Indice glicemico o carico glicemico? La differenza che può cambiare la dieta
Negli ultimi anni si sente spesso parlare di “indice glicemico” e, più recentemente, di “carico glicemico”. Due termini che, a prima vista, possono sembrare simili ma che in realtà raccontano due storie diverse sul nostro metabolismo.
Capire la differenza tra i due non è solo una curiosità da nutrizionista, ma può davvero cambiare il modo in cui scegliamo gli alimenti ogni giorno, aiutando a prevenire diabete, sovrappeso e picchi di fame improvvisi.
Cos’è l’indice glicemico
L’indice glicemico (IG) è un valore che indica quanto velocemente un alimento che contiene carboidrati fa aumentare la glicemia — cioè il livello di zuccheri nel sangue — rispetto al glucosio puro, che ha un valore di riferimento pari a 100.
In parole semplici, un alimento con indice glicemico alto fa salire rapidamente la glicemia, mentre uno con indice basso la fa aumentare in modo più graduale e controllato.
Gli alimenti come pane bianco, riso raffinato, patate o dolci industriali hanno un indice glicemico elevato, mentre legumi, verdure, cereali integrali e frutta fresca rientrano nella fascia bassa o media.
Questa distinzione è fondamentale per chi vuole mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue o gestire patologie come il diabete di tipo 2.
Ma non basta guardare solo l’indice glicemico
Per anni si è pensato che bastasse scegliere cibi a basso indice glicemico per tenere sotto controllo la glicemia.
Tuttavia, gli esperti hanno scoperto che l’indice glicemico da solo non racconta tutta la verità.
Ed è qui che entra in gioco il secondo concetto: il carico glicemico (CG).
Cos’è il carico glicemico
Il carico glicemico è un parametro più completo, perché tiene conto non solo della qualità dei carboidrati (cioè della velocità con cui vengono assorbiti), ma anche della quantità di carboidrati effettivamente presenti in una porzione.
In altre parole, indica l’impatto reale di una porzione di cibo sulla glicemia.
Facciamo un esempio:
l’anguria ha un indice glicemico alto (circa 72), ma contiene pochissimi zuccheri per porzione. Il suo carico glicemicoè quindi basso, e mangiarne una fetta non provoca un grande picco glicemico.
Al contrario, una porzione abbondante di pasta, anche se integrale e con indice medio, può avere un carico glicemico più elevato semplicemente perché contiene molti carboidrati.
Come si calcola il carico glicemico
Il calcolo è semplice:
Carico glicemico = (Indice glicemico × grammi di carboidrati per porzione) ÷ 100
Questo permette di capire meglio come un alimento o un pasto completo influenzerà i livelli di zucchero nel sangue.
Un alimento può avere un indice glicemico alto ma, se ne consumiamo una piccola quantità, il suo carico glicemico resta basso.
Viceversa, anche un cibo con indice medio può avere un forte impatto se mangiato in grandi porzioni.
Perché il carico glicemico è più utile nella vita reale

Secondo i nutrizionisti, il carico glicemico è più realistico e più utile rispetto all’indice glicemico quando si parla di alimentazione quotidiana.
Questo perché tiene conto di come effettivamente mangiamo: nessuno consuma 50 grammi di carboidrati isolati, ma piuttosto un pasto composto da più alimenti, con porzioni variabili e abbinamenti che influenzano la digestione.
Alimenti come legumi, cereali integrali, verdure e frutta hanno in genere un carico glicemico basso o medio, e sono ideali per mantenere la glicemia stabile.
D’altra parte, dolci, bibite zuccherate e prodotti da forno industriali hanno un carico glicemico alto e dovrebbero essere consumati solo occasionalmente.
Cosa succede al corpo quando si scelgono cibi a basso carico glicemico
Seguire una dieta basata su alimenti a basso carico glicemico ha diversi benefici dimostrati dalla ricerca scientifica.
Aiuta a:
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mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue,
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controllare l’appetito e la sensazione di fame,
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migliorare la sensibilità all’insulina,
-
favorire il controllo del peso corporeo,
-
ridurre il rischio di diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari.
Inoltre, gli alimenti a basso carico glicemico sono spesso anche quelli più ricchi di fibre, vitamine e minerali, contribuendo a una salute intestinale e metabolica migliore.
Come scegliere bene nel piatto
La chiave non è eliminare i carboidrati — come spesso si pensa — ma sceglierli con consapevolezza.
Un pasto bilanciato, in cui i carboidrati sono associati a fibre, proteine e grassi buoni, rallenta naturalmente l’assorbimento degli zuccheri e abbassa il carico glicemico complessivo.
Ad esempio, una porzione di riso integrale con verdure e legumi ha un impatto glicemico molto inferiore rispetto a un piatto di riso bianco condito con sughi zuccherini o grassi saturi. Anche il modo di cucinare conta: pasta e riso cotti al dente, ad esempio, hanno un indice glicemico inferiore rispetto a quelli molto cotti.
Il ruolo dell’alimentazione mediterranea
La dieta mediterranea è considerata il modello perfetto per mantenere un basso carico glicemico. Grazie all’abbondanza di verdure, legumi, cereali integrali, pesce, frutta secca e olio d’oliva, favorisce un rilascio lento di glucosio nel sangue e una maggiore sazietà.
Numerosi studi hanno dimostrato che chi segue questo stile alimentare ha minori rischi di sviluppare diabete di tipo 2, sindrome metabolica e obesità.
Indice glicemico e carico glicemico: due strumenti, una stessa direzione
L’indice glicemico resta utile per capire la qualità dei carboidrati, mentre il carico glicemico permette di valutare l’effetto complessivo del pasto. Non bisogna scegliere uno o l’altro, ma imparare a integrarli nella quotidianità: conoscere entrambi aiuta a costruire un modo di mangiare più equilibrato, intuitivo e sano.
La differenza che cambia la dieta
In sintesi, l’indice glicemico spiega quanto velocemente un cibo alza la glicemia, mentre il carico glicemico misura quanto la alza davvero, considerando la porzione. E questa differenza può sembrare piccola, ma è quella che fa la differenza tra una dieta efficace e una che non funziona. Mangiare con consapevolezza significa capire non solo “cosa” si mangia, ma anche “quanto” e “come”.
L'articolo Indice glicemico o carico glicemico? La differenza che può cambiare la dieta proviene da Blitz quotidiano.
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