Intesa Sanpaolo: utile a 7,6 miliardi in nove mesi 2025, per gli analisti i conti sono “solidi”

Intesa Sanpaolo batte le stime: i risultati dei primi nove mesi del 2025 registrano un utile netto pari a 7,6 miliardi di euro, in aumento del 5,9 per cento su base annua e “pienamente in linea” con la prospettiva di un utile netto per il 2025 a oltre 9 miliardi, includendo le azioni gestionali nel quarto trimestre dell’anno per l’ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del gruppo. Questi i numeri dei risultati finanziari di Intesa Sanpaolo, il cui Consiglio di amministrazione ha approvato il resoconto intermedio consolidato al 30 settembre 2025. L’Istituto di Piazza San Carlo “è pienamente in grado di continuare a operare con successo in ogni scenario grazie ai punti di forza che contraddistinguono il gruppo”, tanto che nel 2025 “restituiamo circa 8,3 miliardi di euro ai nostri azionisti, includendo i 3,2 miliardi dell’interim dividend che sarà pagato a novembre” ha annunciato l’Amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina.

Tra gli analisti resta solido l’orientamento positivo su Intesa Sanpaolo, sostenuto dalla qualità dei risultati e dalla visibilità sulla redditività. In particolare, nell’ultima nota di ricerca, l’analista Delphine Lee conferma il giudizio positivo per l’Istituto di credito guidato da Carlo Messina. Il broker Jp Morgan era già in precedenza sul Buy. Il prezzo obiettivo è invariato a 6.50 eur. L’analista Pablo de la Torre Cuevas dell’ufficio di ricerca di Rbc raccomanda il titolo e consiglia Buy. Il prezzo obiettivo è invariato a 7 eur. Anche Deutsche Bank consiglia Buy, il prezzo obiettivo è a 5.90 eur. Morgan Stanley conferma la raccomandazione overweight e il prezzo obiettivo a 6,5 euro su Intesa Sanpaolo dopo i conti del terzo trimestre.

Osservando i numeri, “significativo” ritorno cash per gli azionisti di Intesa con 5,3 miliardi di dividendi maturati nei nove mesi, di cui 3,2 miliardi in distribuzione come acconto dividendi a novembre, che si aggiungono al buyback pari a 2 miliardi di euro concluso a ottobre 2025. Il risultato della gestione operativa è pari a 12,5 miliardi di euro, in aumento dello 0,2 per cento rispetto ai primi nove mesi 2024. I proventi operativi netti sono stabili, mentre i costi operativi sono in diminuzione dello 0,4 per cento. Al 30 settembre, si registra inoltre una “elevata patrimonializzazione, largamente superiore ai requisiti normativi e in crescita significativa”. Inoltre, la banca ha ricevuto la decisione finale della Bce riguardante il requisito patrimoniale da rispettare a partire dal 1 gennaio 2026 a livello consolidato, a seguito degli esiti del Supervisory review and evaluation process (Srep). Il requisito patrimoniale da rispettare complessivamente in termini di Common equity tier 1 ratio risulta pari a 9,97 per cento.

Entrati nel vivo della sessione di bilancio, in merito all’intervento sugli extraprofitti previsto nel ddl “non siamo preoccupati del possibile impatto dovuto alla tassazione” ha fatto presente Messina, rispondendo agli analisti durante la conference call. L’impatto “che potremmo avere sul risultato netto e sul patrimonio netto è gestibile per quanto ci riguarda”, ha sottolineato, aggiungendo che “il nostro impegno oggi include un possibile impatto derivante dalla tassazione”. Per quanto riguarda fusioni e acquisizioni “non ritengo che ci saranno delle mosse significative nei prossimi mesi, nel 2026 vedremo quello che potra’ accadere agli altri concorrenti che non hanno chiuso gli accordi nell’arco dell’anno” ha sostenuto l’Ad. Intesa Sanpaolo “non prenderà parte ad alcuna azione di consolidamento nel settore bancario o assicurativo”, ha infine rimarcato Messina.

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