Giovanni ucciso a 9 anni dalla madre a Muggia, l’allarme inascoltato del padre: “Succederà qualcosa di terribile”
Un omicidio che poteva essere evitato? Muggia, piccolo centro di 12mila anime in provincia di Trieste, è sconvolta dopo la morte del piccolo Giovanni Trame, il bambino di 9 anni che mercoledì sera è stato sgozzato in casa dalla madre, Olena Stasiuk, 55enne ucraina in Italia da prima dello scoppiare della guerra.
È stata lei mercoledì ad uccidere suo figlio. Il corpo del bambino è stato rinvenuto dagli agenti della Squadra Mobile, intervenuti dopo l’allarme fatto scattare dal padre Paolo, che non riusciva più a contattare l’ex moglie, da cui si era separato a seguito di un matrimonio naufragato già alla nascita di Giovanni.
Prima di venire arrestata sul posto dai militari Olena Stasiuk, fino a poco tempo fa in cura al Dipartimento di Salute Mentale, avrebbe tentato il suicidio ferendosi a sua volta, forse con lo stesso coltello da cucina utilizzando per recidere la gola di Giovanni: il dubbio è però che si sia trattato di una messinscena, sulla vicenda indaga la polizia.
Indagini che puntano a ricostruire l’ambiente familiare. Carte, scrive oggi Il Piccolo, che fanno emergere un clima burrascoso. “Ricordati bene che se io muoio anche Giovanni muore con me! E non pensare che io stia scherzando”, sarebbe stata una delle minacce urlata da Olena Stasiuk all’ex marito Paolo, 58enne dipendente di una piccola azienda e titolare di un B&B.
Minacce e violenze contro il piccolo Giovanni che si sarebbero effettivamente verificate due anni fa, quando il bambino aveva raccontato di essere stato stretto al collo dalla madre, tanto da essere stato refertato con tre giorni di prognosi e un livido evidente sul collo.
Giovanni era stato affidato al padre Paolo, ma il Tribunale aveva concesso incontri liberi tra madre e figlio. In precedenza in vece per il bambino era stato predisposta una forma protetta di contatto con la madre: era infatti prevista la presenza degli assistenti sociali negli incontri. Una volta completato questo percorso, a Olena Stasiuk era stato quindi consentito di stare col figlio senza altri adulti, come mercoledì sera. Trame era però fortemente contrario e la sua paura di un gesto estremo dell’ex moglie era già stata messa nero su bianco, secondo quanto ricostruito da Repubblica: “Se succederà qualcosa di terribile – si legge in un atto giudiziario del 2021, con cui già si era opposto alla richiesta della donna di stare da sola con il bambino – qualcuno dovrà risponderne“.
Ho “il grande rammarico legato al fatto che alla madre sia stato consentito di vedere il bambino senza protezione”, le parole di Paolo Trame al parrocco di Muggia, don Andrea Destradi. “Sono completamente devastato”, ha aggiunto l’uomo parlando con il parroco. Il sacerdote è in costante contatto con l’uomo, pervaso da questo sentimento di “grande rammarico”.
“Conoscevo bene la famiglia, almeno si vorrebbe chiamarla così, perché era una situazione davvero molto complicata”, aveva raccontato ieri all’Adnkronos don Destradi. Il parroco racconta di avere visto il padre del bambino “in piazza Marconi a Muggia ieri (mercoledì, ndr) verso le 21:30. Non mi sono fermato a parlare con lui perché era al telefono e stava cercando di mettersi in contatto con la mamma che non rispondeva, in casa non rispondeva nessuno”.
L’Asl, scrive il Corriere, precisa che il Dipartimento di Salute Mentale l’aveva più in carico da diversi anni mentre il sindaco di Muggia Paolo Polidori spiega che i Servizi sociali comunali la seguivano “ma per sincerarsi che fossero seguite le prescrizioni del tribunale successive alla causa di divorzio”.
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