La tecnologia per salvaguardare mari e oceani prende il largo

Domenica 8 giugno è la Giornata mondiale dedicata agli Oceani. Per rendere grazia e giustizia alla dimensione dei mari abbiamo deciso di dare la parola alla tecnologia che già disponibile ci dà una mano (ma forse anche di più) a tutelarli
Oltre il 70% della superficie terrestre è coperta dagli oceani. Non a caso, la Terra viene spesso definita pianeta blu. Ma oggi questo colore rischia di sbiadire.
In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani – che si celebra ogni anno l’8 giugno – diventa sempre più evidente come solo la tecnologia, applicata in chiave etica e sostenibile, possa rappresentare un’ancora di salvezza per gli ecosistemi marini.
Gli oceani non sono solo immensi bacini d’acqua: producono metà dell’ossigeno che respiriamo, assorbono grandi quantità di CO2, ospitano oltre l’80% della biodiversità del Pianeta e rappresentano la principale fonte di sostentamento per oltre 250 milioni di persone.
Tuttavia, sono minacciati da inquinamento, pesca intensiva, cambiamento climatico e acidificazione. Paradossalmente, proprio gli oceani ci aiutano a contrastare questi fenomeni. È per questo che proteggerli è una priorità.
Digital twin, Ai e machine learning per proteggere balene, tartarughe e squali
Tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale, la computer vision e i digital twin, stanno aprendo scenari finora impensabili nella tutela della fauna marina.
La piattaforma WhaleCast, sviluppata da Fathom Science con il supporto tecnologico di Sas, è in grado di prevedere in tempo reale la posizione delle balene franche lungo la costa est degli Usa, avvisando le navi mercantili e prevenendo le collisioni.
Sempre grazie alla computer vision, l’app ConserVision consente di identificare singole tartarughe marine alle Galapagos tramite il riconoscimento facciale, facilitando il monitoraggio scientifico partecipato.
Gli squali martello, sempre più a rischio, sono invece seguiti tramite tracker acustici e algoritmi predittivi, capaci di anticiparne gli spostamenti con oltre il 93% di accuratezza.
L’impegno italiano: stoccaggio della CO2 in mare e protezione della biodiversità
A testimoniare la centralità dell’innovazione in chiave climatica è anche Limenet, startup italiana che ha sviluppato una tecnologia per la rimozione della CO2 e il suo stoccaggio sicuro in mare sotto forma di bicarbonati.
I risultati preliminari degli studi scientifici condotti a La Spezia con l’Università Bicocca e ad Augusta con il Cnr di Messina hanno validato l’efficacia ecologica della soluzione, mostrando benefici sia per il fitoplancton che per la resilienza degli ecosistemi bentonici.
Il Ceo Stefano Cappello lo conferma: “abbiamo certificato i nostri impianti secondo lo standard Iso 14064-2 e venduto i primi crediti di carbonio negativi, ma il traguardo più importante resta l’impatto positivo sull’acidificazione degli oceani“.
Pesca sostenibile: il caso Msc e i 5 esempi virtuosi
Un altro pilastro nella salvaguardia marina è la pesca sostenibile. A ricordarlo è il Marine Stewardship Council, che in questa Giornata Mondiale degli Oceani celebra i suoi 10 anni di attività in Italia.
Nel report Preserving Ocean Life vengono raccontate pratiche innovative adottate da pescherecci certificati Msc: dai granchi artificiali luccicanti per evitare l’impiego di esche vive, ai pinger acustici per proteggere le focene, fino alle lettighe per squali e dispositivi di esclusione per tartarughe (TeDs), capaci di ridurre del 99% le interazioni dannose.
Il contributo della divulgazione: il caso Didamar a Fano
Se tecnologia e ricerca scientifica sono centrali, altrettanto lo è la divulgazione. Il neonato Didamar – centro marino e acquario didattico inaugurato il 5 giugno a Fano – si propone proprio questo: unire scienza ed educazione ambientale attraverso un percorso immersivo tra le vasche dell’Adriatico.
Grazie alla collaborazione tra università, Cnr, Stazione Zoologica Anton Dohrn e Comune di Fano, è nato un hub di ricerca e citizen science, con oltre 50 specie ospitate e un sistema di monitoraggio costiero tramite boa oceanografica.
Tecnologia e consapevolezza per un oceano rigenerato
Che si tratti di analisi predittive, stoccaggio di CO2, salvaguardia della biodiversità o percorsi educativi, il messaggio è uno solo: la tecnologia può e deve servire a rigenerare, non solo a misurare.
Solo unendo le competenze scientifiche con il coinvolgimento di cittadini, istituzioni e imprese, sarà possibile invertire la rotta.
Oggi, la sfida non è solo evitare la catastrofe ambientale, ma anche immaginare un futuro blu in cui oceani sani, biodiversi e resilienti possano continuare a sostenere la vita sul nostro Pianeta.
Crediti immagine: Depositphotos
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