«Fede e guerra»: i volti del mondo martoriato

Novembre 7, 2025 - 15:00
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«Fede e guerra»: i volti del mondo martoriato
Fra le rovine di una chiesa in Siria, foto di Davide Canella - Memora

Presso la Fondazione Ambrosianeum a Milano (via Delle Ore, 3) è in corso una mostra fotografica da non perdere, dal titolo:  «Fede e guerra».

Immagini scioccanti, sconvolgenti, umanissime. Verissime. E, paradossalmente, bellissime. Di cose che stanno realmente accadendo, adesso, ancora, in diversi parti del pianeta, soprattutto in quelle più povere e dimenticate: almeno per noi, che viviamo in Italia e nel cosiddetto «Occidente».

Si dice che una fotografia riesca a dire più di tante parole. Quelle di questa rassegna raccontano vite intere. Sguardi che inchiodano, che interrogano, che chiedono il perché di tanto odio, di tanta violenza. Soprattutto laddove ci sono di mezzo questioni religiose. Con la fede, qualunque fede, che da via di salvezza viene usata come pretesto per annientare e distruggere: oggi come ieri, purtroppo. Ma dove quella stessa fede, per grazia, è baluardo di speranza.

Le immagini sono per lo più recentissime, scattate in questi ultimi mesi dai fotografi del collettivo «Memora»: cinque giovani, tra i 26 e i 32 anni, già carichi di esperienza, di viaggi e di incontri, che con il loro lavoro vogliono testimoniare «l’essere umano, come individuo, orientato nelle complessità e nelle tragedie del nostro presente», come dicono loro stessi.

Davide Canella, classe 1999, racconta la Siria con gli occhi dei cristiani di quella terra, sempre più minacciati dopo la caduta del regime di Assad. Anche con gli occhi di padre Jihad, che nel monastero di Mar Musa continua l’opera di dialogo di padre Dall’Oglio, scomparso nell’ormai lontano 2013.

In Libano, e soprattutto là dove si snoda la fragile bleu line – con villaggi cristiani, musulmani e misti finiti drammaticamente sul fronte dell’attacco israeliano – si è recato invece Alessandro Cimma, 29 anni, tra macerie e silenzi, ma anche preghiere per la pace: cristiani e musulmani insieme.

Carlo Cozzoli, cofondatore di Memora, presenta in mostra due suoi reportages. Il primo è dedicato alla resistenza in Myanmar contro la giunta militare golpista. Il secondo alla Nigeria, dove numerosi villaggi cristiani sono stati devastati dai pastori nomadi Fulani, di fede musulmana, che rivendicano il controllo di quelle terre. Un autentico genocidio, a colpi di machete e di incendi.

Infine l’Armenia: da sempre al centro di contese e conflitti, è stata percorsa in lungo e in largo da Marco Cremonesi, fotoreporter nato nel 1996. Le sue immagini restituiscono voce a chi piange sulla tomba dei figli morti nella guerra del Nagorno Karabakh. A chi non si lascia abbattere dalla disperazione, nonostante abbia perso tutto, e continua a invocare il Dio della pace.

La mostra è visitabile fino al prossimo 5 aprile. Sono in programma diversi incontri e momenti di approfondimento: info su www.ambrosianeum.org ).

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia