Nella Dean’s List della Bocconi il volontariato diventa metro di eccellenza

Dicembre 6, 2025 - 09:34
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Nella Dean’s List della Bocconi il volontariato diventa metro di eccellenza

Giovanni Paolo Razza ha 19 anni, è al secondo anno del corso di laurea in Economia aziendale e management dell’Università Bocconi ed è volontariato presso la Croce Verde. L’anno scorso ha fatto più di 200 ore di servizio ambulanza, come soccorritore. «Anche se a me piace dire che in termini di ore il nostro impegno è inquantificabile», dice: «Non si sa mai quante ore rimarrai in turno: inizi la sera, in teoria smonti alle 6 ma se sei fuori in servizio non puoi certo staccare finché tutto è a posto. Di certo ogni turno dura più di 10 ore», spiega. Razza è uno dei 23 studenti che la Bocconi ha premiato per il loro impegno nel volontariato, con il Social Impact Award.

Fra loro c’è anche Sara Maria Da Silva Pinto, 24 anni, laureatasi ad ottobre in Management, volontaria dal 2023 presso l’Opera Cardinale Ferrari di Milano: «Sul mio essere volontaria ho sempre tenuto un low profile, ma è stato molto bello il fatto che alla premiazioni siano venute due volontarie che fanno con me il turno del sabato e il mio referente, mi sono sentita davvero valorizzata», racconta.

Giovanni Paolo Razza , 19 anni, in servizio con la Croce Verde A.P.M.


L’altra Dean’s List

La Dean’s List negli Stati Uniti è un riconoscimento accademico assegnato agli studenti universitari con le performance migliori: lo 0,5% degli studenti eccellenti, con la media più alta. Entrare nella Dean’s List è un riconoscimento ufficiale di eccellenza accademica, viene messo nel transcript universitario ed è utile per accedere a borse di studio, programmi avanzati e application per il lavoro.

All’Università Bocconi, l’idea che l’università debba occuparsi non solo della formazione tecnica ma anche della crescita umana dei propri studenti non è nuova, ma a negli ultimi anni ha assunto una forma più strutturata. «Quando tre anni fa sono stato nominato prorettore con delega alla Graduate School», racconta il professor Carlo Salvato, Dean della Graduate School e Deputy Rector dell’università milanese, «mi sono reso conto che i nostri studenti sono già molto sollecitati sul fronte accademico, spesso anche in competizione tra loro, ed è giusto così. Però la Bocconi, fin dalla sua nascita, è sempre stata molto attenta all’impatto che i suoi laureati hanno sulla società, nella convinzione che una buona formazione professionale serva anche a lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato», spiega. «Questo significa avere un’attenzione per il formare le persone a 360 gradi, perché la centralità dell’uomo sarà cruciale in tutte le attività che i nostri studenti andranno a fare».

Non a caso questo approccio human centered è parte del nuovo piano strategico dell’ateneo. «Stiamo per esempio introducendo l’intelligenza artificiale in modo massivo», continua il professore, «ma dev’essere etica e centrata sull’umano. Non lo facciamo per moda o per scalare i ranking Esg, ma perché crediamo profondamente nella centralità della persona».

Un badge per raccontare la gratuità

Da questa visione nasce il Social Impact Award, pensato per valorizzare gli studenti che si dedicano al volontariato. Non contano i voti, conta la qualità dell’impegno: l’unico requisito è non essere fuori corso. Tra le centinaia che hanno presentato la loro candidatura, sono stati 23 gli studenti inseriti nella Dean’s List, premiati lo scorso 6 ottobre per il loro contributo a progetti di volontariato e impatto sociale: dall’aiuto dato a bambini con difficoltà scolastiche al supporto agli anziani soli, dal servizio nella mensa per i poveri a quello in ambulanza. Ciascuno di loro aveva dedicato più di 100 ore al volontariato nel corso dell’anno: «Molti anzi hanno superato di gran lunga questa soglia», aggiunge il professore.

I loro nomi ora figurano in uno “special bookcondiviso con le aziende più sensibili ai temi sociali. I ragazzi hanno ricevuto un dono simbolico – delle matite colorate per dire che il loro impegno colora il mondo – un digital badge da inserire sul proprio profilo Linkedin. «Niente crediti, niente denaro, niente tornaconto: mantenere la dimensione della gratuità per noi è fondamentale. Non contano nemmeno le ore di volontariato che alcuni studenti in Bocconi fanno da anni come misura riparativa legata ai procedimenti disciplinari. Il volontariato deve restare tale», ribadisce il prorettore. «Però questa generosità e questo impegno per la collettività merita di essere riconosciuto».

Dove e come si fa volontariato

Alcuni studenti hanno una storia di volontari iniziata fuori dall’Università, altri si avvicinano attraverso la fiera del volontariato che la stessa Bocconi promuove ogni anno. Le ore di volontariato vengono certificate dagli enti. «Circa metà degli studenti sceglie organizzazioni della nostra rete, l’altra metà fa volontariato in altre realtà. L’importante è che tutto sia verificabile». Anche gli studenti internazionali partecipano: «Sono circa il 20% delle candidature». Social Impact Award della Bocconi è arrivato al terzo anno e, secondo l’ateneo, non ha equivalenti tra le università italiane. Il nuovo bando per gli studenti che vogliono candidarsi all’edizione 2025-2026 è aperto.

Giovanni Paolo: «Il mio contributo per una città più protetta»

Del suo impegno da volontario, Giovanni Paolo dice che «è bellissimo, si impara tanto su come relazionarsi con le persone, provenienti dai contesti più diversi. Entri nelle case di superdirgenti come nelle case popolari, ti devi relazionare con il novantenne milanese doc e con lo straniero neoarrivato: fare servizio mi ha insegnato a mettermi sempre in un atteggiamento di ascolto e di sperimentare come qualsiasi piccolo gesto diventi qualcosa di grandissimo quando le persone stanno attraversando uno dei momenti più brutti della loro vita». Perché lo fai? «A me non costa troppo in termini di energia o di tempo, ma è qualcosa che dà una grade mano al singolo e alla comunità», annota Razza. «Ho iniziato anche a tenere i corsi nelle scuole, dove trasferiamo ai bambini della scuola primaria e delle medie quelle prime competenze sanitarie che possono davvero salvare vite… Mi piace pensare che do un piccolo contributo a rendere tutta la nostra città più protetta».

Impotenza è la cifra del nostro tempo, ma in Italia ci sono 4,7 milioni di persone che si spendono per gli altri.
Qual è il senso di questo impegno? Le risposte all’interno del magazine ‘‘Volontario, perché lo fai?


Sara Maria: «Al servizio dei carissimi»

Sara Maria Da Silva Pinto, invece, a fare volontariato ha iniziato per caso: «Mia sorella aveva fatto volontariato in mensa durante l’estate e poi è partita per Singapore. Mi ha detto “non lasciare il posto vuoto, prova tu”», ricorda. «Mi è piaciuto subito». Il sabato, due volte al mese, apparecchia la tavola per 200 «carissimi» – così all’Opera Cardinale Ferrari chiamano i senza dimora che frequentano la loro mensa – e poi serve il pasto al tavolo. «Non c’è il vassoio, modello self service: i carissimi si siedono a tavola e noi li serviamo, come al ristorante. È bello perché le persone piano piano ti riconoscono. Ogni volta, all’inizio, uno dei carissimi fa una preghiera per i volontari e quello è un momento emozionante». Sara ammette che «all’inizio fai fatica, ma poi cade il velo per cui un senza tetto di pare “strano”, fai amicizia, parli, loro ti raccontano le loro storie… Non tutti, ovvio: c’è la persona scontrosa, c’è quello che ti restituisce indietro la rabbia, quello che ha fame e si lamenta che ci hai messo troppo tempo a portargli il piatto, quello che vuole fare il bis ma non sempre possiamo darlo… E quelli che ti fanno una benedizione in tutte le lingue».

A sx Sara Maria Da Silva Pinto, 24 anni, in turno all’Opera Cardinale Ferrari di Milano

Né Giovanni Paolo né Sara nominano il badge su Linkedin, ma entrambi dicono che «è stato bello che una istituzione prestigiosa come la Bocconi abbia riconosciuto a noi dei meriti per qualcosa che facciamo al di fuori dell’Università, in qualche modo dicendoci “grazie per quello che fate”. Ci ha reso speciali».

Due matite colorate, una cosa piccolissima: ma tra qualche compagno questo è bastato per far scattare la voglia di diventare volontario e fare la propria parte per colorare il mondo.

In apertura, la cerimonia di premiazione del Social Impact Award in Bocconi

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