M&A, dopo il consolidamento della filiera ora il focus è sul rilancio dei brand
Il mercato delle operazioni di M&A nel settore moda sta vivendo una fase di profonda trasformazione. Dopo un 2024 segnato da cautela e razionalizzazione della catena del valore, il 2025 si apre con un numero significativo di operazioni, anche in termini di valore, e un rinnovato slancio verso l’espansione strategica, in particolare sul fronte dei brand. Nel 2023 nel macro ambito del fashion si sono registrate 89 operazioni, salite a 117 nel 2024 (+31,4%). Nei primi cinque mesi di quest’anno il conteggio ha già raggiunto quota 43 operazioni, segnalando un proseguimento della dinamica positiva. In questo scenario, il 2024 ha rappresentato un anno chiave per la messa in sicurezza della filiera produttiva e distributiva, attraverso acquisizioni mirate al consolidamento industriale.
Obiettivo che, ora, appare rafforzato e dunque, con l’avvio del 2025, si è passati a prestare una maggiore attenzione alle operazioni di acquisizione e la messa in sicurezza dei brand. “Il mercato dell’M&A è ancora abbastanza rallentato e ciò è dovuto all’incertezza su scala globale che frena gli investimenti”, ha commentato a Pambianconews Alessio Candi, responsabile delle divisioni Consulting ed M&A in Pambianco. “Nonostante ciò, è corretto affermare che negli anni passati c’è stato un forte interesse nei confronti della manifattura, con un’ondata di acquisizioni che adesso si è fermata, perché tutte le società produttive hanno fortemente rallentato i loro risultati, facendo ripartire l’M&A sui marchi, ma ancora molti sono alla finestra. A fronte di risultati in rallentamento, molti players industriali stanno lavorando sulla marginalità e sulla generazione di cassa. Questo – conclude il manager – farà sì che, quando sarà finita questa fase di incertezza, il mercato delle M&A ripartirà”.
Il 2024 della filiera e della distribuzione
Nel corso del 2024, il comparto delle fusioni e acquisizioni nel fashion è stato caratterizzato da un’attenzione al rafforzamento dell’infrastruttura industriale. Il 27,4% delle operazioni ha riguardato la filiera produttiva e il 10,3% le piattaforme distributive, segno di una strategia focalizzata sulla verticalizzazione e sull’ottenimento di asset chiave in ambito produttivo e logistico. Le operazioni in ambito brand si sono attestate al 47%, riflettendo una maggiore prudenza in un contesto economico instabile. Tra le principali operazioni concluse figurano il delisting di Tod’s da parte di L Catterton, per oltre 500 milioni di euro, e l’acquisizione del 50,2% del brand Autry da parte di Style Capital.
Sul fronte del retail, si distingue l’acquisizione di Goldenpoint da parte di Ovs. Per quanto riguarda la filiera produttiva, spicca invece l’investimento di Nessifashion – veicolo riconducibile a Marco Bizzarri – nella società Betty Blue, titolare del marchio Elisabetta Franchi, seguito poi dall’acquisizione della minoranza di Maccapani. Tra le operazioni di rilievo c’è ovviamente quella di Lvmh che è entrata nel capitale della holding Double R di Remo Ruffini con un investimento strategico volto a consolidare la propria influenza su Moncler. Sempre nella logica di diversificazione e integrazione si ricorda l’operazione di EssilorLuxottica, che ha acquisito il marchio streetwear Supreme (ex Vf Corporation) per 1,5 miliardi di dollari, espandendo il proprio portafoglio oltre l’eyewear. Nel segmento watches & jewellery, infine, Richemont ha acquisito Vhernier per 118 milioni di euro, mentre Watches of Switzerland Group ha rilevato i diritti esclusivi di distribuzione del brand Roberto Coin per circa 130 milioni di dollari. Non sono mancate operazioni di rilievo su scala internazionale: Authentic Brands, per esempio, ha rilevato Champion da Hanesbrands (valore non ufficialmente dichiarato, stimato oltre 1 miliardo di dollari), mentre la piattaforma Mytheresa ha acquisito Yoox Net-A-Porter (Yanp) da Richemont in una manovra distressed. Inoltre, Whp Global ha rilevato la proprietà intellettuale di Vera Wang, e Zalando ha acquisito About You. Da segnalare anche la cessione di Off-White a Bluestar Alliance.
2025: Ritorno ai brand e operazioni simboliche
Il 2025 ha segnato un’inversione di tendenza, come anticipato, con un ritorno all’acquisizione di brand, che hanno rappresentato il 58,1% delle operazioni nei primi cinque mesi dell’anno. Si riduce l’incidenza della filiera al 20,9%, segno che gran parte degli obiettivi industriali del 2024 sono stati raggiunti. Tra le operazioni più significative nella filiera, spicca l’acquisizione del 35% di Mantero Seta da parte di Chanel, operazione emblematica della volontà del gruppo francese di controllare direttamente fornitori storici di tessuti pregiati. Più recente, il doppio deal di Conceria Pasubio che si è aggiudicato Conceria Antiba e Sk!n.
L’acquisizione di Versace da parte di Prada, conclusa per 1,2 miliardi di euro, invece, è l’operazione simbolo di questo nuovo corso: un investimento strategico volto a rafforzare il portafoglio marchi in ottica globale e manageriale. Parallelamente, si segnalano l’acquisizione del brand americano True Religion da parte della private equity Acon Investments, Blue Pool Capital che ha acquisito una quota di minoranza in Golden Goose e il deal di Permira che ha rilevato il 40% di K-Way in un’operazione annunciata a ottobre 2024 ma finalizzata nel 2025. Spiccano i deal oltreoceano: in pochi mesi sono state annunciate le maxi operazioni di Skechers passata a 3G Capital per 10 miliardi di dollari, di Foot Locker da parte di Dick’s Sporting Goods e di Authentic Brands Group che si è aggiudicata Dockers per 311 milioni di dollari, mentre sul fronte asiatico Anta Sports si è rafforzata nell’outdoor comprando Jack Wolfskin per 290 milioni di dollari.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




