Europa nel caos, Italia sempre peggio, si litiga anche per il salvataggio di Ilaria Salis

Mentre milioni di persone guardano con apprensione a Sharm el Sheikh nella speranza di arrivare presto ad una pace duratura, in Europa non si vivono giorni tranquilli.
La Francia è nel caos: non si riesce a varare un governo, l’ultimo ha avuto vita molto breve, una sola notte. Emmanuel Macron è alla ricerca disperata di una soluzione: si aggira solitario sul lungo Senna per trovare un nuovo espediente, ma la sua poltrona è in bilico.
Lo mettono in discussione a destra e a sinistra e, a meno di soluzioni miracolistiche, i nostri cugini d’oltr’Alpe dovranno tornare al voto a novembre.
In Inghilterra, si rimane di stucco quando viene messo in dubbio il nome di un grande ex: Toniy di Blair che Hamas non vuole alla guida di una Palestina del dopo guerra.
Interviene Papa Leone

Nemmeno il Vaticano rimane esente da queste polemiche infinite. Israele è inferocita per una intervista al Cardinale di Stato Pietro Parolin nella quale il ministro degli Esteri della Santa Sede parlava di “situazioni equidistanti” tra l’invasione del 7 ottobre e il massacro di Israele contro Gaza.
Tel Aviv è andata su tutte le furie, l’ambasciatore in Italia ha chiesto spiegazioni, ma è il Papa in persona a mettere una pietra tombale su quello che si può definire un incidente diplomatico.
A chi gli pone questo interrogativo risponde: “Preferisco non commentare, ma le parole del Cardinale rispecchiano la posizione della Santa Sede”.
Replica dovuta o affermazione di una verità? Non lo sapremo mai, perché anche se Leone XIV dissentiva da quel pensiero non una sola parola uscirà dal Vaticano sulla vicenda.
Salis salvata in Europa
Bruxelles non si distingue e alla lettura dell’assoluzione l’europarlamentare Ilaria Salis si alza in piedi, saluta con il pugno chiuso e grida: “Ha vinto l’antifascismo”. Scoppia un euro rissa, c’è bagarre pure tra Antonio Tajani e Matteo Salvini, che dice testualmente: “Qualcuno della destra ha tradito”.
Il nostro ministro degli esteri non ci sta e rivolgendosi al suo compagno della maggioranza esclama”: Basta calunnie”. A destra, l’imbarazzo è tanto, ma la posizione ufficiale la scrive il quotidiano di Fratelli d’Italia: “L’immunità parlamentare è stata data a chi si era macchiato del reato prima che venisse eletto”. Uno schiaffo alla giustizia, si potrebbe aggiungere…
Poteva il Paese Italia rimanere fuori da questa baruffa poco nobile? Le uniche parole di conforto (e di assoluto rifiuto alla zuffa) le pronuncia Sergio Mattarella che ricordando il 7 ottobre non usa mezzi termini: “L’orrore di Hamas merita una condanna perenne”.
Il resto della compagnia che siede in Parlamento e anche fuori continua a darsele di santa ragione. Federico Bozzanca, che alla Cgil ha l’incarico di segretario generale della funzione pubblica, se la prende con la premier: “Fa male ad attaccarci. Noi abbiamo proclamato lo sciopero senza violare la Costituzione”. E tanto per mettere la ciliegina sulla torta annuncia che il 25 ottobre ce ne sarà un’altra di giornata di astensione dal lavoro.
Le marce e le manifestazioni della settimana appena trascorsa sono all’ordine del giorno. Qualcuno ripete l’espressione della Meloni che ha definito “irresponsabili” gli organizzatori. Si prende della fascista, un termine che si usa spesso nella disputa politica come se non fossero trascorsi 80 anni dalla fine del “deprecato regime”.
A sinistra ci si difende dalla batosta presa in Calabria e dalla chiara sconfitta nelle Marche e si aspettano le elezioni della Toscana sul cui esito non ci dovrebbero essere dubbi. Una specie di toccasana per il Pd e i suoi esponenti. I quali, badate bene, non hanno ancora detto una parola sulle sberle prese ad Ancona e Catanzaro. “Ci dovrà essere un cambio di passo”, ha sostenuto un alto esponente del partito. Affermazioni che non significano niente, forse servano a coprire i tanti pareri diversi delle varie correnti.
Nell’occhio del ciclone ecco apparire Elly Schlein attaccata da un gruppo di dirigenti che continuano ad aumentare. Si invoca un congresso che faccia chiarezza sulla maggioranza e la minoranza degli iscritti. I riformisti insistono perché vogliono la pelle della segretaria che praticamente ha fatto sparire la parola centro dal logo del partito.
Elly ascolta, prende appunti, poi esplode: “Non si facciano illusioni questi qui. Io resto, non mollo. Lo sentano bene: io rimango l’unica candidata premier dei dem”. “Gli slogan e le proposte semplicistiche non risolvono nulla”, replica Lia Quartapelle che è di avviso contrario.
Si potrebbe scrivere: il seguito al prossimo numero.
Anzi no, manca un dettaglio di non poco conto: Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno applaudito quando Ilaria Salis ha saputo del risultato del Parlamento europeo, ma sono rimasti in silenzio nel momento in cui hanno appreso che in Calabria AVS è fuori dal consiglio regionale perchè non è stato raggiunto il quorum del quattro per cento. Chi si accontenta gode.
L'articolo Europa nel caos, Italia sempre peggio, si litiga anche per il salvataggio di Ilaria Salis proviene da Blitz quotidiano.
Qual è la tua reazione?






