Echo Dot Max alla prova: potente, smart e… sorprendentemente EVA-01
Il design è quello ormai consolidato degli Echo sferici, ma con alcune differenze importanti. La finitura in tessuto 3D lo fa sembrare più "premium" rispetto ai modelli classici, e l'anello luminoso spostato sul fronte è una scelta davvero sensata: si nota sempre, e la risposta visiva ai comandi è molto più immediata.
Il modello che ho provato è il viola, e va detto subito: è un viola acceso, quasi "Fiorentina", che non passa inosservato. Anche cavo e alimentatore sono viola, e il LED anteriore quando si riproduce musica o si è nella stanza si colora di verde. Nell'insieme, è impossibile non pensare a Neon Genesis Evangelion: l'abbinata viola + verde è proprio quella dell'EVA-01, e per chi coglie la citazione diventa un dettaglio irresistibile. Per tutti gli altri… be', probabilmente un colore così vivace stonerà un po' in salotto. Per fortuna le altre colorazioni sono molto più sobrie.
Al di là del look, il Dot Max rimane un dispositivo compatto, facile da posizionare: sul comodino si integra bene, sul bancone della cucina si nota un po' di più, ma mai in modo invasivo. E soprattutto, il ring luminoso frontale è una scelta azzeccata: quando chiami Alexa si anima subito con il blu tipico degli Echo, e la visibilità è nettamente superiore rispetto ai modelli precedenti.
La parte sonora è quella più interessante, perché Echo Dot Max ha un hardware diverso e più ambizioso rispetto agli Echo Dot normali: un woofer da 2,5" e un tweeter da 0,8" che fanno sentire subito la differenza.
I bassi sono davvero definiti e potenti, soprattutto considerando le dimensioni. A volume massimo non ho mai riscontrato distorsioni, nemmeno con musica "strong", e questo lo rende un ottimo speaker per stanze piccole o medie. In camera da letto rende bene, in cucina cambia un po' in base a dove lo posizioni e a quanto spazio ha attorno, ma è normale per dispositivi così compatti.
Gli alti e i medi sono buoni, e la resa generale è "corposa", soprattutto andando a ritoccare i parametri dall'equalizzatore integrato nell'app Alexa. Va però fatta una precisazione importante: la potenza c'è, la qualità complessiva un po' meno. Resta comunque un dispositivo piccolo, e a parità di prezzo una soundbar da 60–80 euro continua a suonare meglio. Non sono però due categorie comparabili: Dot Max è uno smart speaker, non una soundbar, e il suo scopo principale è essere un assistente vocale che sa anche suonare bene, non il contrario.
La tecnologia di adattamento acustico automatico funziona in modo trasparente: non si percepisce mai una correzione aggressiva, ma l'audio resta coerente quando lo sposti da una stanza all'altra.
Il nuovo chip AZ3 con acceleratore IA aiuta soprattutto nella reattività dell'assistente. Rispetto a un Fire TV Cube o a un Echo Show, mi sembra leggermente più rapido nell'attivarsi, ma parliamo di differenze minime (millisecondi, più percezione che realtà).
Ottimo invece il comportamento a volumi alti: anche con musica forte Alexa continua a sentire il comando correttamente. È una cosa che mi è tornata utile spesso, soprattutto in cucina.
La presenza dell'hub per la casa smart compatibile con Zigbee, Matter e Thread (con Border Router) cambia parecchio la natura del dispositivo. Non è più solo un Echo che controlla un ecosistema: diventa il nodo centrale della smart home.
Nel mio caso, tutta la domotica di casa era già configurata, ma Echo Dot Max ha gestito senza problemi luci, tapparelle, prese e persino le luci Twinkly dell'albero di Natale. Le automazioni basate su presenza e temperatura non le ho usate in modo attivo, ma il setup è immediato dall'app e il sensore di presenza è rapido nel rilevare il movimento. I gesti touch, basati sull'accelerometro, funzionano alla grande: basta sfiorare o picchiettare il dispositivo e risponde subito.
Questo è uno dei motivi per cui Dot Max costa di più del Dot standard: non è solo uno speaker più potente, è un hub domotico completo.
L'esperienza con Alexa rimane quella che conosciamo: timer, musica, smart home, routine quotidiane, tutto fila liscio. Amazon parla anche del futuro supporto alla nuova esperienza Alexa+, più naturale e contestuale: quando arriverà sarà interessante vedere se Dot Max, con il suo chip dedicato all'IA, potrà fare un salto in avanti rispetto agli altri dispositivi.
Configurazione e rete: tutto semplice
Nessun problema con Wi-Fi 6E o Bluetooth. La configurazione è stata immediata e il pairing con altri Echo per la musica multistanza ha funzionato bene. Anzi, a differenza di tanti dispositivi pensati per la domotica questo supporta anche le reti a 5 GHz.
Echo Dot Max costa 109,99 euro, in sconto a 99,99 ora durante il Black Friday. Ed è qui che nasce il vero nodo: è un dispositivo molto valido, più potente del Dot tradizionale e con un hub domotico davvero completo. Ma allo stesso tempo, chi cerca uno speaker principalmente per la musica troverà opzioni più convincenti allo stesso prezzo. E chi vuole solo un Echo per comandi vocali può risparmiare prendendo il Dot normale.
È quindi un prodotto che funziona benissimo, ma non per tutti. È perfetto per chi vuole un Echo più potente senza salire di dimensioni, per chi vuole un unico dispositivo che faccia da hub per l'intera casa smart, o per chi ama davvero l'estetica del modello viola "EVA-01".
Chi cerca audio puro o vuole spendere meno… potrebbe guardare altrove.
Un discorso a parte merita la possibilità di creare un sistema home theater abbinando più Echo Dot Max. Amazon permette di collegarne fino a cinque, eventualmente aggiungendo anche un Echo Sub, per ottenere un effetto surround completo tramite Fire TV. È una funzione curiosa e certamente scenografica, ma che alla prova dei costi rende il Dot Max ancora più difficile da collocare: anche solo due unità superano già i 200 euro, mentre un sistema completo arriverebbe a costare più di molte soundbar con subwoofer dedicate.
E il punto è proprio questo: per quanto Dot Max suoni bene "per essere così piccolo", resta comunque un altoparlante compatto. Un sistema home theater composto da tanti Echo rimane più un esercizio di stile che una soluzione audio ottimale, e qualunque soundbar di fascia medio-bassa progettata per l'home cinema offrirà una resa nettamente superiore in termini di spazialità, dinamica e pressione sonora. Bello che ci sia l'opzione, quindi, ma non è la scelta più sensata per chi vuole davvero qualità audio cinematografica.
Il sample per questa recensione è stato fornito da Amazon, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario. Qui trovate maggiori informazioni su come testiamo e recensiamo dispositivi su SmartWorld.
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