Cooperazione internazionale: sono sempre di più le ong che sviluppano progetti in Italia
Gli ultimi dati pubblicati su Open Cooperazione scattano la fotografia delle organizzazioni italiane che operano nella cooperazione internazionale. Nel 2024, sono stati 5.302 i progetti realizzati dalle ong e dalle associazioni, di questi 1.032 in Italia e 4.270 all’estero. L’anno precedente il numero dei progetti in Italia era identico, ma quello dei progetti all’estero era di 5.589. Cosa capiamo dai numeri, qual è la tendenza? Abbiamo chiesto una chiave di lettura a Elias Gerovasi, curatore di Open Cooperazione.
La crescita continua, ma è meno accentuata
«I dati della cooperazione internazionale sono abbastanza stabili. Si riferiscono al 2024, quindi sono precedenti allo “scossone” del 2025 iniziato a gennaio scorso, con la sospensione dei fondi americani ai finanziamenti sul lavoro umanitario, i tagli di Donald Trump a Usaid. Anzi, questi dati sono leggermente in aumento», spiega Gerovasi, «ma in modo meno accentuato rispetto agli anni precedenti. Sia le risorse economiche del settore della cooperazione internazionale, sia le risorse umane sono in aumento, in linea con una tendenza degli ultimi 10 anni. Ma questa volta la crescita economica si attesta intorno al 5%, mentre negli altri anni era di circa il 10%. Le risorse umane impiegate nel 2024 sono 28.644, nel 2023 erano 27.083».
Dalle nuove povertà all’assistenza ai migranti
Dei 1.032 progetti attivi in Italia e registrati su Open Cooperazione, «c’è una tendenza ormai stabile, dovuta al fatto che diverse organizzazioni, soprattutto quelle che operano in certi ambiti, hanno un’attività sostenuta in Italia. Nell’ultima decina di anni, le ong si occupano soprattutto di tematiche specifiche nel nostro Paese, la maggior parte dell’operatività in Italia è legata ai temi della povertà educativa, delle nuove povertà, dell’assistenza ai migranti. Alcune si stanno attivando sui temi della sanità, come Emergency con i progetti delle cliniche in alcune regioni del Sud», prosegue Gerovasi.
«Quindi credo che sia, da una parte, un riflesso dei tempi, dall’altra le organizzazioni rispondono agli stimoli che derivano dalla percezione dell’opinione pubblica che ci siano bisogni in questi settori nel nostro Paese. Inoltre, le ong portano avanti, da sempre, progetti legati a tematiche quali l’educazione allo sviluppo e la sensibilizzazione sui temi dell’Agenda 2030». Sono 92 le organizzazioni che, nel 2024, si sono occupate di progetti di cooperazione nel nostro Paese. «La maggior parte delle ong e delle associazioni che inseriscono i dati su Open Cooperazione sono attive anche in Italia».
Aumenta il volontariato, anche il Servizio civile
«Sulla piattaforma Open Cooperazione le ong e le associazioni che si occupano di cooperazione internazionale inseriscono i dati che vengono computati in tempo reale. Quelli che stiamo commentando relativi al 2024 sono orientativamente completi, mancano solo due-tre organizzazioni che stanno per inserirli». Se le risorse finanziarie della cooperazione nel 2024 sono state di quasi un miliardo e 408 milioni di euro, le entrate del 2023 hanno superato di poco un miliardo e 367 milioni di euro. Se i volontari erano 49.836 nel 2023, nel 2024 sono saliti a 50.974, mentre i volontari in Servizio civile sono passati dai 1.300 del 2023 ai 1.762 nel 2024. «C’è una capacità costante di riuscire a mobilitare il volontariato da parte delle ong, che si riferisce molto di più ai progetti che si realizzano in Italia piuttosto che a quelli attivi all’estero», sottolinea Gerovasi.
«C’è un consolidamento di attività di aiuto umanitario all’estero. Si vede anche dalla crescita dei progetti nei teatri di conflitto emergenti negli ultimi anni. Questo è un trend che sarà sicuramente confermato in futuro. È vero che vengono tagliati i fondi, come detto prima, ma ci sono delle crisi umanitarie che comporteranno l’attivazione delle ong».
Nella top 20 delle ong oltre l’80% delle entrate
Si consolidano e crescono le organizzazioni italiane più importanti. Nella top ten delle ong che hanno raggiunto il volume più alto del bilancio delle entrate 2024, troviamo ai primi tre posti Save the Children, Fondazione Avsi e Intersos, seguite da Medici senza frontiere, Coopi, Emergency, Unicef, WeWorld, Medici con l’Africa Cuamm e ActionAid. «L’osservazione che abbiamo fatto l’anno scorso, e che confermiamo quest’anno, è che oltre l’80% delle entrate economiche del settore sono realizzate dalle prime 20 organizzazioni italiane. Questo è un dato in crescita rispetto a 10 anni fa. C’è una concentrazione su ong che sono sempre più grandi, ciò succede in Italia come negli altri Paesi», prosegue Gerovasi.

«Si consolidano delle organizzazioni che hanno capacità operative importanti, quelle che fanno più fatica sono quelle medio-piccole che sono molto stagnanti, tendono a non crescere o addirittura a decrescere. Guardando la top ten di quest’anno, se la confrontiamo con quella di cinque-sei anni fa, possiamo vedere che i numeri sono cresciuti in maniera importante per tutte, alcune hanno avuto crescite rilevanti legate in molti casi all’attività umanitaria».
Foto: educativa di strada al Playground Prato Macrolotto Zero/Francesco Alesi per Save the Children
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