Kubilius: “Approvare EDIP entro fine anno, fondamentale per nostra difesa”

Novembre 26, 2025 - 12:00
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Kubilius: “Approvare EDIP entro fine anno, fondamentale per nostra difesa”

Bruxelles – Il lavoro è stato fatto, ora va attuato e completato, e ciò passa per l’approvazione definitiva “entro la fine dell’anno” di EDIP, il piano industriale Ue per la difesa da 1,5 miliardi di euro, “fondamentale per la nostra preparazione” contro le minacce. Insiste su questo aspetto, il commissario per la Difesa, Andrius Kubilius, nel suo intervento in Parlamento europeo riunito in sessione plenaria per il fare il punto su un dossier avvertito come sempre più prioritario.

Kubilius ricorda come egli sia il primo commissario di sempre appositamente responsabile per quella difesa comune sempre rimasta al palo, ed entrata prepotentemente nell’agenda europea sulla scia delle manovre militari russe in Ucraina. Fa notare che l’UE è praticamente al primo giro di boa, al primo anno di mandato della seconda Commissione von der Leyen. “Dico sempre che questo anno è stato l’anno in cui sono state create opportunità per essere preparati in materia di difesa, ora è tempo di attuare” quanto stabilito e definito fin qui, sottolinea Kubilius.

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Per tenere alta l’attenzione e ribadire una volta di più la necessità di procedere con quanto fatto finora il commissario per la Difesa ricorda come il piano industriale EDIP “consente l’integrazione dell’Ucraina nell’Unione europea per ciò che riguarda l’industria della difesa”. E’ dunque uno strumento per portare Kiev all’interno del club a dodici stelle e strapparlo dalle mire espansionistiche russe.

Da qui la richiesta di completare entro la fine del 2025 il processo di approvazione del progetto di piano industriale per la difesa. L’accordo informale è stato raggiunto a ottobre, e questo rende il resto del lavoro in discesa. Si tratta di accelerare, e il via libera del Parlamento, negli auspici di Kubilius, dovrebbe essere già oggi (25 novembre). A quel punto servirà solo l’ultima approvazione del Consiglio, che non sembra essere in discussione.

Le reazioni in Parlamento

Da parte del Parlamento la Commissione incassa il sostegno al file, e anche la disponibilità a rilanciarlo. “Dobbiamo aumentare le risorse” del piano, sottolinea François-Xavier Bellamy (PPE), co-negoziatore del Parlamento per la commissione Industria. Quindi rilancia: “EDIP è solo l’inizio. Non vogliamo la guerra, ma dobbiamo scoraggiare altri dall’iniziarla”.

È un passo importante, giustificato dalla necessità di una dare corpo ad strategia che assicuri la sicurezza dell’Europa” commenta l’europarlamentare PD e vicepresidente della Commissione Industria Giorgio Gori, intervenuto nel dibattito di stamane nell’aula di Strasburgo. “I rapidi cambiamenti geopolitici, – ha sottolineato Gori – i conflitti in corso, a partire dall’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina, ci ricordano la fragilità della pace e impongono all’Unione di dotarsi di una strategia per difendere la propria sicurezza. Questa strategia non può però tradursi solo in aumenti di spesa nazionale. Se vogliamo difendere efficacemente l’Europa dobbiamo favorire una maggiore integrazione della base industriale e rafforzarci sotto il profilo della tecnologia. Dobbiamo spendere meglio e insieme. L’accordo che ci apprestiamo a votare su EDIP rappresenta un primo importante passo in questa direzione”.

Nel suo intervento in plenaria Gaetano Pedullà, europarlamentare del Movimento 5 Stelle ha affermato che “il regolamento sullEDIP punta a fare dell’Europea un produttore di armi illimitato. Come Movimento 5 Stelle diciamo con forza che è una scelta sbagliata. Con questo testo destiniamo miliardi a nuove linee di munizioni, missili ed equipaggiamenti militari, mentre mancano risorse per ospedali, scuole, case, trasporti e lotta alla povertà. Stiamo dicendo ai cittadini che per il riarmo i soldi si trovano sempre, ma per i loro diritti sociali mai”. Secondo Pedullà “lEDIP rafforza il potere delle grandi industrie belliche, garantendo fondi dedicati, procedure accelerate, priorità nei permessi e persino deroghe nelle valutazioni ambientali e nella pianificazione territoriale. Noi rifiutiamo lidea che la risposta europea alla guerra sia una corsa permanente al riarmo. E chiediamo unaltra strada: investire in diplomazia, riconversione industriale ecologica, welfare, lavoro di qualità, giustizia sociale e climatica”.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia