La «Natività» di Lorenzo Lotto al Museo Diocesano

Ottobre 10, 2025 - 20:30
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La «Natività» di Lorenzo Lotto al Museo Diocesano

È davvero un piccolo, grande capolavoro quello che sta per arrivare al Museo diocesano «Carlo Maria Martini» di Milano per la nuova mostra che, dal prossimo 28 ottobre fino al primo febbraio 2026, ci accompagnerà per tutto il tempo di Avvento e di Natale. Si tratta della «Natività» di Lorenzo Lotto, uno dei protagonisti della pittura rinascimentale italiana, concessa in prestito dalla Pinacoteca nazionale di Siena: piccola per dimensioni (misura infatti circa 55 centimetri d’altezza), grande, anzi straordinaria, per qualità e bellezza. È proprio questo, infatti, il nuovo «Capolavoro per Milano», una delle manifestazioni culturali più attese e amate (giunta alla sua sedicesima edizione) (tutte le informazioni su www.chiostrisanteustorgio.it).

Il titolo di «Natività», pur corretto, non spiega la particolarità e la complessità della scena qui rappresentata. Si vede infatti Maria che immerge in una tinozza il neonato Gesù per lavarlo, subito dopo la sua nascita. Accanto a lei sta un’altra donna, inginocchiata, più anziana, che guarda la giovane madre con un misto di sorpresa e di ammirazione: probabilmente è la levatrice Salomè – di cui non parlano i Vangeli canonici, ma che è ben presente in quelli apocrifi – non aveva creduto alla verginità di quella donna che ha appena partorito, e per questo le sue mani sono rimaste come paralizzate.

Di fatto, secondo questo fiabesco racconto, assai diffuso nella cultura popolare e artistica fin dai primi secoli del cristianesimo, Salomè è la prima «convertita», perché dopo l’evento di cui è stata protagonista (la paralisi delle mani, come si vede bene nel dipinto, e la successiva guarigione), ancora prima dei pastori e dei Magi, ha riconosciuto in quella creatura il Salvatore, nato dalla vergine Maria, nel compimento delle profezie messianiche.

Anche se, va segnalato, quella donna potrebbe essere invece santa Anastasia, che diverse leggende medievali identificavano tuttavia proprio con la levatrice di Betlemme, desiderosa di contemplare il Figlio di Dio, e quindi guarita dalla sua infermità da Gesù, nel suo primo miracolo terreno…

E ancora non basta. Perché se osserviamo con attenzione la figura del piccolo Gesù potremo notare un particolare davvero sorprendente e insolito: il pargolo, infatti, non è raffigurato semplicemente nella sua nudità – a rimarcare che Egli è vero Dio e vero uomo -, ma ha ancora attaccato il cordone ombelicale, a mostrare la sua nascita autentica, non solo «apparente», cioè venuto al mondo come ogni creatura del genere umano. Un dettaglio straordinario, pressoché unico nella storia dell’arte, che solo un genio, seppur inquieto, come Lorenzo Lotto poteva ideare.

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