato dall’ong ShareAction, “tutto viene annacquato”. L’organizzazione – nonostante “alcuni elementi positivi che non dovrebbero essere trascurati” -, si è detta “profondamente preoccupata per la direzione politica e per ciò che essa comporta in termini di applicazione e adozione da parte delle aziende”. Per Mario Furore, eurodeputato del Movimento 5 Stelle, “il pacchetto Omnibus approvato oggi risponde evidentemente alle richieste di potenti lobby che non hanno a cuore l’interesse generale”.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia