Resident Evil 1: la nascita del survival horror per come lo conosciamo

Vista l'imminente apertura dei preorder e l'imminente arrivo del nuovo capitolo della saga survival horror più famosa al mondo, Resident Evil, credo sia un ottimo periodo per rivisitare in retrospettiva i capitoli più importanti della serie: in fondo Resident Evil non è una semplice IP, ma è una delle più importanti del panorama.
In questa serie di articoli prenderò in analisi le influenze che ha avuto il gioco dall'industria, la trama, e l'impatto che ha avuto una volta rilasciato al grande pubblico. E non c'è un punto migliore da cui iniziare se non la genesi della saga, Resident Evil 1 rilasciato su PS1, Sega Saturn e PC, nel lontano 1996 ben 29 anni fa.
Addentriamoci in uno dei titoli più importanti del genere, e dell'industria videoludica in generale.
Il titolo che ha fatto brillare il genere, ma non il primo
Una delle concezioni più comuni dietro il primo capitolo di questa saga monumentale è che Resident Evil 1 sia stato il primo del suo genere, che lui sia "il creatore" del genere dei survival horror. Resident Evil è effettivamente il primo ad esser esploso a livello di popolarità in questo genere, ma non è il primo del suo genere. Infatti, quello che molti non sanno è che la punta di diamante del genere survival horror ha avuto varie fonti di ispirazione da altri titoli meno conosciuti, ma che comunque mantengono una forte rilevanza a livello storico nell'industria.Sweet Home
Iniziamo dalle origini, da dove tutto è iniziato: Sweet Home è un survival horror pubblicato da Capcom stessa nel 1989, ed è una trasposizione videoludica dell'omonimo film giapponese. Esso è considerato il primo vero e proprio titolo del genere dei survival horror e anche la principale fonte di ispirazione di Resident Evil, pur presentando delle meccaniche che virano più sul gioco di ruolo, in confronto alle meccaniche di Resident Evil che risultano molto più action. Inoltre anche la trama vira molto da quella proposta in Resident Evil, infatti non ci sono virus, parassiti o simili, ma il titolo ha più un focus sul paranormale, con fantasmi e ville infestate. Il gameplay, come ho già specificato, manca completamente di una componente action, complice anche la console sulla quale è stato rilasciato il titolo (il FAMICOM), che non aveva la potenza necessaria per poter costruire un survival horror moderno, anche a camere fisse.Alone in The Dark
Questa è stata l'influenza più grande per Resident Evil. Il primo Alone in The Dark presenta molti degli elementi che poi verranno riportati successivamente nel primo Resident Evil, come il sistema a camere fisse, l'ambientazione (anche in Alone In The Dark abbiamo una villa come setting dell'opera) e infine gli zombi, anch'essi presenti in questo titolo, insieme ad altre creature lovecraftiane. Anche il sistema di combattimento è una forma più rudimentale di quello di Resident Evil, che rispecchia perfettamente tutti gli stilemi della serie, come ad esempio mettersi in posizione di mira,per poi far fuoco alla pressione del pulsante azione, e l'impossibilità di muoversi mentre si è in questa posizione; tutto questo è appunto presente, solo che come ho già specificato, lo è in una forma molto più grezza e rudimentale.Clock Tower
Da Clock Tower Resident Evil prende ispirazione per quanto riguarda la trama e le meccaniche survival. La trama alla base è bene o male molto simile: un gruppo di persone si dirige verso un castello nel mezzo di una radura sperduta, separandosi all'arrivo, per poi iniziare a cadere come mosche finite le prime battute di gioco. Vi riporta alla mente qualcosa questo schema? Beh, dovrebbe, almeno se avete giocato Resident Evil 1. Inoltre anche meccanicamente Resident Evil deve molto a Clock Tower, perché molte delle meccaniche di gestione delle risorse sono state create proprio da quest'ultimo titolo. Quindi, si, alla fine Resident Evil è stata l'opera che ha portato il genere al successo, ma senza tutta questa serie di influenze che ha chiaramente avuto e che ho elencato, sicuramente il titolo Capcom non sarebbe come lo conosciamo oggi. Magari avrebbe comunque fatto successo, o magari no, o magari non sarebbe neanche esistito: su questo possiamo solamente speculare. [caption id="attachment_1109661" align="aligncenter" width="1200"]
Clock Tower una delle influenze più grandi di Resident Evil[/caption]
L'effetto farfalla
E allora speculiamo! Mettiamo caso che, in un'universo parallelo al nostro, Resident Evil non sia mai esistito. Come sarebbe l'industria videoludica al giorno d'oggi? Sicuramente non sarebbe minimamente la stessa, perché, soprattutto nel panorama horror, Resident Evil è l'IP più importante e più impattante; da essa, una miriade di saghe che tutti noi amiamo non sarebbero mai esistite, e molte evoluzioni anche tecniche non ci sarebbero state o quantomeno sarebbero avvenute molto più tardi. Senza Resident Evil, la generazione PS2/Gamecube sarebbe stata completamente diversa, anche perché quella generazione nello specifico è stata inondata di survival horror che cercavano di accaparrarsi anche solo una minima parte del successo che stava riscuotendo la saga targata Capcom. Saghe storiche come Silent Hill non sarebbero di conseguenza forse esistite: basti pensare che quest'ultima è stata ideata proprio come risposta da parte di Konami al survival horror di Capcom; anche Fatal Frame, banalmente, non sarebbe mai esistito, o anche Resident Evil 4, che rimane uno degli action horror più venduti di sempre. Insomma, la sesta generazione non sarebbe stata minimamente quella di oggi, se questo singolo titolo non fosse mai esistito. E ricordiamoci che la sesta generazione non è una generazione "da poco", ma è una delle più importanti se non la più importante, quella che ha consacrato il medium videoludico, spingendolo più verso le masse e meno verso la nicchia qual'era prima il suo target. Non dimentichiamo infine che la sesta gen "ospita" la console più venduta di sempre: PlayStation 2. Se contiamo che molti dei videogiochi più venduti e amati fanno proprio parte del genere survival horror, e che molti di essi sono vere e proprie gemme che hanno fatto scuola nell'industria, posso confermare che il panorama videoludico al giorno d'oggi non sarebbe lo stesso senza Resident Evil 1. [caption id="attachment_1109662" align="aligncenter" width="1200"]
Menzione onorevole ad Haunting Ground uno dei migliori survival horror della sesta generazione[/caption]
Una decisione last minute che ha salvato l'opera
Sapevate che Resident Evil è stato salvato da una decisione fatta nell'ultimo mese di sviluppo? Infatti, le iconiche casse dove è possibile depositare i vostri oggetti, fino all'ultimo mese di development non erano collegate fra di loro. Si, avete letto bene: ogni cassa aveva un proprio inventario, e non uno unico condiviso tra tutte le casse. Una scelta di design alquanto terribile, che avrebbe potuto affossare definitivamente un capolavoro del genere. Immaginatevi questo scenario: siete alla fine del gioco, nel laboratorio dell'Umbrella; state inserendo i MO-DISK, ma alla fine vi accorgete che ne avete lasciato uno indietro. Ed ecco che vi aspettano un paio di ore di passeggiata a cercare di capire in quale cassa avete lasciato il disco. Uno scenario a dir poco catastrofico. Questo ci viene confermato non solo da una serie di guide, rilasciate da dei redattori che al tempo avevano giocato il gioco in anteprima, ma anche da un prototipo del gioco completo, trapelato qualche anno fa sulla rete, che permtte di giocare una build datata a circa un mese prima della data di uscita, build nella quale le casse erano ancora scollegate tra di loro. Avendolo personalmente provato nel remake del 2002, nella modalità Real Survival dove le casse non sono più interconnesse tra di loro, posso dirvi che quella di renderle una sorta di inventario condiviso è stata una decisione di design fondamentale per il successo di Resident Evil 1. Anche io, che conosco praticamente il gioco a menadito, ho fatto fatica ad orientarmi su dove avessi messo degli oggetti specifici che magari non mi servivano nell'immediato nel momento in cui li ho depositati, e non oso immaginare come sia provare un'esperienza del genere alla prima run, con un titolo che già alla base può risultare confusionario. [caption id="attachment_1109663" align="aligncenter" width="1200"]
Schermata della cassa degli oggetti[/caption]
Resident Evil quindi è stato uno dei titoli più importanti dell'industria
Con Resident Evil, abbiamo davanti non solo un titolo che ha plasmato un genere, ma che ha anche dettato buona parte della libreria della generazione successiva, un titolo che ha creato una saga talmente salda e duratura che ancora oggi ne stiamo parlando, in attesa di un nuovo capitolo. Resident Evil è uno dei titoli che più ho amato, nella storia di questa industria, e vorrei vederlo brillare ancora oggi, sotto i riflettori di - magari - un secondo remake in chiave moderna. Vi lascio inoltre uno dei miei ultimi editoriali, dove ho analizzato il gameplay di Requiem, e la pagina steam del remake del primo capitolo della saga, di cui parleremo molto presto.L'articolo Resident Evil 1: la nascita del survival horror per come lo conosciamo proviene da GameSource.
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