L’EDICOLA, Repubblica: “Il Trump show per la pace”. Il Messaggero: “Finalmente liberi”. La Verità: “Trump firma la fine della guerra. In Italia nasce il partito no-pace”

La notizia principale di oggi in apertura sui quotidiani è quella relativa alla liberazione degli ultimi ostaggi israeliani dalla Striscia di Gaza secondo le regole dell’accordo sul cessate il fuoco fra Israele e Hamas, e alla firma, in Egitto, del documento che dovrebbe avviare nuovi negoziati per la pace in Medio Oriente. “Finalmente liberi”, è l’apertura del Messaggero. “Il Trump show per la pace”, è la prima pagina di Repubblica. “Trump firma la fine della guerra. In Italia nasce il partito no-pace”, titola invece La Verità.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“Il Trump show per la pace” (La Repubblica).
“Pace a Gaza. Un giorno storico” (Il Corriere della Sera).
“La dottrina del realismo”. L’editoriale di Federico Rampini: “Quel Trump che ieri si è recato in Israele e in Egitto per una storica missione di pace, è lo stesso che voleva annettere Canada e Groenlandia, che aggrediva Zelensky nello Studio Ovale? Il leader di «Make America Great Again» di sicuro ha restituito agli Stati Uniti grandezza e centralità in Medio Oriente: ma è per questo che lo hanno votato gli operai metalmeccanici di Detroit? È comprensibile che il personaggio dia le vertigini, che disorienti il mondo intero (e non pochi americani), per la velocità con cui cambia posizioni”.
“Le ali della libertà” (La Stampa).
“Banche, c’è la tassa sui profitti 2023” (Il Sole 24 Ore).
“Finalmente liberi” (Il Messaggero).
“Dopo Gaza il metodo Donald per Kiev”. L’editoriale di Guido Boffo: “Nelle ore in cui la tregua di Gaza ha dimostrato di resistere alla sua fragilità, con il giubilo delle piazze israeliane e palestinesi, si è aperta la fase due in Egitto. Senza Israele e Hamas, ma con l’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen a presidiare un ruolo per ora piuttosto vago. Donald Trump, al centro del nascituro ordine mediorientale, viene omaggiato da tutti, emiri, principi, sultani, il club esclusivo chiamato a sostenere la ricostruzione della Striscia e i rappresentanti della vecchia Europa convocati per una seconda chance. È la strategia della stanza, riunire quanti più commensali possibili al tavolo apparecchiato dalla Casa Bianca, perché i buoni accordi e i buoni affari si fanno insieme”.
“Il miracolo di Trump” (Il Giornale).
“Con dono” (Il Manifesto).
“Trump show per la pace. Hamas, polizia a Gaza” (Il Fatto Quotidiano).
Le paci “sporche”. L’editoriale di Marco Travaglio: “Una settimana fa a Gaza i palestinesi morivano a decine al giorno per bombe e per fame, a Tel Aviv il governo annunciava annessioni della Striscia e della Cisgiordania e deportazioni dei gazawi, la Flotilla stava per essere fermata dagli israeliani in acque internazionali e le piazze d’Occidente si riempivano di manifestanti…”.
“Ostaggi restituiti alla vita. Intesa per costruire la pace” (Avvenire).
“Trump firma la fine della guerra. In Italia nasce il partito no-pace” (La Verità).
“Trump libera tutti” (Libero).
“Questi due anni in guerra contro il male”. L’editoriale di Mario Sechi: “La domanda. Nel cuore della notte. Per due anni. «Vinceremo?». La domanda. Per 738 giorni. Da una mia amica. Un’ebrea di Roma. «Vinceremo?». Arrivava quando la fatica del giorno si scioglieva, nelle ore liquide in cui lampeggiano bagliori di inquietudine. La domanda. Captavo l’ansia di chi era sopraffatto dagli eventi, dalla propaganda, dall’odio, dal timore di “non farcela”, dall’angoscia di dover di nuovo rinunciare a tutto e assistere alla caduta più grande, quella della patria”.
“Ostaggi e prigionieri, tutti liberi. Show di Trump: Nuovo inizio” (Domani).
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