Italia regina della pasta, nel 2024 ne ha esportato più di 2 milioni di tonnellate. Ma ora è a rischio il mercato USA

Ottobre 25, 2025 - 22:00
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Italia regina della pasta, nel 2024 ne ha esportato più di 2 milioni di tonnellate. Ma ora è a rischio il mercato USA

Bruxelles – Nel 2024, in tutta l’Unione sono state prodotte 6 milioni di tonnellate di pasta, per un valore di 9,1 miliardi di euro. Più di due terzi – 4,1 milioni di tonnellate – in Italia, che si conferma la regina incontrastata del celebre primo piatto. Meno della metà rimane sulle tavole degli italiani: l’export ha toccato le 2,2 milioni di tonnellate.

L’Ufficio statistico dell’UE ha scattato una fotografia della filiera alla vigilia del World Pasta Day. Dopo l’Italia, la Spagna è attualmente il secondo produttore del vecchio continente, con il 6 per cento del totale (367 mila tonnellate), la Germania il terzo, con il 5 per cento (290 mila tonnellate). Secondo i dati di Eurostat, la maggior parte dell’export di pasta dei Paesi UE è rivolta al mercato unico, ma anche oltremanica e oltreoceano: il Regno Unito e gli Stati Uniti rappresentano rispettivamente il 25 e il 23 per cento dell’export di pasta Ue.

Donald Trump Giorgia Meloni
L’allora neo-eletto presidente statunitense Donald Trump accoglie la premier italiana Giorgia Meloni nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida, il 5 gennaio 2025 (foto: Palazzo Chigi via Imagoeconomica)

Per quanto riguarda l’Italia, nel 2024 l’export di pasta verso gli Stati Uniti – il secondo acquirente mondiale dopo la Germania – ha raggiunto il valore di 671 milioni di euro. Secondo un’analisi di Coldiretti, l’Italia avrebbe spedito al di là dell’Atlantico 281 mila tonnellate di pasta. Un mercato in crescita costante negli ultimi anni, che avrebbe già registrato un calo del 21 per cento nel primo mese di entrata in vigore dei dazi del 15 per cento imposti da Donald Trump sulle merci europee, e che ora rischia un brusco stop, minacciato da ulteriori tariffe fino al 91,74 per cento a partire dal primo gennaio 2026.

A inizio ottobre infatti, il dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha pubblicato l’esito preliminare dell’indagine antidumping condotta su diversi marchi di pasta italiana, colpevoli secondo l’amministrazione americana di esportare a prezzi inferiori a quelli di mercato. Washington prevede di imporre una tariffa retroattiva antidumping del 91,74 per cento a 13 marchi del Belpaese – tra cui La Molisana, Garofalo, Rummo e Liguori – che andrebbe a sommarsi al dazio unilaterale del 15 per cento negoziato a livello UE.

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