L’Europa chiude i rubinetti del gas russo: cessazione graduale l’anno prossimo e stop totale nel 2027

Dicembre 4, 2025 - 00:30
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L’Europa chiude i rubinetti del gas russo: cessazione graduale l’anno prossimo e stop totale nel 2027

Una proposta in tal senso era stata messa sul tavolo a giugno dalla Commissione europea e ora è arrivato il pronunciamento anche di Consiglio e Parlamento europeo, che hanno raggiunto un accordo sulle norme per eliminare gradualmente le importazioni di gas russo per un’Europa «energeticamente sicura e indipendente»: «Questa decisione storica porrà fine alla dipendenza dell’Ue da un fornitore inaffidabile, che ha ripetutamente destabilizzato i mercati energetici europei, messo a rischio la sicurezza dell’approvvigionamento con il ricatto energetico e ha danneggiato l’economia europea», sottolineano da Bruxelles.

L’accordo siglato oggi dai vertici comunitari prevede la cessazione graduale ma definitiva delle importazioni di gas russo, con l’eliminazione crescente delle importazioni di Gnl entro il 31 dicembre 2026 e di quelle di gas tramite gasdotto entro il 30 settembre 2027. In via eccezionale, gli Stati membri possono prorogare tale termine ma solo di un mese, fino al 31 ottobre 2027, qualora i loro livelli di stoccaggio siano inferiori ai livelli di riempimento richiesti.

Questa è, nel dettaglio, la tabella di marcia approvata oggi da Consiglio e Parlamento europeo: «Per i contratti di fornitura a breve termine conclusi prima del 17 giugno 2025, il divieto di importazione di gas russo si applicherà a partire dal 25 aprile 2026 per il Gnl e dal 17 giugno 2026 per il gas trasportato tramite gasdotti. Per i contratti a lungo termine per le importazioni di Gnl conclusi prima del 17 giugno 2025, il divieto si applicherà a partire dal 1° gennaio 2027, in linea con il 19° pacchetto di sanzioni. Le importazioni di gas tramite gasdotto nell'ambito di contratti a lungo termine saranno consentite solo fino al 30 settembre 2027. Qualora gli Stati membri incontrassero difficoltà nel raggiungere i livelli di stoccaggio richiesti, il divieto di importazione tramite gasdotto si applicherebbe solo a partire dal 1° novembre 2027. Le modifiche ai contratti esistenti saranno consentite solo per scopi operativi strettamente definiti e non potranno comportare un aumento dei volumi o dei prezzi. Pertanto, entro novembre 2027, l'Ue avrà eliminato definitivamente le importazioni di gas russo».

In base all’accordo, gli Stati membri dovranno presentare entro il 1° marzo 2026 piani nazionali di diversificazione che descrivano le misure volte a garantire da altri canali alternativi le loro forniture di gas e petrolio. Entro un mese dall’entrata in vigore del regolamento, i Paesi comunitari saranno inoltre tenuti a comunicare alla Commissione Ue se hanno in essere contratti di fornitura di gas russo o divieti legali nazionali.

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: «Oggi entriamo nell'era della piena indipendenza energetica dell'Europa dalla Russia. REPowerEU ha dato i suoi frutti. Ci ha protetti dalla peggiore crisi energetica degli ultimi decenni e ci ha aiutati a compiere la transizione dai combustibili fossili russi a una velocità record. Oggi interrompiamo definitivamente queste importazioni. Esaurendo le risorse finanziarie di Putin per la guerra, dimostriamo la nostra solidarietà all'Ucraina e puntiamo a nuove partnership energetiche e opportunità per il settore».

L’accordo siglato oggi dai vertici comunitari può essere definito storico a ragione. Solo un paio di giorni fa la rete ambientalista Can Europe ha segnalato una nuova ricerca in cui viene documentata l’ampia influenza della Russia in tutta Europa e il modo in cui sta organizzando la resistenza politica e aziendale contro la graduale eliminazione dei combustibili fossili russi. La ricerca indica che diversi importanti partiti politici di estrema destra dell’Ue hanno ricevuto finanziamenti dal settore energetico russo, tra cui l'FPÖ austriaco (accordo di cooperazione con Russia Unita, 2016), il Rassemblement National francese (prestito di 9,4 milioni di euro, 2014) e l'AfD tedesco (legami finanziari che promuovono la dipendenza dal gas russo), minando così la democrazia nell'Unione. Inoltre, la rete di associazioni ambientaliste europee ricorda che l’Europa è stata storicamente il principale cliente della Russia per le esportazioni, le riesportazioni e i trasbordi di gas. I contratti europei di Yamal LNG (con TotalEnergies, SEFE, Naturgy e Fluxys) tra il 2022 e il 2024 hanno generato circa 5,2 miliardi di dollari di entrate fiscali per la Russia. Tutto ciò, con l’accordo di oggi siglato dai vertici comunitari, non potrà più succedere.

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