Meloni e Schlein, una domenica di botta e risposta. Gli occhi sono già alle Politiche del 2027

Dicembre 15, 2025 - 16:31
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Meloni e Schlein, una domenica di botta e risposta. Gli occhi sono già alle Politiche del 2027

“Perché la Meloni non va a fare la spesa”, tuona Elly Schlein all’assemblea del partito. Giorgia è lontana pochi chilometri, ma è come se avesse udito la stoccata. “Avete visto voi la Schlein a questa nostra meravigliosa festa? “No, è fuggita, perché non sa che dire, ripete un ritornello che non incanta più nessuno”. Eccole, dunque, a confronto le due donne più importanti della nostra politica. Il vis a vis è tramontato prima di nascere, ma le fucilate a pallettoni hanno riempito la domenica di dicembre. Per la destra, il Paese sta rinascendo: lo spread è ai minimi termini, la disoccupazione è notevolmente diminuita, in Europa l’Italia è considerata tra le prime della classe. Per la sinistra è vero tutto il contrario. L’Italia è allo sbando, i poveri aumentano, come l’inflazione che cresce a vista d’occhio. La protesta si fa sentire, ha come padrino quel Maurizio Landini che invoca la rivolta sociale.Per le strade, i cortei mandano in tilt le città con il traffico che paralizza il centro e la periferia.Tutto visto, tutto come sempre senza un minimo di novità? No, ormai siamo in campagna elettorale perenne e non sono ammessi gli sbagli.

Il campo largo, il campo ristretto, “mezzo campo da affittare”, ironizzano gli ultras della maggioranza. “Non sanno più a che santo votarsi”, continuano. A dar man forte a questa destra orgogliosa della festa di Atreju, ci pensa Giuseppe Conte che, al contrario della Schlein, partecipa alla kermesse di Fratelli d’talia: Il sogno della prima donna del Pd sembra svanire sotto i colpi del presidente dei 5Stelle. Parla senza avere peli sulla lingua: “Noi non siamo alleati con nessuno”, sostiene facendo impallidire qualche esponente del Pd che ha accettato l’invito della premier. Aggiunge: “Noi siamo disponibili a dialogare. Se si arriverà ad un’alleanza dipenderà dai programmi che dovranno contenere tutte le nostre battaglie”.

Sembra che le speranze di un campo largo siano sparite come neve al sole. Ma, caparbia com’è Elly non si lascia intimidire e non arretra di un passo. All’assemblea del Pd dice con forza che l’unione della sinistra sconfiggerà il governo alle elezioni politiche del 2027. “Ci vedranno arrivare di nuovo”, esclama fra gli applausi della platea. Ma in cuor suo, sa che deve fare ancora i conti non tanto con la maggioranza, ma con i suoi amici – nemici che covano in via del Nazareno, la sede del partito. I riformisti per il momento non si agitano, lavorano in sordina sapendo di avere dalla loro parte pezzi da novanta come Romano Prodi, Dario Franceschini, Lorenzo Guerini e Ernesto Ruffini. Arturo Parisi, il consigliere del padre dell’Ulivo, è chiarissimo a proposito: “Il dibattito interno latita”. I fans della segretaria respingono queste accuse: Il Pd è un partito plurale: “Non nascondiamo che ci siano tra noi orientamenti diversi, ma alla fine il voto ci dà ragione”.

Mentre, tra i due maggiori partiti dell’opposizione non si trova un denominatore comune (almeno all’apparenza), gli avversari portano avanti i loro progetti, primo fra tutti il premierato che dovrebbe consegnare all’esecutivo una stabilità continua. È una riforma osteggiata dal Pd che sente odore di autocrazia, la teme, ma sa che quel giorno i referendum saranno due: riforma della giustizia, e il voto diretto per eleggere chi siederà a Palazzo Chigi.

Non dimentichiamo i problemi delicatissimi che debbono essere ancora risolti: le toghe, la sanità, la scuola, gli immigrati, la povertà, il continuo aumento del carrello della spesa. Schlein li ricorda e sottolinea più volte il fatto che nessuno di questi interrogativi è stato affrontato con la dovuta serietà. In breve, l’Italia è sull’orlo di un collasso economico. Ad aiutare l’opposizione ecco apparire Maurizio Landini che con i suoi scioperi settimanali getta benzina sul fuoco della politica. Si ritiene che la Cgil sia dalla parte di chi vuole rovesciare il governo, ma c’è chi fa notare a Elly che il progetto di Landini è un altro: il giorno che lascerà la Cgil vorrà entrare nei piani alti della politica e non disdegnerebbe di sedersi sulla poltrona di via del Nazareno. Ma a quel posto non mira soltanto lui: l’ultima arrivata è Silvia Salis, il sindaco di Genova, forte dell’ appoggio di coloro che non vedono di buon occhio la rivoluzione della Schlein che oggi, però, può contare sull’aiuto di Stefano Bonaccini, il quale per un posto da vice segretario ha attraversato il Rubicone.

Giorgia Meloni se la ride del campo largo, lo ha “costruito” lei  invitando alla festa  di Atreju tutti i rappresentanti dell’opposizione, compresi i cespugli  capitanati da Fratoianni e Bonelli, oltre al presentissimo Matteo Renzi. Chi ritiene che la Meloni soffra ancora di nostalgie del ventennio fa ridere un vecchio esponente della Margherita di Francesco Rutelli (l’anonimato è doveroso). “È sempre più una democristiana”, dice sorridendo. “Ha la stessa diplomazia dei grandi di quel tempo”. Sarà così?

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia