Emoji e cuori digitali: come cambiano le relazioni delle nuove generazioni

Lug 5, 2025 - 00:00
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Emoji e cuori digitali: come cambiano le relazioni delle nuove generazioni

La generazione Z non scrive lettere profumate, non regala mixtape, e raramente lascia bigliettini tra le pagine dei libri. In compenso, sa costruire un’intera relazione su emoji, reaction e messaggi vocali di pochi secondi. In un mondo sempre più digitale, dove le interazioni avvengono via schermo, anche il linguaggio dell’amore si è trasformato. E ora la scienza conferma che queste nuove modalità comunicative non sono affatto superficiali.

Lo studio americano

Uno studio condotto da Eun Huh dell‘Università del Texas ad Austin, pubblicato sulla rivista PLOS One, ha indagato l’impatto dell’uso delle emoji nella messaggistica testuale sulle relazioni interpersonali. Il risultato? L’uso delle emoji, qualsiasi emoji, favorisce una maggiore percezione di reattività e vicinanza emotiva, elementi chiave per la soddisfazione affettiva. In altre parole, anche una semplice “faccina buffa” può fare la differenza.

Non conta quale emoji, conta esserci

La ricerca ha coinvolto 260 adulti tra i 23 e i 67 anni, ai quali sono stati mostrati messaggi identici per contenuto, ma differenti per la presenza o assenza di emoji. I partecipanti, immedesimandosi nei mittenti, hanno giudicato più reattivi i partner che facevano uso di emoji. Sorprendentemente, non sono emerse differenze significative tra emoji facciali (😄) e non facciali (❤️ o 🍕): ciò che conta è il segnale di presenza, di attenzione emotiva.

Un nuovo vocabolario affettivo

Per la generazione Z Troppe ore su TikTok e Instagram, a rischio il QI dei giovani, cresciuta tra chat di gruppo e direct message, queste sfumature digitali rappresentano un vocabolario affettivo. Un cuoricino blu, un’emoji con gli occhi a cuoricino o persino un pollice in su possono veicolare affetto, supporto o interesse.

Il peso (non leggero) dei simboli digitali

Lo studio sottolinea che l’uso delle emoji funziona come un segnale di coinvolgimento emotivo. E in una generazione che spesso si trova a vivere relazioni a distanza,  per motivi di studio, lavoro o semplice stile di vita; questi piccoli simboli digitali diventano veri e propri ponti relazionali. Il risultato? Le relazioni non sono meno autentiche, ma si stanno adattando a un nuovo contesto. Un contesto in cui fiori e canzoni sono sostituiti da sticker, GIF animate e reazioni con doppio tap.

Uno strumento per la salute emotiva

Questo cambiamento di paradigma non va sottovalutato, nemmeno in campo clinico. Psicologi e terapeuti possono trarre spunto da queste ricerche per meglio comprendere il linguaggio relazionale dei più giovani, intervenendo laddove manchi un’alfabetizzazione emotiva digitale. Perché se è vero che un’emoji può esprimere attenzione, è altrettanto vero che l’assenza può essere letta come indifferenza. Quindi la generazione Z ci insegna che amare, oggi, è anche questione di pixel. E dietro ogni emoji c’è un messaggio chiaro.

L'articolo Emoji e cuori digitali: come cambiano le relazioni delle nuove generazioni proviene da Quotidiano della salute.

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