Nucleare, Swg: metà italiani favorevole a centrali nuova generazione

Roma, 14 ott. (askanews) – La metà degli italiani è a favore della costruzione di centrali nucleari di nuova generazione, con il 17% di assolutamente favorevoli e il 31% di moderatamente positivi, mentre abbastanza contrario si dice il 15% degli intervistati. In forte riduzione rispetto al passato coloro che si professano in totale disaccordo: sono il 14%, quasi la metà di coloro che si dicevano del tutto contrari in un analogo sondaggio sul medesimo campione del 2024, quando gli italiani contrari a prescindere al nucleare risultavano il 24%. Senza opinione invece restano il 23% degli italiani. Questo il risultato dell’indagine “Gli italiani e il nucleare” realizzata da Swg per conto di Sogin su un campione rappresentativo di Italiani maggiorenni che offre un’analisi delle percezioni e delle aspettative degli italiani sulla reintroduzione del nucleare.
Il sondaggio è stato presentato nel contesto della VII edizione della Intelligence Week “Nucleare e data center, la sfida italiana della sovranità energetica e digitale”, promossa da iWeek, joint venture di V&A – Vento & Associati e Dune Tech Companies.
Oltre un quarto degli italiani, inoltre, è pronto a dirsi favorevole al nucleare a fronte di compensazioni sul territorio di residenza.
Il 26% degli intervistati tra i contrari e gli indecisi si dichiarano più disponibili infatti ad accettare la costruzione di una centrale nucleare nel proprio comune a fronte delle possibili compensazioni, dove al primo posto in ordine di importanza, con ben il 75% tra gli intervistati pronti a mutare la propria opinione al riguardo, figura la bolletta energetica gratuita per dieci anni per i residenti nell’area dove verrebbe installato l’impianto; al secondo e al terzo posto a parimerito, sempre per i due terzi del campione, la messa in sicurezza di fiumi, torrenti e altre zone ambientali potenzialmente a rischio e il miglioramento dell’ambiente con la creazione di nuovi parchi, aree verdi e azioni di rimboschimento, ai quali è sensibile il 74% del campione fra i contrari e gli indecisi.
Questo dato è corroborato dall’esperienza: la qualità della vita, in una scala da 1 a 10, è infatti percepita come migliore rispetto alla media nazionale in prossimità dei siti dei vecchi impianti nucleari in corso di dismissione, dove la popolazione ha potuto godere di tali benefici con la loro installazione.
Questo vale in generale, con un punteggio di 6,8 per chi vive in un’area entro i 15 km da un impianto nucleare rispetto al punteggio di 6,4 della media nazionale, sia per tutti gli indicatori specifici, e in particolare per la qualità dell’ambiente, valutata con un punteggio di 6,9 contro 6,0, e delle infrastrutture, con un 6,3 contro il 5,4.
Dall’analisi dei dati risulta inoltre che la costruzione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi divide il campione in tre gruppi omogenei, dove però un quinto di chi si dichiara incerto o contrario è pronto a cambiare idea di fronte ad adeguate compensazioni.
Qual è la tua reazione?






