La singolare avversione di destra e sinistra per i principi costituzionali

Dicembre 13, 2025 - 14:00
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La singolare avversione di destra e sinistra per i principi costituzionali

Se la campagna elettorale avesse una sua data inaugurale, questa sarebbe già alle nostre spalle dall’indomani delle elezioni del 2022. Assai diverse le movenze dei protagonisti istituzionali, quelli in campo per la propria conferma, e quelli dell’alternativa, con una dirimente differenza. Tanto spavaldi e assertivi i primi, nella persona dominante, il capo del governo, chissà perché chiamato “premier”, quanto velleitari e confusi i secondi, completamente disorganizzati, nemmeno individuabili, nella superficie della formazione e tantomeno nella persona chiamata a rappresentarla.

Entrambi, in realtà e paradossalmente, con diversi titoli e consapevolezza, impegnati a far rivincere la coalizione di governo che, se fosse sola in campo, non sarebbe a oggi più sicura del risultato. E che, Costituzione e memoria alla mano, non avrebbe mai dovuto né voluto governare. Non per carenza di legittimazione, ovviamente: quanto per contrarietà originaria, formalizzata, allo spirito e agli obiettivi dei Padri costituenti. Quantomeno, non sotto la guida del partito che con la Costituzione non ha mai avuto, e non avrà mai, un rapporto di familiare convivenza né un minimo di reciproca attrazione. Un partito che fa parte dalle origini del centrodestra nostrano, quello creato dalla spregiudicata fantasia dei Cavaliere: ma che al tempo veniva, non senza ragione, tenuto nascosto allo stesso terzo alleato, la Lega allora lombarda e secessionista, per reciproca e mai negata, incompatibilità (tra i due, almeno allora, il partito costituzionale era la Lega di Umberto Bossi). Né va frainteso il contenuto di quel vuoto giuramento con cui i ministri prendono possesso del proprio ruolo, del tutto sganciato dal profondo contenuto di rottura con il passato che ispira la Carta.

Di questa anomala campagna elettorale, un aspetto si evidenzia con chiarezza: una comune aspirazione a governare, del tutto sganciata dalla preoccupazione di messa in sicurezza della nostra democrazia. Che non si sottrae alla condizione di generale e drammatica debolezza delle democrazie: con un inquieto occhio di riguardo per la raggelante tendenza masochistica, estrema, di due emblemi del genere: la democrazia americana, nordamericana, e quella israeliana. Praticamente sospese, sotto la guida di autocrati duri e puri, anche se solo temporaneamente secondo gli ottimisti.

La debolezza della nostra democrazia si segnala per alcune peculiarità. Oltre a essere governata da forze originariamente estranee alla nostra Costituzione che la disegna, quale più quale meno, si segnala per una progettualità costituzionale diretta a smantellare i punti di forza della nostra Costituzione: centralità delle Camere, singolarmente abbandonata anche dalle stesse forze con le radici nello spirito costituente; e, da parte del governo in carica, lancia in resta verso un potere governativo assoluto che sconfessa il caposaldo costituzionale della separazione dei poteri.

Nell’apparente disinteresse delle variamente dislocate opposizioni, inette alla protezione costituzionale quanto alla configurazione di una decente alternativa di governo.

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Redazione Redazione Eventi e News