“Luino non ha bisogno di me, ma di un programma”: Furio Artoni si apre alla candidatura

Un discorso che suona come un manifesto. Un atto di accusa e insieme una dichiarazione d’amore verso Luino. L’avvocato Furio Artoni, capogruppo di Azione Civica per Luino e Frazioni in consiglio comunale, ha pubblicato una lunga e articolata lettera in cui mette nero su bianco le sue condizioni per una possibile candidatura a sindaco alle prossime elezioni amministrative.
Lo fa con parole nette: «Non sono innamorato della poltrona. Sono innamorato di Luino». E lancia un appello ai partiti del centrodestra che lo vorrebbero in campo: o si parte da un programma serio, condiviso e non negoziabile, oppure lui è pronto a farsi da parte, ma a una condizione: «Serve qualcuno con le competenze per realizzarlo. Se c’è, io lo sostengo».
Quattro pilastri, nessuna deroga
Il cuore della proposta di Artoni ruota attorno a quattro temi centrali: sicurezza, sanità, economia di confine e formazione. Temi affrontati con toni appassionati e spesso duri, ma sempre accompagnati da proposte concrete.
Sul fronte sicurezza, l’avvocato ricorda la violenta rissa avvenuta il 4 ottobre sul lungolago di Luino, dove un ragazzo minorenne è stato ferito con un machete: «È ora di dire le cose come stanno. Ignorare il problema non lo fa sparire». Da qui la richiesta di un commissariato di pubblica sicurezza, bocciata dalla maggioranza consiliare, e i corsi gratuiti di autodifesa femminile da lui promossi.
La “tassa salute” e l’ospedale di Luino
Artoni non fa sconti nemmeno sul tema sanitario, definendo la cosiddetta “tassa salute” per i frontalieri una «truffa di Stato» e accusando il sistema di trattare i lavoratori transfrontalieri come «bancomat ambulanti».
«La sanità si salva investendo, non rapinando», scrive, denunciando i reparti vuoti dell’ospedale di Luino e l’utilizzo di medici a gettone, anche non specializzati, nei pronto soccorso: «L’ospedale di Luino è IL tema. Non uno tra i tanti».
Zona economica speciale e università a Luino
Altro punto cardine è la proposta di istituire una zona economica speciale nella fascia di confine, con defiscalizzazione, incentivi per le imprese e sburocratizzazione. A questo si aggiunge l’idea – definita «un sogno che i politici non osano» – di un polo universitario a Luino con corsi professionalizzanti legati al tessuto produttivo locale: «Voglio che un ragazzo di Luino possa studiare qui, formarsi qui, lavorare qui».
«La politica è venuta a cercare me»
Nel testo, Artoni ripercorre anche il suo ingresso in politica, nato – spiega – da un’urgenza civile e non da un’ambizione personale: «Chi ha competenze e non le mette al servizio della comunità è, in fondo, un vigliacco».
Ecco allora l’ultimatum ai partiti che lo sostengono: «Volete che mi candidi? Bene. Ma prima serve un patto chiaro: si parte dal programma, non dai nomi. Se c’è condivisione reale e si trova un candidato credibile, io mi faccio da parte. Altrimenti, lo faccio io. Non per ambizione, ma per dovere».
«Pretendete di più»
In chiusura, l’avvocato richiama i cittadini a una partecipazione attiva, invitandoli a non accontentarsi: «Luino merita un’alternativa credibile. E io sono pronto a esserlo. O a sostenere chi lo sarà al posto mio. Ma una cosa è certa: non resterò a guardare mentre questa città muore lentamente».
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